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31 maggio 2022
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- Le associazioni dell'autotrasporto protestano per
l'abolizione delle regole sui tempi di carico e scarico e di attesa
dei camion al porto della Spezia
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- È - denunciano - una scelta irresponsabile che blocca
il tentativo concreto di migliorare l'operatività dei camion
nel porto
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Le associazioni dell'autotrasporto hanno protestato per la
decisione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure
Orientale di non adottare l'ordinanza sui tempi di carico e scarico
e di attesa dei camion al porto della Spezia, decisione resa nota
con comunicazione ufficiale del presidente dell'ente portuale, Mario
Sommariva, nella quale viene evidenziato che «a seguito del
voto negativo dell'Organismo di Partenariato nella seduta del 27
maggio u.s., l'ordinanza relativa alla “Regolazione
dell'accesso dei mezzi pesanti nel porto della Spezia e introduzione
dei livelli di servizio del sistema portuale” non sarà
adottata poiché, ai sensi della lettera c), comma 3, art. 11
bis della legge 84/94, a tale Organismo compete la “determinazione
dei livelli di servizio, suscettibili di incidere sulla complessiva
funzionalità ed operatività del porto.” Con tale
atto deliberativo da parte dell'organo collegiale competente -
specifica la comunicazione - si intende quindi conclusa la fase
sperimentale di gestione dell'ordinanza stessa. Resta inteso che la
restante parte dell'ordinanza, relativa ad una mera regolazione
della sosta e della viabilità, ferma restando la condivisione
dell'Autorità Marittima, sarà oggetto di una nuova
ordinanza, assunta in via definitiva».-
- «Prendiamo atto - hanno denunciato le associazioni
dell'autotrasporto Anita, Assotir, Confartigianato Trasporti, Fita
Cna e Trasportounito - che i rappresentanti degli operatori portuali
hanno deciso di bocciare l'ordinanza con la quale la Port Autority,
regolando i tempi di carico e scarico e di attesa dei camion, si
poneva l'obiettivo di impegnare tutta la comunità portuale al
rispetto di livelli di servizio adeguati ai sensi della legge 84,
ovvero tempi di carico e scarico massimi oltre i quali far
intervenire penalità o (nel caso rarissimo di una
accelerazione) forme di premialità. Non possiamo quindi che
ritenere questa una scelta irresponsabile che blocca il tentativo
concreto di migliorare l'operatività dei camion nel porto,
riducendo al contempo gli enormi extra costi di attese e code che
quotidianamente devono subire le imprese di autotrasporto, senza
dimenticare gli insopportabili disagi a cui devono assoggettarsi gli
autisti».
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- «Ancor più grave - hanno sottolineato le
associazioni dell'autotrasporto - è che dicendo di no
all'ordinanza gli operatori hanno bloccato un'azione utile anche per
le capacità dei servizi portuali alla merce e quindi di
rafforzamento della competitività dell'intero scalo. Una
bocciatura che arriva dopo una sperimentazione transitoria durata
mesi che aveva permesso, per la prima volta, di misurare sul campo i
tempi di entrata ed uscita dal porto e mettere a fuoco alcune
problematiche su cui intervenire con step successivi e che si poneva
l'obiettivo di ridurre l'inquinamento e la pressione costante che la
città deve sopportare. Forse, però, è proprio
la volontà di mantenere lo status quo, a dispetto dell'intera
città e del rispetto di tutti gli operatori della filiera
logistica, che chi ha votato contro ha voluto sottolineare».
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- «Quanto accaduto a La Spezia - ha commentato il
coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnochetti - è
gravissimo: si tratta infatti della prova provata dell'impossibilità
delle Autorità di Sistema Portuale di governare le scelte se
la capacità di coesione di pochi player economici mondiali, a
capo di associazioni e lobby si traduce in una prova di forza e
nell'affermazione di interessi particolari. Nella totale
disattenzione e nel silenzio assordante del Ministero competente
viene sconfessata la governance dell'Autorità di Sistema
Portuale perpetrando una situazione di degrado in cui migliaia di
ore di attesa continuano a tradursi in una penalizzazione delle sole
imprese di autotrasporto. Un'altra piccola ma significativa
sconfitta dello Stato - ha proseguito Tagnochetti - che deve fare
retromarcia rispetto a un'azione organica di regolazione dei cicli
operativi dei camion nei porti; regolazione che non può
prescindere dalla definizione di standard minimi di servizio delle
operatività portuali, in primis terminalistici e quindi dalla
responsabilizzazione di tutti gli operatori che intervengono nella
programmazione e nell'affidamento dei servizi di trasporto».
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- Rimarcando che un tale modello di regolazione dell'operatività
esiste ed è quello del porto di Barcellona, Tagnochetti ha
concluso rilevando che «di fronte a cambiamenti epocali nel
trasporto marittimo e nella logistica dei terminal, travolti da
fenomeni quali blank sailing, rotazioni navi, aree operative
congestionate negli scali, just in time esasperato, infrastrutture
inadeguate, le AdSP stanno provando a organizzare una risposta
basata sul necessario tracciamento dell'operatività dei
camion, con l'automazione di varchi portuali e la digitalizzazione
documentale. Ma - si è chiesto il rappresentante di
Trasportounito - il caso La Spezia fa scattare più di un
allarme: le AdSP hanno il potere di governare?».
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