- Assemblea della
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- Confederazione Italiana Armatori
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- Roma, 30 ottobre 2018
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- Relazione del presidente
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Mario Mattioli
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- Signor Ministro, Onorevoli parlamentari, Signor Presidente di
Confindustria, Autorità, Colleghi armatori e rappresentanti
del cluster marittimo, Signore e Signori, studenti e cadetti,
grazie di essere qui.
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- Non vi nascondo l'emozione nel prendere la parola in questa mia
prima Assemblea pubblica da presidente di Confitarma.
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- Signor Ministro, so che dovrà lasciare i nostri lavori
prima del previsto perché impegnato in Parlamento proprio
sulla definizione del "decreto Genova".
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- Le riassumo quindi i passaggi principali della mia relazione,
che le lascio comunque nella sua interezza, così come avremmo
voluto commentarla insieme oggi.
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- Signor Ministro, proprio per questo ci tengo particolarmente a
ringraziarla per la disponibilità e lo spazio che ci sta
dedicando nonostante i sopraggiunti impegni istituzionali odierni.
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- Lei sa che siamo la casa dell'industria armatoriale italiana da
ben 117 anni, riconosciuti come primario interlocutore in tutte le
sedi istituzionali in cui si parla di shipping, e sono
orgoglioso di aver ufficializzato la scorsa settimana il rientro in
Confitarma di una realtà che, con tre Presidenti, ha
contribuito alla storia e al successo di Confitarma e della
marineria italiana negli ultimi decenni.
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- Questo è un successo dell'associazionismo! Un tema su cui
si è concentrata una parte importante della mia azione in
questo primo anno di mandato.
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- Un Paese che deve tornare a sentirsi marittimo
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- Lo dico con forza: dobbiamo risvegliare la cultura marittima del
nostro Paese, dobbiamo tornare a considerarci un Paese marittimo!
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- Oggi, Signor Ministro, una componente dell'economia nazionale
così importante è governata da una sola Direzione
Generale all'interno del Suo Ministero. Direzione che voglio
ringraziare per la disponibilità, lo spirito di
collaborazione e l'abnegazione dimostrata nell'affrontare i tanti
problemi, pur operando sotto organico.
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- Signor Ministro, ridiamo al Comparto Marittimo una governance
dedicata per accentuare il ruolo di volano di sviluppo per il nostro
Paese! È una scelta che non può essere più
rimandata.
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- Ruolo del settore marittimo
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- Il cluster rappresenta oltre il 2% del PIL nazionale
complessivo e il 3,5% della componente non statale, dando lavoro a
quasi 500mila persone.
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- Questi sono i numeri che danno forza e sostanza alla nostra
richiesta di maggiore attenzione verso un settore che in Italia
acquista dal resto dell'economia 20 miliardi di Euro l'anno di beni
e servizi e il cui valore aggiunto per addetto è uno dei più
elevati.
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- Nel 2017, circa il 60% delle merci importate e il 50% di quelle
esportate dall'Italia sono transitate via mare.
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- Le navi portarinfuse e petroliere sono indispensabili non solo
per alimentare la produzione e lo sviluppo del Paese, in particolare
dell'industria manifatturiera, ma anche per la vita quotidiana di
tutti noi.
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- L'Italia è anche il principale mercato crocieristico
d'Europa.
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- Il settore del turismo italiano può contare anche sulla
più grande flotta di traghetti al mondo, e su una vasta e
articolata rete di collegamenti, le Autostrade del Mare.
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- Il mare è importante: dalla fine degli anni ‘80, in
attuazione degli orientamenti comunitari in materia di aiuti di
Stato ai trasporti marittimi, gli Stati dell'Unione Europea offrono
alle proprie flotte agevolazioni di natura operativa, contributiva e
fiscale. Ciò al fine di renderle competitive rispetto a
quelle dei Paesi a bassa o zero fiscalità.
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- Il Registro Internazionale
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- In Italia questa strategia è stata attuata con il
Registro Internazionale, che quest'anno compie vent'anni dalla sua
istituzione avvenuta con la legge n. 30 del 1998.
