
|

|
13 giugno 2022
|
|
- Assagenti chiede tempi certi per l'esecuzione di cinque
progetti di cui Genova e il suo porto non possono fare a meno
-
- Sono: Terzo Valico, Nodo Ferroviario, Gronda autostradale,
digitalizzazione e nuova diga portuale
-
L'associazione è focalizzata su ciò che è
possibile. La precisazione è di Paolo Pessina, presidente di
Assagenti, a specificare perché l'associazione degli agenti
marittimi di Genova, nella sua odierna assemblea pubblica, abbia
posto l'attenzione solo, si fa per dire, su «una cinquina di
opere essenziali»: il Terzo Valico dei Giovi (senza
dimenticare - ha puntualizzato Pessina - l'indispensabile
potenziamento della connessa tratta ferroviaria Tortona-Milano), il
Nodo Ferroviario di Genova (che - ha sottolineato - collegherà
le banchine del porto cittadino con la rete ad alta capacità),
la Gronda di Ponente (l'opera autostradale per la quale - ha
ricordato - si parla di lavori con inizio a settembre prossimo),
l'informatizzazione del porto di Genova (altrove - ha denunciato -
il porto telematico è una realtà da oltre vent'anni) e
la Diga di Genova (dobbiamo sapere con certezza - ha chiesto -
quando l'opera sarà realizzata).-
- A prescindere dall'entità e dalla complessità
delle opere (da qui il nostro “si fa per dire”), che
questi cinque obiettivi siano a portata è tutto da vedere (da
qui il “ciò che è possibile” di Assagenti
e la serie di interrogativi posti dall'associazione circa
l'attuazione dei progetti).
-
- L'assemblea di Assagenti, come quelle di molte altre
associazioni di categoria locali, si è svolta anche
quest'anno nella forma di talk show, probabilmente il genere di
evento meno adatto a delineare e analizzare i termini di questioni
che dovrebbero essere di vitale importanza per le categorie
interessate, dove al massimo (e nel peggiore dei casi dato che la
qualità di questi eventi non tende al meglio) il confronto
diventa spettacolo. Anni fa in queste sedi erano gli addetti del
settore che rivolgevano direttamente le proprie istanze a chi è
in possesso degli strumenti per risolvere i problemi: ai presidenti
delle autorità marittima e portuale e al ministro dei
Trasporti. Ora, invece, ci sono dei cerimonieri incaricati di
coordinare le danze. Oggi erano i giornalisti Luca Telese e Sergio
Rizzo. Quest'ultimo, dalla pubblicazione nel 2007 del suo libro “La
casta” scritto a quattro mani con Gian Antonio Stella nel
quale si denunciavano i mali della politica, viene chiamato in
diversi consessi ad evidenziare le pecche della burocrazia e in
particolare della classe dirigente, dai politici agli
amministratori. Neppure oggi è sfuggito al proprio ruolo
ricordando che, con riferimento alla concessione delle risorse del
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le opere devono essere
completate entro il 2026. Siamo già in ritardo, ha avvertito
Rizzo ricordando che in Italia per le opere di oltre 50 milioni di
euro mediamente la tempistica è di 15 anni e constatando che
negli ultimi anni la rapidità di realizzazione dei progetti
non è affatto cresciuta. Richiamato ad una maggiore dose di
ottimismo da Luca Telese, che in qualità di maestro di
cappella evidentemente si sentiva in dovere di richiamare quelli del
corpo musicale che stonavano, Rizzo non ha potuto non esternare il
suo pessimismo frutto di decenni di ripetute e innumerevoli
disattese promesse di una svolta.
-
- Svolta che, a detta di alcuni partecipanti al talk show, a
Genova c'è stata con il crollo di Ponte Morandi. Con il
disastro, ha assicurato il presidente degli agenti marittimi
Pessina, c'è stato un salto culturale. Una spinta locale che
- per il presidente della Camera di Commercio di Genova - «potrebbe
diventare potentemente autonomista» se le istanze locali non
venissero recepite a livello nazionale, ha minacciato Luigi
Attanasio forse dimentico che la decisione di ricostruire il ponte
in tempi record era stata assunta dal governo centrale e i soldi
(217 milioni di euro) per realizzarlo - non pochi se confrontati con
quelli necessari per opere similari - sono stati per la quasi
totalità a carico di Autostrade per l'Italia e come se non
fosse consapevole che tra il Tardo Medioevo della Superba e la
Genova nella globalizzazione sono trascorsi centinaia di anni e il
Mondo è ormai un altro.
-
- Con lo scopo di togliere la serie di punti interrogativi che
costellano quelli che l'associazione degli agenti marittimi ritiene
essere i “cinque pilastri per la Genova del futuro”, il
presidente di Assagenti ha insistito sulla rimozione delle incognite
sulla tempistica di realizzazione dei progetti fissando subito
«centri di responsabilità che saranno chiamati a
rendere conto di queste opere». Un'esortazione, sembra, a
commissariare quelle di queste opere che già non lo sono
state. Ovvero rendere eccezionale quello che dovrebbe essere
normale, alla faccia di Rizzo. In questo senso, il “modello
Genova”, slogan fatto proprio dalle imprese che hanno
partecipato all'esecuzione della ricostruzione del ponte genovese,
non aiuta certo a rendere normale ciò che dovrebbe essere
normale.
-
- Bruno Bellio
|
|
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
|