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14 giugno 2022
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- L'Ocean Shipping Reform Act 2022 attende solo la firma del
presidente americano Biden
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- Il World Shipping Council si è detto «sbalordito
della continua errata rappresentazione del settore da parte dei
rappresentanti del governo degli Stati Uniti»
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Ieri la Camera di rappresentanti del Congresso USA ha approvato
l'Ocean Shipping Reform Act del 2022, disegno di legge già
approvato dal Senato che, tra le varie disposizioni, aumenta i
poteri dell'agenzia federale Federal Maritime Commission (FMC) e
vieta alle compagnie di navigazione, ai terminal operator e agli
intermediari del trasporto marittimo di rifiutare immotivatamente ai
caricatori spazi di carico, se disponibili, e di ricorrere ad altre
metodologie discriminatorie. Il presidente americano ha più
volte affermato che il progetto legislativo avrà il potere di
evitare un eccessivo rialzo del valore dei noli marittimi:
«l'abbassamento dei prezzi per gli americani - ha affermato
ieri Joe Biden commentando il via libera della Camera - rappresenta
la mia massima priorità e mi congratulo con il Congresso per
aver approvato l'Ocean Shipping Reform Act su base bipartisan, che
contribuirà a ridurre i costi per i commercianti, gli
agricoltori e i consumatori americani». «Nel mio
discorso sullo Stato dell'Unione - ha ricordato Biden riferendosi
alla sua relazione al Congresso tenutasi lo scorso primo marzo
(
del 1°
marzo 2022) - ho invitato il Congresso ad occuparsi delle
tariffe elevate e delle pratiche sleali dei vettori marittimi dato
che l'aumento dei costi delle spedizioni marittime rappresenta un
fattore importante che contribuisce all'aumento dei costi per le
famiglie americane. Durante la pandemia - ha denunciato Biden - le
compagnie marittime hanno aumentato le loro tariffe sino al 1.000%
e, troppo spesso, questi vettori marittimi si rifiutano di imbarcare
le esportazioni americane verso l'Asia, partendo piuttosto con
container vuoti. Ciò sta costando un sacco di soldi agli
agricoltori, agli allevatori e alla nostra economia. Questo disegno
di legge - ha affermato il presidente statunitense - consentirà
passi avanti riducendo i costi per le famiglie e assicurando un
trattamento equo per le imprese americane, inclusi gli agricoltori e
gli allevatori. Non vedo l'ora - ha concluso Biden che a breve, con
la sua firma, convertirà l'Ocean Shipping Reform Act in legge
- di sottoscriverlo per trasformarlo in legge».-
- Il World Shipping Council (WSC), l'associazione che rappresenta
le principali compagnie di navigazione mondiali che operano servizi
di linea e che sono quindi lo specifico oggetto delle accuse di
Biden - ha respinto al mittente, senza citarlo, le critiche del
presidente americano. Specificando di non vedere l'ora di avviare un
proficuo confronto con la Federal Maritime Commission
sull'implementazione dell'Ocean Shipping Reform Act, l'associazione
ha evidenziato che «nel corso della pandemia di Covid-19 le
compagnie marittime hanno fatto di tutto per mantenere le merci in
movimentato, schierando ogni nave e ogni container disponibili,
aumentando le partenze e investendo per il futuro. Nel 2021 - ha
ricordato il WSC - i vettori hanno ordinato un numero record di 555
navi per un valore di 42,5 miliardi di dollari e altre 208 navi per
un valore di 18,4 miliardi di dollari sono state ordinate
dall'inizio del 2022. Ma - ha rilevato l'associazione che ha sempre
addebitato la causa dell'aumento dei costi alle disfunzioni della
supply chain terrestre - sinché i porti, i terminal
ferroviari e i magazzini americani continueranno ad essere
congestionati e incapaci di far fronte all'aumento del livello degli
scambi, le navi rimarranno bloccate fuori dai porti a scapito degli
importatori e degli esportatori».
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- Quasi a non capacitarsi del perché l'amministrazione
Biden continui ad accusare le compagnie di navigazione
containerizzate di aver artatamente agito con lo scopo di rialzare
notevolmente il valore dei noli marittimi, nonostante pochi giorni
fa la stessa Federal Maritime Commission abbia constatato che il
regime in cui operano i vettori marittimi è di assoluta concorrenza
(
del 1°
giugno 2022), il World Shipping Council si è detto
«sbalordito della continua errata rappresentazione del settore
da parte dei rappresentanti del governo degli Stati Uniti e
preoccupato per la disconnessione fra i dati reali e la retorica
incendiaria».-
- «Le 22, e non nove, compagnie internazionali che servono
il popolo, l'industria e il governo americani nei traffici tra Asia
e Stati Uniti - ha proseguito il WSC riferendosi al numero di nove
compagnie raggruppate in tre consorzi citato da Biden che secondo il
presidente, come ha ribadito venerdì scorso in occasione di
una visita al porto di Los Angeles, sarebbero responsabili di aver
innalzato le loro tariffe sino al +1.000% - fanno parte della supply
chain mondiale che ha costruito questa nazione importando ed
esportando generi alimentari, medicine, elettronica, prodotti
chimici e tutto ciò da cui dipendiamo. L'aumento dei livelli
delle tariffe a cui abbiamo assistito negli ultimi anni - ha
ribadito l'associazione delle compagnie di navigazione - dipende da
una domanda che ha largamente superato l'offerta e dalla congestione
sulla terraferma, esacerbata dalle disfunzioni causate dalla
pandemia. La recente indagine Fact Finding 29 condotta negli ultimi
due anni dalla Federal Maritime Commission degli Stati Uniti - ha
evidenziato il WSC riferendosi ai risultati dell'inchiesta resi noti
il primo giugno scorso dalla FMC - è giunta alle stesse
conclusioni: “i nostri mercati - ha specificato il WSC citando
le risultanze dell'indagine - sono competitivi e le elevate tariffe
di trasporto marittimo sono state determinate da una domanda senza
precedenti dei consumatori, principalmente negli Stati Uniti, che ha
soverchiato l'offerta di capacità delle navi. La congestione
ha comportato una ulteriore contrazione della capacità
disponibile”».
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- «Sin quando la congestione delle importazioni non sarà
risolta - ha spiegato il World Shipping Council - la congestione
delle esportazioni persisterà». «I vettori
marittimi - ha concluso l'associazione - continuano a movimentare
volumi record di merci ed hanno investito molto in nuova capacità.
L'America deve assumersi lo stesso impegno e investire nelle sue
infrastrutture logistiche a terra».
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- La National Retail Federation (NRF), la potente associazione del
commercio statunitense, ha invece manifestato soddisfazione per il
via libera del Congresso al disegno di legge: «l'adozione
della legge federale Ocean Shipping Reform Act - ha sottolineato il
vice presidente senior per le relazioni con il governo
dell'associazione, David French - contribuisce ad affrontare gli
annosi problemi sistemici della supply chain e delle disfunzioni dei
porti che esistevano ben prima della pandemia, fornendo alla Federal
Maritime Commission gli ulteriori poteri di cui ha bisogno. Inoltre
offre essenziali aggiornamenti al sistema internazionale di
trasporto marittimo che è stato gravemente colpito dal
Covid-19».
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- «Questi miglioramenti - ha concluso French - arrivano in
un momento in cui l'inflazione ha raggiunto il massimo da 40 anni.
La NRF ha supportato lo sforzo per far passare l'Ocean Shipping
Reform Act, come uno dei passaggi necessari per porre un freno
all'inflazione ed alleviare la pressione sulle imprese sui
lavoratori e sui consumatori americani».
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