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- In vent'anni la nostra flotta si è rinnovata
qualitativamente ed è di fatto raddoppiata: da circa 8,5
milioni di tonnellate di stazza siamo passati a fine 2017 a 16,3
milioni di tonnellate, nonostante il periodo difficile vissuto negli
ultimi dieci anni.
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- Siamo tra le prime quattro flotte dei grandi Paesi riuniti nel
G20, con posizioni di leadership o di assoluto rilievo nei
settori più sofisticati, quali unità Ro-Ro, navi da
crociera, navi per prodotti chimici e petroliferi.
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- Lo ribadisco: senza il Registro Internazionale oggi non saremmo
qui a parlare dei successi della nostra flotta mercantile.
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- Parlo delle navi di bandiera italiana, non delle imprese
armatoriali: queste, infatti, continuerebbero ad operare creando
ricchezza altrove.
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- Signor Ministro, ricordo che dal 1998 ad oggi, sulle navi che
svolgono traffici internazionali e cabotaggio sopra le 100 miglia,
l'occupazione italiana e comunitaria è più che
raddoppiata.
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- Grazie al Registro Internazionale, oggi la bandiera italiana si
colloca al primo posto nel mondo per numero di marittimi italiani e
comunitari occupati, pari nel 2017 a circa 38mila, oltre a 8.500
occupati a terra.
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- Questi numeri dimostrano che la facoltà data dalla legge
di poter imbarcare su alcune delle nostre navi anche marittimi
extracomunitari garantisce sia la competitività della nostra
flotta di bandiera che l'imbarco di un numero elevato di marittimi
italiani e comunitari.
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- Ridurre o limitare i benefici del Registro Internazionale
sarebbe controproducente nonché in controtendenza rispetto a
quanto si registra a livello europeo.
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- Signor Ministro, a suo tempo noi armatori abbiamo preso un
impegno con il Paese. L'abbiamo mantenuto e vogliamo continuare a
mantenerlo.
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- Leggi obsolete e sburocratizzazione
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- Dovremmo invece aumentare la competitività della nostra
flotta che, nonostante il Registro Internazionale, resta ancora
frenata da una serie di norme ormai desuete.
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- Basti citare il caso del decreto del 1895, ancora in vigore, in
materia di sanità marittima.
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- Sono normative pensate per un mondo che andava ancora a vela e a
carbone e non per le navi di oggi, moderni stabilimenti industriali
altamente tecnologici.
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- La semplificazione delle norme e della burocrazia, la
digitalizzazione del settore - tema, Signor Ministro, che so essere
molto caro a Lei, come anche al mondo confindustriale -
l'ammodernamento di alcune "particolarità italiane"
sono ormai indifferibili perché incidono sulla nostra
competitività.
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- Signor Ministro, lavoriamo insieme - Amministrazione e industria
armatoriale - per migliorare ancora la nostra bandiera, rendendola
sempre più attrattiva e competitiva.
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- Noi abbiamo istituito una Commissione ad hoc per la
semplificazione di norme e procedure per elaborare un pacchetto di
misure a costo zero che avvicinerebbe il nostro shipping a
quello delle altre nazioni marittime ed europee più
competitive.
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- Occupazione ed Education
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- Anche l'occupazione marittima italiana può essere
favorita, grazie al mantenimento del Registro Internazionale e
all'attuazione di alcune riforme da noi suggerite, che attendono da
tempo il loro compimento.
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- I lavoratori del mare rappresentano una risorsa fondamentale a
garanzia di un trasporto marittimo sicuro, efficiente e rispettoso
dell'ambiente.
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- Per tale ragione, continueremo ad investire sempre di più
sulla formazione dei nostri marittimi.
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- Lo vogliamo fare anche nella scuola e nell'Università al
fianco del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca
(MIUR) attraverso la revisione e l'ammodernamento delle materie di
insegnamento, intensificando la conoscenza della lingua inglese e
coinvolgendo figure professionali delle nostre aziende che
condividano le proprie esperienze in aula. Inoltre, continueremo a
portare avanti anche le attività di supporto del programma di
sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori.
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- Esempio straordinario di sinergia fra armamento, scuola e enti
di formazione, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) del mare sono
eccellenze che garantiscono tassi di occupazione ai loro diplomati
prossimi al 100%.
