Il drammatico attacco terroristico condotto con il dirottamento di quattro aerei di linea portati a schiantarsi contro edifici-simbolo della vita e delle istituzioni degli Stati Uniti ha sconvolto la società civile americana e mondiale. Un atto di guerra che ha colpito duramente non solo uno dei simboli del potere militare, il Pentagono, ma che ha letteralmente raso al suolo il cuore della vita economica e sociale della nazione statunitense, le torri gemelle del World Trade Center di New York. Il quarto velivolo, precipitato vicino a Pittsburg, è stato probabilmente abbattuto dall'aviazione americana.
L'immagine dell'incendio e del successivo crollo delle torri più alte della Grande Mela, che stagliate alle spalle della Statua della Libertà costituivano uno dei tratti inconfondibili dello skyline newyorkese, e le notizie ancora imprecise sul numero delle vittime, forse ventimila, hanno provocato panico e terrore anche nei mercati economici e finanziari. La decisione, ineludibile e senza precedenti, di chiudere i centri della finanza della nazione e di interrompere il traffico aereo ha comportato il blocco della vita commerciale in gran parte degli USA e, di riflesso, negli altri centri nevralgici dell'attività economica mondiale.
Misurato con il triste metro della perdita di vite umane l'evento è, come hanno titolato oggi molti giornali, apocalittico. Una scia di orrore che si ripercuoterà inevitabilmente sull'economia e sui rapporti politici tra le nazioni del pianeta.
L'attacco ha colpito direttamente anche le società marittime che avevano i propri uffici nelle torri del WTC, tra cui l'American Bureau of Shipping (ABS) e la Zim American Israeli Shipping Co. (gruppo Zim), rispettivamente al 91° piano e al 16° e 17° piano della torre nord, la Port Authority of New York & New Jersey, con uffici in vari piani della torre nord, e la New York Shipping Association, al 20° piano della torre sud.
La cancellazione dei voli ha determinato il blocco delle spedizioni e la sospensione di innumerevoli attività economiche. I rappresentanti delle principali società di distribuzione americane sono costretti ad ammettere di non poter prevedere quando la situazione tornerà alla normalità.
L'attacco ha provocato la sospensione temporanea anche di servizi ferroviari e marittimi e la cancellazione di incontri, conferenze, convegni.
La navigazione nella sezione statunitense della St. Lawrence Seaway è stata interrotta. Il porto di New York - New Jersey ha chiuso oggi tutti i terminal portuali, senza specificare quando l'attività potrà essere ripresa. Ma gli effetti si ripercuotono anche sull'attività dei porti della West Coast, che è notevolmente rallentata.
Lo stato di allerta proclamato negli Stati Uniti e in molti centri militari all'estero riguarda anche le frontiere, in particolare quelle tra gli USA e Canada e Messico, dove il traffico è congestionato e frenato dall'intensificarsi dei controlli.
Un impatto sul tessuto economico americano e mondiale che, secondo molti analisti, avrà un effetto dirompente a lungo termine: oggi se ne intravedono solo le avvisaglie.
L'incubo del mondo economico mondiale è il possibile rapido aumento dei prezzi, in primo luogo del petrolio. Ieri l'OPEC ha affermato che tutte le nazioni produttrici di greggio continueranno ad adoperarsi per garantire la stabilità del mercato ed assicurare forniture sufficienti; «inoltre - ha rassicurato il segretario generale dell'organizzazione dei paesi produttori di petrolio, Alí Rodríguez Araque - i membri dell'OPEC sono pronti ad utilizzare le loro scorte, se necessario, per raggiungere questi obiettivi».
Bruno Bellio
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