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17 marzo 2022
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- Decisione shock di P&O Ferries, prima ferma le navi e poi
licenzia 800 marittimi via Zoom
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- Lynch (RTM) è uno degli atti più vergognosi
nella storia delle relazioni industriali britanniche
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Ovviamente l'annuncio di stamani di P&O Ferries di
sospendere con effetto immediato i servizi marittimi ha fatto temere
il peggio per la sorte dei lavoratori della compagnia di
navigazione, pur a fronte della rassicurazione della società
circa la presentazione di un programma per assicurare la
sostenibilità economica a lungo termine dell'azienda. Subito
sono tornati in mente casi in cui alcune importanti imprese hanno
ignobilmente sospeso il lavoro e chiuso le loro strutture per poi
comunicare ai dipendenti, una volta a casa, che erano stati
licenziati. Sembrava impossibile che P&O Ferries potesse
ricorrere a questo vergognoso metodo, invece è proprio la
procedura che ha scelto per comunicare a 800 dipendenti il loro
licenziamento con effetto immediato. Una notizia che, se in altre
disonorevoli circostanze è stata data via e-mail, altrettanto
ignominiosamente P&O Ferries ha comunicato ai lavoratori con un
messaggio Zoom.-
- Lo scenario, tuttavia, sarebbe anche peggiore di quello sinora
descritto. «Stiamo ricevendo rapporti - ha denunciato Mick
Lynch, segretario generale del sindacato britannico National Union
of Rail, Maritime and Transport Workers (RMT) - secondo cui guardie
di sicurezza stanno salendo a bordo delle navi con le manette per
allontanare l'equipaggio in modo che possa essere rimpiazzato da
manodopera più economica. Noi - ha aggiunto Lynch - stiamo
predisponendo un'azione legale urgente e chiediamo ancora una volta
al governo di agire per fermare quello che si sta rapidamente
trasformando in uno degli atti più vergognosi nella storia
delle relazioni industriali britanniche. Se ciò accade alla
P&O - ha sottolineato il segretario generale di RMT - può
succedere ovunque e chiediamo una mobilitazione sindacale di massa e
una più ampia mobilitazione pubblica di protesta contro
l'azienda».
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- Anche il sindacato Unite, esprimendo «il proprio shock per
la decisione di P&O Ferries di licenziare l'intera forza lavoro
marittima nel Regno Unito per sostituirla con manodopera a basso
costo, ha chiesto a P&O «di fare un passo indietro dai
licenziamenti selvaggi e di lavorare per salvare posti di lavoro nel
Regno Unito». Il sindacato ha specificato che i 160 lavoratori
di P&O che aderiscono a Unite non sono tra quelli che perdono il
lavoro, «ma - ha ribadito il sindacato - l'iniziativa di oggi,
di cui i sindacati non sono stati messi a conoscenza, sta causando
diffuso disagio e insicurezza tra gli aderenti». «Questa
- ha accusato Sharon Graham, segretario generale di Unite - è
una mossa scioccante da parte di P&O che non dovrebbe essere
tollerata. Unite invia la propria solidarietà al personale
marittimo, il cui servizio come lavoratori chiave durante la
pandemia è stato rapidamente dimenticato da P&O. Vi
offriamo - ha proseguito Graham - il nostro supporto mentre
cerchiamo di difendere i vostri posti di lavoro. È una
vergogna che qualsiasi datore di lavoro nel Regno Unito possa
trattare i propri lavoratori in questo modo».
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- «In un settore spietato - ha aggiunto Bobby Morton,
responsabile nazionale per i porti e l'industria marittima di Unite
- P&O è stato l'ultimo l'ultimo caposaldo nel settore
marittimo a impiegare lavoratori britannici nell'ambito di contratti
britannici. Questa mossa odierna invia un segnale molto preoccupante
rivelando che ora questi standard sono sotto attacco. Nonostante gli
associati di Unite non siano travolti da questo annuncio, questa
mossa apporterà solo incertezza a tutti i lavori della P&O.
Esortiamo l'azienda a fare un passo indietro da questa drastica
misura di riduzione dei costi e a collaborare con tutti i sindacati
di P&O per salvare posti di lavoro».
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- In un messaggio via Twitter, il ministro dei Trasporti, Grant
Shapps, si è detto «molto preoccupato per le notizie
giunte da P&O Ferries questa mattina e - ha aggiunto - oggi
parleremo con la compagnia per capire l'impatto sui lavoratori e sui
passeggeri».
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- Già, perché, oltre a non comunicare alcunché
ai dipendenti prima di sospendere i servizi marittimi, altrettanto
la compagnia di navigazione che fa parte del gruppo DP World di
Dubai ha fatto nei confronti dei clienti, annunciando semplicemente
che «purtroppo che nelle prossime ore i servizi non potranno
funzionare e i nostri addetti nei porti vi assisteranno e saranno
organizzati viaggi con operatori alternativi».
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- A giustificazione di un'iniziativa che per così com'è
stata attuata non è giustificabile, P&O Ferries ha
spiegato che «allo stato attuale P&O Ferries non è
un'attività economicamente sostenibile. Di anno in anno
abbiamo registrato perdite di 100 milioni di sterline che sono state
coperte dalla nostra società madre DP World. Ciò non è
sostenibile. La nostra sopravvivenza dipende dall'attuare
cambiamenti rapidi e significativi ora. Senza questi cambiamenti non
c'è futuro per P&O Ferres». «Queste
circostanze - si legge inoltre nella nota della compagnia - hanno
portato ad una decisione molto difficile ma necessaria, che è
stata presa solo dopo aver preso seriamente in considerazione tutte
le opzioni disponibili».
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- Le successive righe del comunicato fanno presumere che forse il
taglio dei costi non si fermerà al licenziamento di 800
lavoratori: «quale parte del processo che stiamo iniziando
oggi - ha scritto infatti la compagnia - stiamo comunicando a 800
marittimi avvisi di licenziamento immediato e li compenseremo per
questa mancanza di preavviso con pacchetti compensativi più
consistenti».
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- «Prendendo questa difficile decisione - prosegue la nota -
stiamo assicurando la sostenibilità futura della nostra
attività che dà lavoro ad altre 2.200 persone e
sostiene miliardi di scambi da e per il Regno Unito. E ci stiamo
assicurando di poter continuare a servire i nostri clienti nel modo
che ci hanno richiesto per molti anni».
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