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- Voglio dirlo con orgoglio: uno di questi ha conquistato il primo
posto tra tutti i circa 100 ITS in Italia per numero di diplomati e
occupabilità ed è stato recentemente premiato proprio
qui da Confindustria.
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- Testimonianza diretta di quanto ho appena detto è di
fronte a noi.
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- Rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL)
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- Ancora un passaggio sul lavoro marittimo e in particolare sulla
trattativa sindacale che si sta svolgendo in questi mesi per il
rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
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- Voglio ribadire alle Organizzazioni sindacali che un accordo
equilibrato, in un settore come il nostro caratterizzato da una
forte volatilità del mercato, dovrà saper contemperare
l'esigenza della stabilità con quella della flessibilità.
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- È inoltre interesse di entrambe le parti arrivare
finalmente ad un contratto collettivo nazionale di lavoro unico
dell'industria armatoriale, sia per il personale marittimo sia per
il personale di terra, per evitare ogni disparità di
trattamento fra aziende che operano in concorrenza fra loro.
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- Security: pirateria e rischio cibernetico
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- La sicurezza della navigazione negli ultimi anni è
tornata al centro dell'interesse nazionale.
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- Riservo un particolare ringraziamento alla Marina Militare e al
Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera che, attraverso
il costante esercizio del Potere marittimo, operano al nostro fianco
e ci supportano consentendoci di lavorare in sicurezza nell'Alto
Mare e nelle acque territoriali.
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- Ricordo che la sicurezza dei nostri equipaggi e della
navigazione nelle aree a rischio pirateria coinvolge anche
l'attività di personale privato armato a bordo delle navi.
L'imbarco di tale personale è subordinato ad un regime di
deroga temporanea per la mancata effettuazione di specifici corsi
che, come noto, non sono mai stati attivati.
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- Signor Ministro dell'Interno, quest'anno sarà necessario
che il Parlamento approvi la decima proroga. È una situazione
che va avanti dal 2012!
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- Fenomeni migratori
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- Non solo: nuove sfide e nuove minacce si fanno sentire con forza
e sono ancora più vicine.
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- La crisi migratoria ha rimesso in discussione equilibri
geopolitici e assetti commerciali consolidati nel Mar Mediterraneo,
rendendolo così meno sicuro.
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- Dal 2014 le navi mercantili sono state chiamate dalle Autorità
competenti a soccorrere quasi 84.000 persone, 11.300 solo nel 2017,
con un trend in diminuzione nel corso del 2018. Possiamo affermare
che la bandiera italiana è ancora quella maggiormente
interessata dalle richieste di intervento in operazioni SAR (Search
and Rescue).
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- Noi armatori non ci tireremo indietro se continueremo ad essere
chiamati e risponderemo ad ogni Autorità legittimata a
livello internazionale. Il salvataggio di vite umane in mare non può
essere messo in discussione.
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- Bisogna però evitare, che i nostri equipaggi siano
oggetto di indagini giudiziarie. Questo, Signor Ministro, ci sembra
davvero troppo!
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- Ambiente
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- Un altro tema per noi molto importante è la tutela
dell'ambiente marino. La nostra flotta è tecnologicamente
avanzata e sempre più giovane (quasi il 50% ha meno di dieci
anni).
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- Abbiamo investito molto sulla sostenibilità ambientale e
la sicurezza delle nostre navi: l'80% dell'inquinamento dei mari
viene da terra mentre il trasporto delle merci via mare è la
modalità meno dannosa per l'ambiente.
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- L'armamento è fortemente coinvolto nelle iniziative
globali per ottenere una significativa riduzione delle emissioni di
CO2, fissata in sede IMO per il 2050 al 50% rispetto ai livelli del
2008.
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- Non solo: abbiamo già cominciato ad utilizzare fonti
energetiche con "zero emissioni" e navi sempre più
green.
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- Quindi, Signor Ministro, è stato grande il nostro stupore
nel vedere che, nonostante l'impegno e gli investimenti profusi, lo
strumento che ha consentito tutto ciò, il Registro
Internazionale, è inserito nel cosiddetto catalogo dei
"sussidi ambientalmente dannosi".
