
Se non si garantisce la sicurezza del trasporto marittimo si
mettono a repentaglio gli scambi commerciali mondiali. Lo ha
sottolineato ieri il segretario generale delle Nazioni Unite,
António Guterres, intervenendo ad un dibattito ad alto
livello del Consiglio di sicurezza dell'Onu. «Da tempo
immemorabile - ha affermato - le rotte marittime collegano il mondo.
Ma gli spazi marittimi sono sempre più sotto pressione, e
senza sicurezza marittima non può esserci sicurezza globale».
Guterres ha specificato che gli spazi marittimi subiscono una
crescente pressione sia da minacce tradizionali che da nuovi
pericoli, tra cui pirateria, rapine a mano armata, traffici
illeciti, terrorismo, attacchi informatici e controversie
territoriali.
Citando i dati del Global Integrated Shipping Information System
dell'International Maritime Organization, che segnalano 60 incidenti
causati da atti di pirateria e da rapine contro le navi avvenuti nel
primo trimestre del 2025 rispetto a 41 nello stesso periodo dello
scorso anno, il segretario generale dell'Onu ha precisato che
l'aumento degli incidenti è stato più pronunciato in
Asia, soprattutto nei trafficati stretti di Malacca e Singapore.
Inoltre - ha aggiunto - proseguono gli attacchi alle navi nel Mar
Rosso e nel Golfo di Aden da parte delle forze Houthi, così
come le interruzioni al traffico marittimo nel Mar Nero e la
crescita delle reti criminali che trafficano droga e persone
attraverso il Golfo di Guinea, il Mediterraneo e l'Atlantico.
Nel suo intervento, Guterres ha delineato una strategia su tre
fronti per rafforzare la sicurezza marittima, evidenziando che è
necessaria un'azione globale decisa e coordinata, indipendentemente
dai singoli focolai o da episodiche interruzioni del trasporto
marittimo. La strategia è basata sul rispetto del diritto
internazionale, sull'affrontare le cause profonde che pongono a
rischio la sicurezza marittima e sul rafforzamento dei partenariati
globali. Riguardo alle cause profonde, Guterres ha sollecitato
investimenti nelle comunità costiere, nella riforma
giudiziaria e nel rafforzamento delle capacità marittime nei
Paesi in via di sviluppo, dalla sorveglianza alla sicurezza
portuale.
Inoltre, Guterres ha invitato tutte le nazioni a rispettare il
diritto internazionale, in particolare la Convenzione delle Nazioni
Unite sul diritto del mare (UNCLOS), il trattato internazionale che
definisce il quadro giuridico per tutte le attività marittime
e regola l'uso degli oceani e delle loro risorse. «Questo
quadro - ha precisato - è forte solo nella misura in cui gli
Stati si impegnano per una sua piena ed efficace attuazione».
Al dibattito è intervenuta anche Melina Travlos,
presidente dell'Unione degli Armatori Greci, che ha lanciato un
avvertimento: se il sistema marittimo globale si ferma - ha ammonito
- l'economia mondiale crollerà in soli 90 giorni.
Evidenziando che «il trasporto marittimo unisce il mondo, non
saltuariamente, ma costantemente», Travlos ha sollecitato una
maggiore protezione dei marittimi e delle infrastrutture marittime
in un contesto di crescenti e più complesse minacce.
Christian Bueger, professore di relazioni internazionali
all'Università di Copenaghen, ha ricordato che dagli anni '90
del secolo scorso il commercio marittimo ha registrato un aumento
del +300%: «mai prima d'ora nella storia - ha sottolineato -
siamo stati così dipendenti dal mare come lo siamo oggi».
Bueger ha esortato gli Stati membri dell'Onu ad adottare un
approccio alla sicurezza marittima più sistematico e basato
sull'evidenza, sollecitando una risposta globale interconnessa così
come lo sono le minacce che devono essere affrontate.