Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 12/2009 - DICEMBRE 2009
Trasporto marittimo
Inconvenienti per la navigazione di linea
Quando la Commissione Europea aveva proibito le conferenze di
linea nell'ottobre del 2008, si aspettava che il mercato di linea
diventasse un posto migliore in cui vivere.
I vettori marittimi avrebbero dovuto essere costretti a
competere in uno scenario più aperto al di fuori dei
cartelli, diventando così più concentrati sulla
clientela.
I servizi, fondati sui principi del libero mercato, avrebbero
dovuto essere migliori ed i caricatori consegnatari avrebbero dovuto
conseguire un valore migliore per il denaro.
Ma questo è avvenuto davvero in pratica e, cosa più
importante, adesso altri paesi staranno pensando di copiare quella
normativa?
Il problema, quando si cerca di interpretare gli eventi
successivi, è che l'Unione Europea (ed il resto del mondo) da
allora sono piombati negli abissi della recessione.
Ciò ha altresì modificato i comportamenti dei
vettori marittimi, rendendo così difficile discernere cause
ed effetti.
Il mercato si è rivelato un bagno di sangue per tutti
quanti e la situazione è ben lungi dal risolversi.
In conseguenza del fatto che i volumi dei carichi europei sono
diminuiti di circa il 20% e le tariffe di nolo di oltre il 50% su
alcune direttrici di traffico, i vettori marittimi sono stati
costretti a concentrarsi sulla sopravvivenza finanziaria piuttosto
che su un modo diverso di provvedere alla cura del cliente.
Ai caricatori è stato presentato un servizio di livello
inferiore poiché quello era tutto ciò che molte linee
di navigazione potevano permettersi.
I vettori marittimi affermano che la situazione è stata
resa peggiore dal fatto che non gli viene più consentito di
mettersi assieme attorno ad un tavolo allo scopo di pianificare
iniziative correttive.
Il bilanciamento fra l'offerta e la domanda globale è
stato un incubo, anche se non è che esse prima stessero poi
tanto bene.
Riassumendo tale situazione, Jacques Saade, presidente della CMA
CGM, parlando recentemente (a settembre) si è lamentato in
questo senso: "In cima a tutti i problemi indotti dalla
recessione, dobbiamo aggiungere le nuove regole di Bruxelles, che
sono penalizzati, irrazionali ed ingiustificate.
Penalizzanti, perché a noi (vettori marittimi) viene
proibito di incontrarci per discutere il mercato, le sue esigenze,
il livello delle sue tariffe di nolo ed i sovrapprezzi (incrementi
del prezzo del carburante, ritardi nei porti, ecc.).
Irrazionali, dal momento che cinesi, coreani ed asiatici in
generale non devono seguire le stesse regole, di modo che essi
dispongono di una libertà che comporta effetti sfavorevoli in
Europa.
Infine, ingiustificabili, poiché Bruxelles sta ancora
seriamente valutando l'abolizione dei consorzi.
In effetti, lo scopo dei consorzi è quello di
razionalizzare gli orari di viaggio mediante la condivisione degli
spazi sulle navi.
Ciò ci consente di migliorare le tariffe di nolo dei
clienti ed i nostri costi, così come di ridurre le emissioni
di CO2".
Di conseguenza, è pur vero che Bruxelles ha consentito ai
vettori marittimi di continuare a lavorare nell'ambito di consorzi
anche successivamente all'aprile del 2010, ma le linee di
navigazione non hanno ottenuto tutto ciò che volevano.
Il presidente della OOIL (società-madre della OOCL), C.
C. Tung, si è soffermato su questo argomento ad ottobre
quando, di fronte ad un altro uditorio, si è trovato a
descrivere le iniziative politiche di cui ci sarebbe bisogno per
agevolare la ripresa del settore.
Ha infatti sostenuto: "Il nostro convincimento è che
le attuali piattaforme di discussione in ordine alle questioni del
settore dovrebbero essere ampliate ancor di più.
Mentre il settore è in sofferenza sino a tal punto, il
nostro obiettivo dovrebbe essere quello di lavorare assieme ai
governi per assicurare al nostro settore l'idoneità a
discutere collettivamente la gestione della capacità e la sua
razionalizzazione per il breve periodo di circa un anno".
Continua Tung: "Non sto sostenendo un ritorno al passato,
né appoggiando le conferenze per la fissazione dei prezzi.
Invece di assicurare sussidi finanziari alle linee di
navigazione containerizzate nazionali, i governi potrebbero
concedere una sospensione temporanea della normativa anti-trust".
I caricatori sosterranno che i problemi dei vettori marittimi
nel corso della recessione sono stati peggiorati dal fatto di avere
ordinato troppe navi nei momenti belli.
Come succede ai lemming che corrono verso la scogliera, la loro
esigenza di ulteriore capacità sembra essersi fondata su
previsioni di crescita dei carichi eccessivamente ottimistiche.
Queste previsioni, inoltre, sono state fatte in un momento in
cui i vettori potevano ancora sedersi attorno ad un tavolo per
discutere dell'offerta e della domanda.
