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17 giugno 2022
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- Il World Shipping Council accusa implicitamente
l'amministrazione governativa americana di comportamento
schizofrenico
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- Da un lato la Federal Maritime Commission assolve i vettori
marittimi containerizzati con formula piena. Dall'altro Washington
continua ad accusarli di danneggiare l'economia statunitense
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Se gli operatori del settore del trasporto marittimo
containerizzato hanno incassato nei giorni scorsi l'esito a loro
positivo dell'indagine sul loro mercato svolta dall'agenzia federale
statunitense Federal Maritime Commission (FMC), secondo cui nel
settore il livello di concorrenza è più che sufficiente
(
del 1°
giugno 2022), dalla stessa amministrazione governativa americana
è giunta invece una nuova bastonata, almeno così l'ha
percepita il World Shipping Council (WSC), con l'approvazione da
parte del congresso USA dell'Ocean Shipping Reform Act del 2022, che
è diventato legge con la firma apposta ieri da Joe Biden
(
del 14
giugno 2022).-
- La nuova norma - ha affermato con soddisfazione il presidente
americano in occasione della firma del provvedimento - autorizza
stanziamenti per la FMC per gli anni fiscali dal 2022 al 2025, fissa
ulteriori requisiti per i carrier oceanici e vieta loro alcune
pratiche; richiede alla FMC di emanare regole relative alla
valutazione delle tariffe marittime, al divieto di pratiche e
all'istituzione di un registro marittimo e, in determinate
circostanze, autorizza la FMC ad emettere un decreto di urgenza che
richieda ai vettori marittimi di condividere informazioni
direttamente con i caricatori e con le aziende ferroviarie e di
autotrasporto.
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- Il World Shipping Council, l'associazione che rappresenta le
principali compagnie di navigazione che operano nel settore del
trasporto marittimo containerizzato, ha percepito le misure adottate
dal governo di Washington come un ulteriore attacco diretto alla
categoria rappresentata dal WSC. A seguito della firma apposta da
Joe Biden all'Ocean Shipping Reform Act, l'associazione ha diramato
una nota in cui ha denunciato che «nelle ultime settimane sono
stati registrati diversi tentativi di demonizzare i carrier oceanici
dispiegando la retorica del “o noi o loro”. Ciò -
ha lamentato il WSC - non solo è inesatto, ma pericoloso dato
che pone a rischio la capacità di comprendere e lavorare per
risolvere le cause profonde dei problemi della supply chain
americana. I vettori marittimi - ha evidenziato l'associazione -
sono l'anello più lungo della supply chain globale che
fornisce beni vitali alle imprese, al governo e ai consumatori
americani. La supply chain - ha specificato il World Shipping Counci
- non è straniera, è globale».
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- «È comprensibile - prosegue la nota - che le
autorità di regolamentazione pongano delle domande sulle
attuali condizioni del mercato. Il trasporto marittimo di linea è
un settore monitorato assai attentamente e le compagnie hanno
risposto e continueranno a rispondere a queste domande. Ma - ha
sottolineato il World Shipping Council riferendosi anche alle
risultanze dell'indagine della FMC - il fatto è che i vettori
marittimi competono attivamente l'uno contro l'altro nel mercato
globale, incluse sulle rotte marittime più importanti per gli
scambi commerciali statunitensi. La Federal Maritime Commission,
l'esperto regolatore statunitense che sovrintende al trasporto
marittimo internazionale, ha appena portato a termine un'indagine di
due anni sulla supply chain marittima internazionale scoprendo che
la concorrenza tra i vettori marittimi è “sostenuta”
e che, se le tariffe per il trasporto marittimo delle merci sono
elevate, ciò è “esacerbato” dalla
pandemia, da un inatteso e senza precedenti aumento della spesa dei
consumatori, in particolare negli Stati Uniti, e dalla congestione
della supply chain, e sono la risultanza delle forze di mercato
della domanda e dell'offerta».
-
- Il World Shipping Council ha sottolineato inoltre che la FMC ha
rilevato che “i responsabili per la concorrenza dell'Unione
Europea, della Cina e della Federal Maritime Commission discutono
con regolarità dei nostri mercati del trasporto marittimo ed
ad oggi, non hanno riscontrato alcuna indicazione che gli attuali
prezzi del trasporto marittimo di linea siano il risultato di una
condotta collusiva o illegale da parte dei principali vettori
marittimi nei nostri mercati”.
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- Riferendosi poi alle dichiarazioni del presidente Biden, secondo
cui sarebbero solo nove le grandi compagnie di navigazione, riunite
in tre alleanze, che effettuano trasporti dall'Asia agli USA, il WSC
ha ribadito che ci sono altre 13 compagnie di navigazione di linea
che operano su questa rotta effettuando ad oggi più del 30%
delle partenze dall'Asia agli Stati Uniti. «Infatti - ha
specificato l'associazione - nel corso della pandemia la concorrenza
è aumentata con l'ingresso nel mercato di nuovi servizi di
compagnie e la quota delle maggiori alleanze è diminuita.
Riportando testualmente parte delle valutazioni della Federal
Maritime Commission, il WSC ha ricordato che «l'indagine della
FMC riferisce inoltre che “ i singoli vettori marittimi
all'interno di ciascuna alleanza continuano a competere in modo
autonomo e risoluto sia relativamente alle tariffe che alle pratiche
di marketing. I singoli vettori marittimi nell'ambito delle alleanze
- precisa il rapporto della FMC - continuano ad aggiungere e a
ritirare navi dai traffici sia nell'ambito che al di fuori delle
alleanze a cui partecipano e, in particolare, nei traffici
transpacifici, nuovi entranti hanno fatto il loro ingresso in questi
traffici. Quello transpacifico è un mercato assai
contendibile”».
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- Riferendosi infine all'elevatissimo livello delle tariffe dei
servizi di trasporto marittimo containerizzato, il WSC ha rilevato
che «non c'è dubbio che i vettori marittimi, dopo due
decenni di margini bassi o nulli e di capacità abbondante e a
buon mercato per i caricatori, stiano effettivamente realizzando
profitti». L'associazione, come già evidenziato in
occasione del via libera della Camera dei rappresentanti all'Ocean
Shipping Reform Act del 2022, ha sottolineato che questi profitti
vengono investiti per la creazione di ulteriore capacità di
trasporto sia via mare che via terra ed ha ribadito che sinché
le infrastrutture terrestri americane continueranno ad essere
congestionate, incapaci come sono di far fronte alla crescita dei
flussi di merci, le navi continueranno a rimanere bloccate fuori dai
porti a danno degli importatori e degli esportatori. «I
vettori marittimi - conclude la nota del WSC - continuano a
movimentare volumi record di merci per la nostra nazione ed hanno
investito molto in nuova capacità: l'America deve assumersi
lo stesso impegno ed investire nella sua infrastruttura logistica a
terra».
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