
Le iniziative pro e contro l'automazione sono connaturate allo
sviluppo della quasi totalità dei settori industriali e dei
servizi nei tempi moderni, inclusi quelli del trasporto marittimo e
delle attività portuali. In quest'ultimo comparto si
distingue, tra le altre, la battaglia condotta dal sindacato
nordamericano International Longshoremen's Association (ILA), da
sempre critico nei confronti dei progetti di introduzione di forme
di automazione nelle operazioni portuali. Una posizione che lo
scorso mese ha ricevuto il sostegno di Papa Leone XIV che, asceso da
poco più di un mese al soglio di San Pietro, in occasione
della celebrazione a Charleston del 25° anniversario del
sindacato internazionale dei portuali International Dockworkers
Council (IDC), ha inviato un messaggio di saluto e congratulazioni
in cui si è detto «lieto i sapere che, come sindacati,
avete accettato la sfida di lavorare assieme “per prevenire la
perdita di posti di lavoro causata dall'automazione”,
garantendo al contempo condizioni di lavoro eque e paritarie, nonché
la sicurezza del posto di lavoro per tutti i lavoratori, senza
discriminazioni. Questi sforzi - ha scritto il Papa - sono
importanti per una professione così impegnativa come la
vostra. Vi incoraggio, come ha fatto Papa Francesco, a proseguire
l'iniziativa di insegnare ai giovani delle periferie “il
valore del lavoro” e a lasciarvi ispirare dalle parole di Gesù
e dagli insegnamenti della Chiesa».
Proseguendo questa lotta, l'ILA ha invitato tutti i sindacati
del comparto marittimo-portuale a riunirsi il 5 e 6 novembre
prossimi a Lisbona per l'evento “People Over Profit:
Anti-Automation Conference” con lo scopo di elaborare assieme
strategie e condividere esperienze per fare fronte unito contro
l'avanzata dell'automazione. «Come rappresentanti dei
lavoratori portuali e lavoratori marittimi - si legge nell'invito -
riteniamo che la tecnologia dovrebbe essere implementata per servire
l'umanità, non per rimpiazzarla. Le nostre voci devono essere
ascoltate e i nostri posti di lavoro devono essere salvaguardati».
«L'automazione - ha sottolineato il presidente dell'ILA,
Dennis A. Daggett, annunciando questo vertice - si sta insinuando in
ogni settore, a poco a poco, settore dopo settore, mentre le
multinazionali si nascondono dietro parole come efficienza e
progresso. Stanno anche promuovendo un'automazione che distrugge
posti di lavoro con la scusa della della sicurezza. Ma ciò
che vogliono veramente è solo ridurre i costi del lavoro.
Recenti rapporti - ha evidenziato Daggett - hanno segnalato che sino
al 50% di tutti i posti di lavoro di livello base potrebbe
scomparire entro i prossimi due anni a causa dell'automazione. Non
si tratta di un problema che riguarda solo i colletti blu. È
una crisi della classe operaia, che minaccia i mezzi di sussistenza
sia dei colletti bianchi che di quelli operai. Che si lavori in una
cabina di una gru o alla console di un terminal, i rischi sono gli
stessi. E così è la responsabilità di agire.
Provengo da una generazione in cui ci è stato insegnato che
il duro lavoro paga. Istruisciti. Impara un mestiere. Arriva presto,
rimani fino a tardi e sii orgoglioso del tuo lavoro. Ma oggi stiamo
assistendo ad un mondo in cui persino ai lavoratori più
qualificati viene detto che non servono più. Non perché
il lavoro sia sparito, ma perché eliminare la manodopera è
più redditizio. Quale messaggio ciò invia ai nostri
figli? Andare all'università, annegare nei debiti e
affrontare un mercato del lavoro in contrazione? O imparare un
mestiere, solo per vedere l'automazione prendere il sopravvento sul
lavoro per cui ti sei formato una vita? Questo non può essere
il futuro che trasmettiamo alle giovani generazioni di lavoratori!».
«La Conferenza di Lisbona - ha spiegato il presidente
dell'ILA - è più di un incontro. È una presa di
posizione. Una presa di posizione a favore dell'umanità
contro gli algoritmi. Una presa di posizione a favore dei lavoratori
contro i profitti degli azionisti. Una presa di posizione per un
futuro in cui i nostri figli possano sognare in grande, lavorare
sodo e trovare comunque opportunità dopo aver compiuto questo
sforzo. La tecnologia dovrebbe essere al servizio dell'umanità,
non sostituirla. Non siamo contrari all'innovazione. Siamo contrari
allo sfruttamento. Accogliamo strumenti che rendono il nostro lavoro
più sicuro ed efficiente, ma non accetteremo mai sistemi che
eliminano completamente l'elemento umano».
Di segno opposto le iniziative condotte a ritmo serrato dal
gruppo industriale sudcoreano HD Hyundai per introdurre forme spinte
di automazione e di robotica sia nel settore del trasporto marittimo
che in quello della cantieristica navale che è il core
business dell'azienda asiatica. Ultima in ordine di tempo è
l'iniziativa volta a sviluppare e testare robot quadrupedi e
umanoidi specializzati per l'impiego nel segmento della
cantieristica navale che verrà realizzata dalle filiali HD
Hyundai Samho e HD Hyundai Robotics in collaborazione con la tedesca
NEURA Robotics, con particolare attenzione alla valutazione del
potenziale dei robot per aumentare l'efficienza, la sicurezza e la
produttività. Un'iniziativa - ha specificato il gruppo
sudcoreano - volta anche a far fronte ad un contesto di crescente
carenza di manodopera qualificata nel settore.
Con l'iniziativa - ha affermato Sanghun Ryu, direttore operativo
di HD Hyundai Samho - «assumeremo un ruolo guida nella
creazione di un cantiere navale più sicuro e più
produttivo utilizzando robot specializzati nella saldatura che
soddisfano i diversi requisiti di qualità dell'industria
cantieristica».