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- Autostrade del Mare, Marebonus e logistica
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- Sempre grazie al Registro internazionale, abbiamo sviluppato una
fitta rete di collegamenti alternativi alla strada: le Autostrade
del Mare, fiore all'occhiello della marineria italiana, che nel solo
2017, senza incentivi, hanno spostato quasi un milione e mezzo di
automezzi dalla strada al mare.
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- Siamo convinti che quest'anno miglioreremo ancora, grazie anche
al Marebonus che è stato finalmente avviato. L'autotrasporto
sceglierà sempre di più il mare, potendo contare sulla
qualità dei servizi offerti in un settore, quello dei
traghetti, dove siamo leader a livello mondiale.
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- Signor Ministro, non le sembra almeno curioso che lo Stato
favorisca con questo incentivo economico l'utilizzo della modalità
di trasporto via mare quando invece il Ministero dell'Ambiente la
qualifica come dannosa?
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- Finanza e armamento
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- Il trasporto marittimo continua a essere un campo ricco di
opportunità di sviluppo. Le imprese armatoriali,
nell'affrontare gli effetti della crisi, hanno rivisto le loro
strategie per adeguarsi alle nuove condizioni di mercato e ricercare
strumenti per competere, tra i quali spicca la finanza con il suo
ruolo determinante.
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- Bisogna però risolvere quelle delicate situazioni
finanziarie che si sono venute a creare negli anni passati
attraverso nuova capacità di finanziamento per le imprese
armatoriali, diffusione della conoscenza di questo importante e
peculiare settore, soluzioni innovative per risolvere i crediti
incagliati.
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- In quest'ottica, è comune interesse dell'Associazione
Bancaria Italiana e di Confitarma favorire un sempre maggiore
sviluppo della relazione tra enti finanziari e imprese armatoriali.
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- E' altresì necessario un dialogo continuo anche con
quelle realtà in grande crescita nel panorama nazionale e
internazionale, che rappresentano fonti alternative al finanziamento
bancario.
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- Noi lo stiamo facendo attraverso tavoli ad hoc che hanno
l'obiettivo di evitare fenomeni speculativi e favorire invece
percorsi virtuosi di alleanza e collaborazione volti al risanamento,
alla continuità e allo sviluppo sul territorio delle nostre
imprese.
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- Porti e infrastrutture
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- Anche con riferimento alla portualità, nell'ottica di
favorirne lo sviluppo e, di conseguenza, la competitività del
nostro sistema logistico, una condivisione di sistema fra tutti gli
attori pubblici e privati può contribuire a farci fare il
salto di qualità così tanto auspicato.
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- Vediamo con favore l'istituzione delle Zone Economiche Speciali
(ZES) e delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS) in analogia in
quanto già avviene in altri Paesi.
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- Altro tema che affascina il mondo della portualità è
quello della nuova "Via della seta", un'opportunità
da cogliere da parte dei nostri porti per non perdere il treno della
competizione globale.
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- In molti, però, andando oltre la suggestione di questo
progetto, guardano ad esso più come al grande disegno della
nuova espansione cinese piuttosto che ad un'opportunità per
il Vecchio Continente. Tutto dipenderà dalla nostra capacità
negoziale e, soprattutto, dal mostrarci uniti, non solo a livello
nazionale ma anche a livello europeo. E' forse proprio quest'ultima
la sfida più grande che ci attende, anche per colmare il gap
logistico, quantificato in 40 miliardi di Euro all'anno.
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- Vorremmo quindi che nella politica portuale la voce
dell'armamento nazionale tornasse ad avere la giusta attenzione,
considerato il contributo che possiamo offrire insieme a tutti gli
attori della "blue economy".
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- Confindustria mare
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- Caro Presidente Boccia,
-
- oggi, la nostra presenza nella casa dell'industria italiana non
è casuale.
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- È giunto il momento di dare avvio al nostro progetto
comune. Dobbiamo dare una voce forte e unitaria alle componenti
industriali del nostro mare: armamento, terminal portuali,
logistica, navalmeccanica, nautica e pesca.
-
- Voci diverse che possono trovare, insieme, la possibilità
di amplificare la loro forza.
-
- Confitarma con Assiterminal, Assologistica, Assonave, Federpesca
e Ucina è pronta a costituire il primo nucleo industriale
della "blue economy" di Confindustria, che si
candida fin d'ora ad essere il punto di riferimento per la futura
strategia marittima e logistica al servizio del Paese.
