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Malcontento nel porto di Anversa per la concessione del terzo terminal soggetto a marea al gruppo capeggiato dalla P&O Ports
La Hessenatie e la Noord Natie, che stanno per fondersi, erano sicure di ricevere la concessione. Ora si sviluppano critiche all'operato dell'autorità portuale
23 agosto 2000
L'autorità portuale di Anversa è nel mirino dei terminalisti che non hanno ottenuto le concessioni cui aspiravano, ed è diventata il soggetto su cui riversare le colpe per il fallimento di progetti non realizzati, il capro espiatorio di trattative non andate a buon fine, il facile bersaglio su cui riversare la responsabilità del mancato sviluppo di certi traffici.
La decisione del consiglio d'amministrazione dell'autorità portuale di Anversa - che è poi l'amministrazione cittadina alla quale è affidata la conduzione del porto - di affidare il quinto container terminal soggetto a movimenti di marea (il terzo risalendo la riva sinistra dello Schelda) al consorzio capeggiato dalla P&O Ports, è stata accolta con aspre critiche da parte delle imprese Hessenatie e Noord Natie, che stanno portando avanti il progetto di fusione, che interessa anche la compagnia ferroviaria nazionale belga SNCB (inforMARE del 22 giugno). Le due imprese sembravano anzi sicure di ricevere la concessione del terminal, e la decisione dell'autorità portuale le ha completamente spiazzate, nonostante il versante opposto della banchina sia stato assegnato per 390 metri di lunghezza di banchina alla joint venture Hessenatie-Mediterranean Shipping Company (MSC) e per altri 1.100 metri alla società che risulterà dalla fusione Hessenatie-Noord Natie. La Hessenatie parte dal principio che questa parte della darsena le era già stata promessa visti gli sviluppi del traffico container della MSC, e che quindi avrebbe dovuto ricevere in gestione l'intero futuro terzo terminal.
L'esercito dei malcontenti accusa inoltre l'autorità portuale di svolgere una politica contraddittoria. Per anni ha auspicato la fusione delle grandi imprese portuali, ora teme invece che rappresentino un monopolio. Inoltre, affermano, cerca di stabilire dei regolamenti che impediscano che grandi settori del porto cadano in mano a interessi stranieri. E' invece la direzione del porto - affermano i dirigenti di Hessenatie e di Noord Natie - che comincia a vendere agli stranieri fette del porto.
La direzione del porto infine ha incluso nel contratto di concessione del terzo container terminal a marea una clausola che impedisce trasferimenti di traffico da un'impresa portuale al terminal della P&O Ports. Ma la clausola, affermano ancora i critici, rappresenta solamente un banale tentativo di limitare il traffico di un concessionario straniero. Quando i contratti stipulati da un grande gruppo armatoriale con un terminalista vengono a termine, generalmente dopo non più di due o tre anni, nessuna potrà impedire alla P&O Ports di partecipare ad una gara d'appalto tra tutte le imprese del porto.
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