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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXIX - Numero 1/2011 - GENNAIO 2011
Safety & security
Nuova ricerca sui gas pericolosi nei contenitori
Mentre il settore marittimo è alle prese con l'IMO per la
perenne questione dei rischi comportati dagli spazi chiusi sulle
navi, fra cui i carichi ed i relativi spazi, un altro di tali
ambienti chiusi sta ricevendo grandi attenzioni.
In seguito ad un certo numero di incidenti e delle susseguenti
interpellanze in Parlamento, vari dipartimenti governativi dei Paesi
Bassi si sono uniti al fine di implementare un accordo sul
monitoraggio congiunto dei gas pericolosi nei container in
importazione.
L'intento è quello di ispezionare 1.000 contenitori
all'anno e di recente è stato pubblicato il rapporto relativo
al primo anno di monitoraggio al riguardo.
I possibili rischi cui vanno incontro coloro il lavoro dei quali
consiste nell'entrare nei contenitori nel corso o alla fine del
viaggio multimodale sono noti da tempo.
Il pericolo specifico su cui ci si è concentrati è
stato quello derivante dall'uso di fumiganti.
Una delle ragioni per l'applicazione dei fumiganti è
quella di prevenire la diffusione di parassiti in tutto il mondo.
Le altre sono quelle inerenti alla necessità di
conservare i carichi in buone condizioni e di evitare che le merci
possano contenere insetti indesiderati.
Vengono utilizzati diversi tipi di fumiganti ed il fosfuro di
alluminio è uno di loro.
Se quel fumigante non viene applicato in modo appropriato o ce
n'è troppo, possono rimanere dei residui.
Un contenitore adibito al trasporto di merci è uno spazio
assai ristretto in cui - nella maggior parte dei casi - non esiste
alcuna ventilazione, di modo che potrebbero permanervi pericolose
concentrazioni di gas tossici.
Tuttavia, si è gradualmente capito che esistono altre
possibili contaminazioni provenienti dal carico stesso.
Lo International Safety Panel della ICHCA International nel 2006
ha pubblicato uno dei suoi Safety Briefing Pamphlets su tali
pericoli.
L'intento della sopra citata iniziativa olandese era quello di
assicurare il monitoraggio dell'osservanza della normativa sui gas
pericolosi nei container d'importazione.
Il rapporto riguarda 1.033 container che sono stati controllati
dal 1° ottobre 2008 al 1° ottobre 2009; questo articolo si
concentra sul metodo e sulle risultanze.
Sono stati utilizzati quattro metodi al fine di selezionare i
contenitori da utilizzare quali campioni: la selezione casuale
(250), il metodo basato sui regolamenti inerenti alle sostanze
pericolose (150), quello basato su regole doganali, tipo di carico e
paese d'origine (500) e, infine, quello basato esclusivamente su
tipo di carico e paese di origine.
Complessivamente, concentrazioni eccessive di gas pericolosi
sono state trovate in 106 container (pari al 10% circa del totale).
Si è scoperto che 17 di questi contenitori erano stati
attivamente fumigati con sostanze tossiche in concentrazioni
eccedenti i valori-limite.
Solo uno di questi contenitori recava un simbolo di avvertimento
come richiesto dal Codice IMDG.
Gli altri, non presentavano alcun segno di tal genere né
qualsiasi altro riferimento alla fumigazione nella documentazione di
accompagnamento.
I gas pericolosi trovati nei residui 89 contenitori erano stati
rilasciati dal carico e quelli più spesso rinvenuti sono
stati, in ordine decrescente: toluene, benzene, cloruro di etilene,
bromuro di metile, fosfina, formaldeide e cloropicrina.
Anche se la percentuale riscontrata di sostanze contaminanti
dell'aria era bassa, essa è stata, nondimeno, significativa
ed il messaggio è chiaro nei confronti di coloro i cui
dipendenti devono verosimilmente entrare nei container nel corso o
alla fine del loro viaggio marittimo: state attenti al rischio!
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