Independent journal on economy and transport policy
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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVIII - Numero 31 GENNAIO 2020
TRASPORTO INTERMODALE
MOSCA RIVELA UN GRANDIOSO PIANO MULTIMODALE PER LA ROTTA
POLARE
Era in cantiere da un po', ma poco prima dell'inizio del nuovo
decennio il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev ha sottoscritto il
piano di sviluppo per la Rotta del Mare del Nord per i prossimi 15
anni.
Lo riferisce il giornale online The Barents Observer.
Trasporto marittimo permanente
Il piano include niente meno che 84 punti da completarsi entro
il 2035: dallo sviluppo delle necessarie infrastrutture e dalla
costruzione di nuove navi alla mappatura delle risorse naturali ed
al lancio di nuovi satelliti ed equipaggiamento meteorologico.
Fra le altre cose, i russi vorrebbero sviluppare un collegamento
permanente di trasporto marittimo attraverso le acque artiche a nord
della Siberia al più presto possibile.
Nel 2018 sono state trasportate circa 20,2 milioni di tonnellate
di merci attraverso la rotta polare, in gran parte petrolio e gas
russi.
Il Cremlino aspira ad incrementare i volumi delle merci
attraverso questa rotta sino a otto milioni di tonnellate nel 2024.
Rosatom
La società statale Rosatom è direttamente
coinvolta nella realizzazione ed attuazione di questi piani.
Il conglomerato nucleare di quasi trecento società e
250.000 dipendenti considera la rotta polare fra lo Stretto di
Bering ed il Mare del Nord come un'alternativa alla rotta fra l'Asia
orientale e l'Europa via Canale di Suez.
La società vuole investire, fra le altre cose, sette
miliardi di dollari per finanziare nuove navi portacontainer ed
infrastrutture portuali resistenti al ghiaccio sul cosiddetto
Passaggio a Nord-Est.
Dettaglio saliente: il Presidente Vladimir Putin è il
fondatore della Rosatom.
Nel 2007 aveva firmato la legge che aboliva l'allora agenzia
atomica federale, dopo di che tutte le sue attività e
proprietà erano state trasferite alla Rosatom.
Altre società che contribuiscono alla pianificazione
comprendono i giganti del petrolio e del gas Novatek, Gazprom Neft,
Rosneft ed Independent Oil Company.
Quest'anno
Al fine di centrare gli obiettivi del piano inerente alla Rotta
Polare, il governo russo e le società coinvolte dovranno
lavorare sodo.
Quest'anno sono già in agenda un certo numero di
importanti questioni.
Ad esempio, dovrà esserci un accordo ad aprile in ordine
ad un programma di ricerca geologico regionale.
Importanti decisioni dovranno essere assunte a giugno sullo
sviluppo di una linea ferroviaria alla volta del porto marittimo e
del terminal GNL di Sabetta, situato nella penisola siberiana di
Yamal nella Russia settentrionale.
Collegamenti ferroviari
Negli anni a venire ci si dovrà occupare anche dello
sviluppo dei collegamenti ferroviari.
Verso dicembre 2022 il governo russo dovrà dotarsi di un
programma per la ferrovia Belkomur fra il porto di Arkhangelsk e
Perm, una importante città industriale e porto interno
situata a circa 1.100 km ad est di Mosca.
Nello stesso periodo si dovrebbe anche chiarire quado inizierà
la costruzione della linea ferroviaria di Sosnogorsk, una città
nel mezzo della repubblica autonoma di Komi, e di Indiga, in cui la
costruzione di un nuovo porto marittimo ad acque profonde comincerà
all'inizio del 2020.
A metà del 2024 dovrà esserci la progettazione
della linea ferroviaria di Salekhard che collega la sede centrale
della società del gas Novatek al di là del fiume Ob
con la stazione capolinea di Novey Urengoy.
Un certo numero di partecipate della Gazprom sono situate nella
Siberia nordoccidentale: la Urggojgazprom e la Jamburggazdobytsja
che assieme detengono il 74% di tutto il gas russo.
216 miliardi di euro
I più importanti lavori di dragaggio sul fiume Ob, che
dovrebbe assicurare il corretto transito di grandi navi nella zona,
dovranno essere completati a dicembre del 2021.
Il Murmansk Transport Hub, un progetto con una nuova ferrovia di
46 km ed impianti portuali sulla costa occidentale della Baia di
Kola, dovrebbe essere completato nello stesso mese.
Il governo russo stima che nel corso dei prossimi quindici anni
non meno di 216 miliardi di euro saranno investiti nello sviluppo
della regione polare russa mediante, fra l'altro, la concessione di
rilevanti incentivi fiscali a favore di progetti petroliferi, di
produttori di GNL, dell'industria petrolchimica e di imprese
impegnate nell'estrazione di minerali esteri.
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