-
- Lo dico sempre: da soli forse si va più veloci, ma
insieme certamente si va più lontano.
-
- Conclusioni
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- Signor Ministro,
-
- siamo consapevoli che l'attenzione generale è oggi
concentrata sulla manovra di bilancio.
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- Nel lasciare al Presidente di Confindustria Boccia i commenti a
nome dell'intero comparto industriale, registriamo le perplessità
europee sull'impianto della manovra, che al momento sembra essere
basato in maniera importante sull'incremento della spesa corrente.
-
- Ricordiamo anche che il mondo produttivo reclama l'assoluta
necessità di destinare risorse agli investimenti materiali e
sociali, nonché al rafforzamento delle grandi reti, leva
maestra per produrre sviluppo ed occupazione.
-
- Il nostro auspicio è che le aspettative di crescita
attese dal Governo possano essere confermate.
-
- In questa prospettiva il mare può giocare un ruolo
importante.
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- Infatti, per un Paese come l'Italia, potenza manifatturiera
povera di materie prime, meta turistica di rilevanza mondiale,
territorio dalla forte dimensione peninsulare e insulare,
scommettere sulla crescita dell'economia marittima è di
massima importanza.
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- E per alimentare dal mare il nostro sistema produttivo, per
sviluppare ancora il turismo con le crociere, per garantire
continuità di accesso a tutti i nostri territori con
collegamenti marittimi, sono necessari navi e armatori.
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- Crediamo quindi sia interesse di tutti, in primis del
Governo, preservare la competitività della nostra flotta di
bandiera, soprattutto in vista dell'estensione alle bandiere
comunitarie dei benefici fiscali sinora ad essa riservati, disposta
a livello comunitario e già recepita a livello nazionale.
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- È necessario anzi aumentare tale competitività e
rendere i nodi della rete marittima italiana più fluidi e
convenienti.
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- Occorre un coordinamento tra tutti gli attori della filiera
logistica, in modo da garantire ad essa operatività ed
efficienza, nel rispetto del ruolo di ciascuno e del libero
dispiegarsi delle forze di mercato.
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- Alle imprese spetta la scelta degli strumenti,
dell'organizzazione e della politica commerciale.
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- Alle Istituzioni il compito di offrire un quadro normativo che
consenta alle imprese di valorizzare le proprie risorse e di
rafforzare la propria posizione sui mercati.
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- Ciò è particolarmente vero in un settore
fortemente regolamentato come quello marittimo.
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- Riassumo quindi le nostre principali istanze:
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- il Registro Internazionale deve rimanere immutato, per
continuare a essere lo strumento che ha dato indubbi importanti
risultati in questi primi vent'anni di straordinaria attualità;
- la semplificazione delle norme e delle procedure burocratiche
che incidono sulla nostra competitività è ormai
indifferibile;
- un organismo dedicato alle peculiari esigenze del mondo
marittimoportuale è assolutamente necessario.
- Noi continueremo a lavorare come sempre per essere il punto di
riferimento in Italia e in Europa dell'intero cluster
marittimo nazionale e internazionale.
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- Ma l'armamento italiano potrà affrontare e vincere le sue
sfide solo se le Istituzioni (Governo e Parlamento) continueranno ad
assicurare la competitività della flotta, rafforzandola.
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- Grazie alla qualità delle nostre navi e delle nostre
imprese, noi armatori italiani continueremo ad essere protagonisti
dello shipping mondiale.
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- Signor Ministro, se è vero che "the future is how
you imagine it" (il futuro è come uno se lo
immagina) il nostro desiderio è di poterlo immaginare
continuando ad inalberare il Tricolore a poppa delle nostre navi!
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- Consentitemi un ringraziamento finale a tutti i colleghi
armatori che hanno creduto in me sostenendomi in questo primo anno
di presidenza, al Direttore Generale e a tutta la struttura di
Confitarma per il supporto, a mia moglie e alla mia famiglia e a
tutti i collaboratori del nostro gruppo senza il cui sostegno,
affettivo e professionale non potrei portare avanti questo incarico.
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- Grazie e buon vento a tutti.
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