Comunque stiano le cose, il mercato di linea dallo scorso anno
fino adesso non è stato un posto felice, ed il modo in cui i
vettori marittimi si sono comportati nel suo ambito non può
essere scisso dalla recessione.
Molti caricatori lo hanno affermato in occasione della recente
indagine di Containerisation International sui caricatori.
Jean-Louis Cambon, della commissione gestione trasporti
marittimi della Michelin, ha riassunto con precisione le opinioni di
molti.
Afferma infatti: "Il divieto delle conferenze di trasporto
marittimo, simultaneamente all'avvento della crisi economica, rende
molto difficile definire una correlazione causale fra il loro
conseguente comportamento e ciò che abbiamo sperimentato
prima".
Pur tenendo conto di questo avvertimento, è ciononostante
interessante notare come il 42% di tutti i caricatori che hanno
risposto all'indagine di Containerisation International hanno
detto che i vettori marittimi non sono più concentrati sul
cliente di quanto lo fossero prima, mentre un robusto 21% ha
riferito di cambiamenti solo limitati.
Inoltre, solo il 21% ha sperimentato "qualche"
cambiamento, rispetto al 7% che ha assistito a cambiamenti notevoli
ed al 9% che ha potuto fruire di cambiamenti in meglio
significativi.
Un'altra aspettativa collegata alla fine delle conferenze era
rappresentata dal fatto che i prezzi dei vettori marittimi sarebbero
dovuti diventare più trasparenti.
Sebbene i caricatori da tempo abbiano smesso di pagare tariffe
di nolo comuni, preferendo al loro posto accordi di servizio
privati, la maggior parte degli oneri ausiliari alle tariffe, quali
i THC, e dei sovrapprezzi, quali CAF e BAF, erano ancora fissati dai
cartelli e si pensava diffusamente che il loro livello fosse
inflazionato artificialmente allo scopo di far lievitare i proventi
dei loro membri, piuttosto che per pagare i costi autentici.
Peraltro, anche in questo caso sembra che i caricatori siano
delusi, dal momento che qualcosa come il 23% di coloro che hanno
risposto hanno riferito di non avere riscontrato nessun
miglioramento nella trasparenza, mentre il 40% ha sperimentato solo
cambiamenti limitati.
Un altro 25% ha dichiarato di aver visto solo "qualche"
cambiamento, lasciando solo il 12% di coloro che hanno risposto a
dire che i cambiamenti sono stati notevoli.
In effetti i BAF sono stati resi più trasparenti, sebbene
ancora non del tutto, mentre la definizione dei THC resta poco
chiara.
Inoltre, esistono molte contraddizioni circa la definizione dei
sovrapprezzi per l'alta stagione e su cosa si suppone che essi
debbano includere.
Ad esempio, a novembre alcune linee di navigazione per la prima
volta hanno reclamato un sovrapprezzo per l'alta stagione in
direzione est nella direttrice di traffico dall'Europa all'Estremo
Oriente, mentre le altre direttrici ne presentano uno nell'altra
direzione.
In passato, i vettori marittimi affermavano che i sovrapprezzi
per l'alta stagione erano necessari per recuperare i costi
eccezionali relativi al riposizionamento dei contenitori vuoti,
anche se pochi vuoti, o addirittura nessuno del tutto, hanno mai
dovuto essere riposizionati dall'Estremo Oriente all'Europa.
Steve Berry, dirigente importazioni e trasporto merci della
Princes, importatore di alimentari con sede nel Regno Unito, è
uno di coloro che hanno riferito di miglioramenti solo limitati
perché le linee di navigazione ancora tendono ad annunciare
ripristini tariffari e sovrapprezzi in parallelo.
Lamenta Berry: "Anche se ufficialmente le conferenze non
esistono più, le linee di navigazione seguono ancora il
sentiero tracciato dai grossi operatori come la Maersk e la MSC".
Rial Robinson, dirigente all'approvvigionamento dei noli aerei e
marittimi del gigante farmaceutico Ciba, con sede in Svizzera, ha
dichiarato: "La
Non dispongo di prove secondo cui l'abolizione delle conferenze
abbia comportato in qualche modo un impatto diretto sulla
competitività".
Quest'ultima affermazione conduce al terzo dei vantaggi che si
supponeva dovessero evolvere dal divieto delle conferenze
nell'Unione Europea, vale a dire il fatto che i vettori marittimi
dovessero diventare più competitivi.
Coloro che hanno risposto all'indagine si sono dimostrati più
rilassati in ordine a tale argomento, dato che solo il 13% ha
dichiarato di non aver sperimentato alcun cambiamento, mentre il 19%
ha assistito a cambiamenti limitati.
D'altro canto, il 34% ha sperimentato "qualche"
cambiamento, il 28% ha riferito di cambiamenti notevoli ed il 6% di
cambiamenti significativi.
Il risultato non sorprende, tenuto conto del modo in cui le
tariffe di nolo sono calate da allora, sebbene i vettori marittimi
possano giustificatamente ribattere che i caricatori avrebbero
potuto essere più benevoli nei loro commenti.
