Feport (Federation of European Private Port Companies and Terminals) ha ribadito la necessità di una revisione del Consortia Block Exemption Regulation (BER), il regolamento europeo relativo all'esenzione per categoria dei consorzi di compagnie di navigazione containerizzate, norma di cui nei mesi scorsi le principali organizzazioni del settore armatoriale hanno chiesto l'estensione e di cui le rappresentanze delle imprese portuali e della logistica hanno invece sollecitato l'abrogazione ( del 21 dicembre 2018 e 19 febbraio 2019).-
- In occasione dell'assemblea annuale della federazione dei terminal operator privati europei, tenutasi venerdì scorso a Burgas, in Bulgaria, Feport ha adottato un Manifesto che evidenzia i principali temi di maggiore importanza per le imprese che movimentano merci nei porti europei e che danno lavoro ad oltre 390mila persone, documento che è stato definito quale mezzo per avviare un dialogo costruttivo con i nuovi deputati e commissari europei che dovranno proporre e adottare leggi nei prossimi cinque anni.
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- Uno dei punti portati all'attenzione dei nuovi legislatori dell'UE è appunto il regolamento 906/2009 di esenzione per categoria. «La revisione del BER per i consorzi - ha sottolineato il presidente di Feport, Gunther Bonz - rappresenta un buon esempio di uno strumento settoriale che ha un impatto che va ben al di là dell'industria che ne beneficia. Questo - ha spiegato - è il motivo per cui è essenziale modificare il regolamento e conferire maggiore chiarezza e certezza giuridica alle compagnie di navigazione, ai fornitori di servizi portuali e ai proprietari delle merci. La cosa peggiore che potrebbe accadere - ha rilevato Bonz - sarebbe che la Direzione Generale della Concorrenza ritenga che non sia necessario modificare il regolamento perché attualmente i noli del trasporto marittimo sono molto bassi, a causa dell'eccesso di capacità nel mercato dei container. Un approccio del genere - ha evidenziato il presidente di Feport - sarebbe dannoso in quanto non tiene conto delle dinamiche del settore della logistica del trasporto marittimo nonché di altri indicatori quali l'efficienza e l'affidabilità».
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- Ricordando che operatori portuali e terminalisti sono fornitori di servizi al settore del trasporto marittimo di linea e che questi operatori portuali hanno bisogno di parità di condizioni quando si tratta di negoziare con i propri clienti, Bonz ha osservato che l'acquisizione di servizi portuali da parte di alleanze armatoriali formate da più compagnie di navigazione che beneficiano delle esenzioni di categoria BER non dovrebbe essere consentita in quanto crea una situazione di squilibrio all'atto delle negoziazioni: «i consorzi BER - ha specificato - non dovrebbero avere come risultato l'indebolimento del potere negoziale dei fornitori di servizi portuali».
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- In particolare, secondo Feport, è necessario che i legislatori europei facciano chiarezza su ciò che il regolamento consente ai consorzi armatoriali di fare e di non fare. «Ci auguriamo - ha concluso Bonz - che la futura strategia per il settore della logistica marittima rispecchierà le aspettative che abbiamo espresso in questo contributo e siamo ansiosi di cooperare con nuovi eurodeputati eletti, con i nuovi commissari e con i loro staff».

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