
Un settore di 14. 000 lavoratori diretti con un fatturato
complessivo superiore ai quattro miliardi di euro e potenziali
investimenti privati per un valore analogo vive ancora
nell'incertezza di una governance frammentata. Lo ha denunciato
venerdì il presidente dell'Associazione Italiana Terminalisti
Portuali (Assiterminal), Tomaso Cognolato, intervenendo a Roma
all'ultima giornata del quarto summit nazionale “Blue Forum”.
«La conversione in legge del decreto Infrastrutture - ha
spiegato - rappresenta solo l'ultimo esempio: la norma sui canoni
concessori è palesemente in contrasto con la recente
sentenza, passata in giudicato, del TAR Lazio, per non parlare della
nuova disciplina sui tempi di attesa per l'autotrasporto che creerà
solo contenziosi anche a causa della poca chiarezza con cui è
stata formulata».
«Stranisce e preoccupa, lasciando aperti diversi scenari -
ha proseguito Cognolato - l'ennesima occasione persa di avviare la
costituzione del Fondo per il prepensionamento dei lavoratori
portuali. Abbiamo convocato un consiglio direttivo per il 18 luglio
per capire bene come agire, condivideremo ovviamente anche con gli
altri rappresentanti del cluster portuale come muoverci».
Riferendosi quindi alla governance dei porti, il presidente di
Assiterminal ha sottolineato la necessità «di velocità
nel ridefinire l'operatività normale nei porti anche alla
luce dell'ultima delibera di ART (l'Autorità di Regolazione
dei Trasporti, ndr): saremo auditi nei prossimi giorni da
ART, avendo condiviso con tutto il cluster la necessità di
fare squadra. Evidente però che una governance nel pieno
delle sue prerogative aiuterebbe a fare chiarezza: Sappiamo bene
come il governo e il vice ministro Rixi abbiano chiari questi temi,
è emerso chiaramente in queste tre giornate di lavori: ora è
necessario - ha concluso Cognolato - che si chiudano i processi
ancora aperti su più fronti».