Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
04:07 GMT+2
CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 30 APRILE 2019
LEGISLAZIONE
I VETTORI RABBRIVIDISCONO DI FRONTE ALLA PROPOSTA FRANCESE DI
LIMITARE LA VELOCITÀ DELLE PORTACONTAINER
Le linee di navigazione containerizzate hanno disapprovato le
richieste francesi affinché l'IMO imponga limiti di velocità
alle navi.
Le proposte francesi, presentate alla fine del mese scorso ed
esaminate da The Loadstar, richiedono un approccio in due
fasi di misure a breve termine per ridurre le emissioni di gas serra
nel trasporto marittimo.
Esse includono la regolazione delle velocità delle navi
su base settore per settore, seguite dall'adozione di limiti alle
emissioni annue applicabile a livello globale rispetto al risultato
di ciascuna nave.
Si è saputo che la Maersk si è opposta alle
proposte, mentre un portavoce della Hapag-Lloyd ha dichiarato a The
Loadstar che ulteriori riduzioni della velocità "non
sarebbero una buona soluzione".
Afferma infatti: "Tutte le linee di navigazione
containerizzate hanno volontariamente ridotto la velocità
alcuni anni fa, cosa che ha comportato significative riduzioni di
consumo del carburante, che a sua volta ha rallentato la velocità
dell'intera filiera distributiva.
Abbiamo investito molti milioni per ottimizzare tecnologicamente
di conseguenza le navi e riteniamo che altre riduzioni della
velocità non siano nell'interesse dei nostri clienti.
Queste misure avrebbero un notevole effetto sull'efficienza e
sulla velocità della filiera distributiva ed avremmo
ulteriormente bisogno di investire di nuovo per ottimizzare le navi
ad una velocità inferiore".
I dati osservati da The Loadstar mostrano che i vettori
containerizzati hanno effettuato netti miglioramenti quanto alla
riduzione della velocità dal 2008 in un'era di
autoregolamentazione.
Tuttavia, sembra che le navi di oltre 12.000 TEU abbiano
iniziato ad accelerare nel 2014 ed una fonte sostiene che le navi di
tutte le dimensioni in tutta la flotta mondiale hanno incrementato
la velocità l'anno scorso.
Ma il portavoce della Hapag-Lloyd ha detto: "Mi piacerebbe
vedere i dati; i fatti dicono che le navi hanno rallentato e le
compagnie di navigazione hanno investito milioni per modificare le
navi di conseguenza.
Piuttosto ci piacerebbe assistere a penalizzazioni nei confronti
di quelle compagnie di navigazione che non utilizzano carburante
conforme e quindi contribuiscono a danneggiare l'ambiente".
Il gigante marittimo tedesco ha ecceduto le prescrizioni di
legge relative alle emissioni e si aspetta di spendere un ulteriore
miliardo di dollari USA l'anno prossimo per conformarsi alle nuove
regole sul carburante.
Nel complesso, il settore si aspetta di pagare altri 60 miliardi
di dollari USA all'anno in seguito all'implementazione del limite
per il basso contenuto di zolfo ed una fonte ha affermato: "I
vettori non hanno interesse ad accelerare perché è
antieconomico, il solo elemento del costo li paralizzerebbe.
Così, per un settore che già opera con margini
esigui, dirgli di andare piano è come insegnare qualcosa a
qualcuno già edotto".
Infatti, la 2M Alliance ha annunciato che i tempi di viaggio nei
servizi Cina-Felixstowe si sarebbero incrementati da 39 a 45 giorni
e la Maersk afferma di essere intenzionata a liberarsi del carbonio
entro il 2050, ben oltre la riduzione del 50% che l'IMO ha nel
mirino.
Nelle loro proposte, i francesi hanno specificato che il piano
"non potrebbe applicarsi a tutte le categorie di tipi navali
indifferentemente; a questo riguardo, possono distinguersi quattro
grandi gruppi di navi sulla base della recente esperienza di lenta
navigazione".
Fra i quattro gruppi elencati ci sono navi che non solo avevano
ridotto le proprie velocità ma hanno continuato ad effettuare
operazioni a velocità inferiori, nello specifico unità
"portacontainer".
"Poiché la funzione che collega la velocità
della nave al livello delle emissioni non è lineare, una
ulteriore riduzione delle velocità difficilmente
comporterebbe una qualche ulteriore significativa riduzione delle
emissioni" hanno dichiarato.
"Per quelle navi, la Francia raccomanda di prendere
ulteriormente in considerazione la revisione della fase 3 degli
standard EEDI".
Il responsabile della tecnologia della flotta della Maersk, Ole
Graa Jacobsen, ha dichiarato a The Loadstar che limiti generici
della velocità non risolverebbero il problema della
realizzazione di soluzioni più efficienti dal punto di vista
energetico nella flotta globale.
A suo dire, contrariamente all'opinione comune, i limiti di
velocità hanno ridotto l'incentivo ad investire in navi
energeticamente efficienti mediante la limitazione dei loro vantaggi
economici.
"Noi crediamo che la normativa dovrebbe concentrarsi sui
metodi per l'ottimizzazione della velocità, incoraggiando la
progettazione di nuove navi efficienti e gli investimenti in navi
esistenti energeticamente efficienti" afferma Jacobsen.
"Questo accelererebbe la dismissione di navi inefficienti
facendo sì che esse restino antieconomiche dal punto di vista
operativo.
La regolamentazione delle emissioni o dell'alimentazione di una
singola nave offre un modo più corretto ed efficace per la
riduzione della CO2".
Le proposte di Jacobsen riflettono quelle presentate dal governo
danese, che sta cercando di introdurre indicatori di prestazione
dell'efficienza operativa al posto delle riduzioni di velocità.
Una fonte ambientalista ha affermato che questo farebbe il gioco
della Maersk dal momento che essa già dispone delle navi più
efficienti, il vantaggio relativo alle quali andrebbe perduto a
causa di misure finalizzate alla riduzione della velocità.
"Essa sente che se tutti andassero più lenti questo
comporterebbe regole uguali per tutti a vantaggio dei propri meno
efficienti rivali" continua la fonte.
"La proposta di riduzione della velocità rappresenta
un grande affare?
Sì, probabilmente è il modo più conveniente
(che fa risparmiare) di tagliare tempestivamente la CO2.
Il riscaldamento globale sta giù comportando effetti sul
trasporto marittimo containerizzato attraverso eventi meteo più
estremi e più frequenti.
Secondo il Ministero della Difesa del Regno Unito, se il
riscaldamento globale dovesse andare fuori controllo, probabilmente
assisteremmo a regolari alluvioni nelle città, perdita di
raccolti di massa, perturbazioni nelle rotte marittime e nei colli
di bottiglia fondamentali come il Canale di Panama, nonché a
migrazioni su scala milionaria, nel qual caso il trasporto marittimo
containerizzato come attività non esisterebbe più
comunque nella sua forma attuale".
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore