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Feport, sì alle esenzioni per categoria per lo shipping containerizzato ma con modifiche allo specifico Regolamento UE
Bonz: l'apparente accettazione da parte della Commissione di prolungare il BER senza disporre di informazioni sulle reali quote di mercato è allarmante e sconcertante
27 novembre 2019
La federazione dei terminalisti portuali privati europei Feport ritiene che sarebbe dannosa per l'intera filiera della logistica marittima una proroga per ulteriori quattro anni del Regolamento europeo di esenzione per categoria per i consorzi marittimi che operano nel settore del trasporto containerizzato senza che la norma venga modificata. Non è una bocciatura in tronco del provvedimento legislativo, la cui attuale scadenza è fissata al 25 aprile 2020, come quelle invece espresse ripetutamente dalle associazioni che rappresentano gli spedizionieri e i caricatori. La Federation of European Private Port Companies and Terminals considera anzi utile che l'industria marittima dell'Unione Europea continui a beneficiare di strumenti specifici come le esenzioni al divieto di ottenere aiuti di Stato e di costituire cartelli, ma giudica che il Regolamento, così com'è, costituisca «una grave minaccia alla parità di condizioni all'interno della catena della logistica marittima».
Nel corso dell'assemblea annuale della Feport, tenutasi oggi a Bruxelles, il tema centrale della riunione è stata proprio la proposta della Commissione Europea di prorogare il Regolamento di esenzione per categoria (Consortia Block Exemption Regulation - BER) per altri quattro anni, senza modifiche, in quanto la valutazione degli effetti della norma - secondo la Commissione - avrebbero dimostrato che gli obiettivi e le giustificazioni per mantenere in vigore il provvedimento rimangono validi e che le condizioni di mercato del settore del trasporto marittimo di linea sembrerebbero ancora richiedere l'applicazione di un BER settoriale specifico.
La Feport ha evidenziato che tuttavia la stessa Commissione Europea ha riconosciuto che non esistono dati precisi sui consorzi BER e che è pertanto difficile valutare se alcuni consorzi siano inferiori al 30% in termini di quota di mercato. L'articolo 5 del Regolamento, che specifica le condizioni dell'esenzione, precisa infatti che un consorzio può beneficiare dell'esenzione per categoria se la quota di mercato congiunta dei membri del consorzio sul mercato rilevante su cui opera non supera il 30%, quota calcolata con riferimento al volume complessivo delle merci trasportate. La federazione dei terminalisti ha osservato che, secondo la valutazione della Commissione UE, solo un quinto dei consorzi rientra nell'ambito di applicazione del Regolamento dato che si può affermare con certezza che le loro quote di mercato sono inferiori al 30%.
«La scarsità di dati - ha rilevato il presidente della Feport, Gunther Bonz - pone anche la questione di come la Commissione controlli la conformità delle tre potenti alleanze di trasporto marittimo di linea che non rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento», ha precisato Bonz riferendosi alle tre principali alleanze armatoriali del settore, 2M, Ocean Alliance e THE Alliance, che assieme movimentano più di tre quarti del traffico marittimo containerizzato mondiale. I tre consorzi sono costituiti, rispettivamente, il primo dalle compagnie Maersk Line e Mediterranean Shipping Company (MSC), il secondo da Evergreen, CMA CGM e COSCO Shipping (inclusa la OOCL) e il terzo dalle compagnie Hapag-Lloyd, Ocean Network Express (ONE) e Yang Ming.
«È evidente - ha osservato Bonz - che l'attuale quadro non è più adeguato alla funzione che deve svolgere data la sempre maggiore concentrazione del mercato che va di pari passo con acquisizioni effettuate congiuntamente, come alcune compagnie di navigazione sembrano pronte a riconoscere». «In sintesi - ha aggiunto il presidente della Feport - gli utenti dei servizi di trasporto marittimo di linea e i loro fornitori di servizi hanno sofferto di una situazione di mercato sempre più squilibrata da quando i vettori hanno concluso importanti accordi di cooperazione. L'apparente accettazione da parte della Commissione di prolungare il BER senza disporre di informazioni sulle reali quote di mercato è allarmante e sconcertante».
La federazione dei terminalisti ha ricordato che la maggior parte degli intervistati nell'ambito della consultazione realizzata dalla Commissione Europea con lo scopo di valutare l'efficacia e validità del Regolamento, compresi i noleggiatori di navi, ha chiesto l'inclusione di disposizioni volte a migliorare il testo e a garantire un rapporto più equilibrato tra le compagnie di navigazione e i loro clienti e fornitori di servizi, mentre la Commissione ha proposto di prorogare il BER senza modifiche, respingendo le argomentazioni delle parti interessate che fanno parte della catena di approvvigionamento marittima e che hanno chiesto modifiche.
La Feport ha denunciato che l'approccio della Commissione Europea espresso nello Staff Working Document dello scorso 20 novembre accrescerà gli squilibri del mercato e la mancanza di trasparenza che caratterizza il monitoraggio delle quote di mercato dei consorzi.
Ribadendo che i terminalisti ritengono importante che l'industria marittima dell'UE possa beneficiare di strumenti specifici come le esenzioni, la Feport si è quindi associata alla richiesta di maggiore trasparenza e di un miglioramento di testi chiave come le Linee guida sugli aiuti di Stato per il trasporto marittimo e la Consortia Block Exemption Regulation. La federazione ha evidenziato che testi legislativi che non sono stati modificati per 15 anni devono essere aggiornati per tener conto degli sviluppi del mercato e delle disposizioni aggiuntive che sono state adottate dalla Commissione Europea.
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