Il problema è che il 59% di tutti coloro che hanno
risposto hanno affermato che i vettori marittimi debbono in gran
parte biasimare solo se stessi per la caduta libera dei prezzi a
causa della guerra tariffaria da loro scatenata sul mercato.
Non si sa se il declino delle tariffe sarebbe stato meno grave
se le conferenze fossero state consentite, ma è facile
immaginarselo.
Un caricatore con sede in Germania ha dichiarato: "Le linee
di navigazione potrebbero essere diventate più competitive a
causa della linea di tendenza verso il basso causata dalla carenza
dei carichi, ma essi potrebbero ribattere che le tariffe si sono
abbassate a causa dell'abolizione delle conferenze".
Ivan Seow, procacciatore dei trasporti internazionali della
Schneider Electric, parla a nome di molti: "Il miglioramento
della competitività è stato probabilmente causato
dalla situazione economica" sostiene.
Riassumendo, il divieto delle conferenze nell'Unione Europea non sembra
ancora avere apportato i miglioramenti previsti, tanto che la maggior
parte dei caricatori ne ' preoccupata, sebbene coloro che l'avevano
promosso possano sottolineare alcune circostanze eccezionali.
L'attenzione nei confronti della clientela resta scarsa, e da
parte dei vettori marittimi non viene impiegato ancora abbastanza
tempo sulla differenziazione del prodotto.
Peraltro, come ribatte un vettore marittimo, "quando mai i
clienti sono contenti?".
Malgrado ciò, la Commissione Europea, lo ESC (Consiglio
dei Caricatori Europei), il Forum dei Caricatori Globali e la
maggior parte di coloro che hanno risposto all'indagine sui
caricatori condotta quest'anno da Containerisation International
vorrebbero ancora veder bandire le conferenze nel resto del mondo.
Secondo la citata indagine, un massiccio 74% ha votato a favore
dell'abolizione, facendo chiaramente capire che la fine della
partita deve ancora arrivare.
Fra i commenti dei caricatori che hanno risposto, si possono
citare i seguenti:
tenendo presente i traffici mondiali, non avrebbe senso disporre
di una soluzione isolata in Europa;
le conferenze di linea condizionano direttamente la scelta e non
promuovono la concorrenza;
le conferenze sono sostanzialmente anticoncorrenziali e
dovrebbero essere sempre scoraggiate;
le conferenze non hanno motivo di esistere nel mondo odierno, ma
questa opinione non si fonda sulle esperienze fatte dal momento del
divieto da parte dell'Unione Europea;
da un punto di vista di principio, non comprendiamo perché
quel settore abbia diritto ad esenzioni dalla normativa sulla
concorrenza;
probabilmente, pertanto, le conferenze sono sopravvissute alle
loro esigenze ed i vettori oggi - o almeno, alcuni di loro - sono
abbastanza raffinati da riuscire a capire come condurre le proprie
attività.
Da quanto sopra esposto, sembra chiaro che i voti espressi
contro le conferenze si fondano su questioni di principio, piuttosto
che sull'esperienza fatta, il che è difficile da comprendere
dal momento che i cartelli vengono criticati in tutti i settori di
attività.
Il problema per il settore del trasporto marittimo di
contenitori è che esso, a differenza dei mercati
regolamentati a livello locale, è talmente aperto e
globalmente non regolamentato che la concorrenza può
facilmente divenire del tutto rovinosa, il che è ciò a
cui abbiamo assistito quest'anno.
Ognuno può giocare la propria partita e non ci sono
regole anti-trust accettate a livello internazionale.
Quello che viene accettato in Cina non lo è in Corea del
Sud, mentre ciò che è accettato in Corea del Sud non è
accettato nell'Unione Europea, ma tutti quanti devono competere
dentro allo stesso pentolone bollente.
È questa una delle ragioni per cui i primi 20 operatori
mondiali controllano ancora solo il 70% circa di tutta la capacità
delle portacontainer.
Se non fosse stato per il grande impegno e la protezione
statale, particolarmente in Asia, molti vettori marittimi sarebbero
ora in bancarotta.
Le perdite subite nella prima metà dell'anno, fra cui i
961 milioni di dollari USA della divisione contenitori della Maersk,
i 561 milioni di dollari della Hanjin Shipping, i 499 milioni di
dollari della CSCL ed i 413 milioni di dollari della CSAV sono
semplicemente insostenibili.
Pertanto, se le conferenze venissero abolite in tutto il mondo,
rendendo il mercato ancora più esposto ai principi del libero
scambio, i caricatori dovrebbero accettare che il settore possa alla
fine essere controllato da appena una manciata di operatori in
guerra fra loro, ovvero dovrebbero cercare di far approvare una
migliore regolamentazione a livello globale. (da:
Containerisation International, 01.12.2009)
Orient Overseas (International) Limited (OOIL), la società
controllata dal gruppo armatoriale cinese COSCO Shipping Holdings
che opera servizi di trasporto marittimo containerizzato con ...
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