
Le nuove misure politiche definite dall'International Maritime
Organization (IMO) per decarbonizzare lo shipping sono
sufficientemente ambiziose da guidare la transizione verso
carburanti scalabili a zero emissioni, ma questi fuel avranno
successo solo se beneficeranno di incentivi significativi e, nel
tempo, di sanzioni più severe per la non conformità.
Lo evidenzia un nuovo rapporto della Getting to Zero Coalition e del
Global Maritime Forum (GMF) che sottolinea come i combustibili
scalabili a zero emissioni come l'ammoniaca verde e il metanolo
verde abbiano il potenziale più elevato per consentire di
raggiungere gli obiettivi del settore per il 2040, ma le loro catene
del valore devono essere sviluppate entro il prossimo decennio per
garantirne la redditività commerciale.
Il rapporto “IMO's policy measures: What's next for
shipping’s fuel transition?” specifica che le previsioni
a lungo termine basate sulla metodologia Total Cost of Ownership di
UMAS e UCL e su oltre 30 interviste con gli stakeholder per
analizzare gli investimenti di capitale e le opzioni operative del
settore a seguito dell'adozione da parte dell'IMO degli standard di
Global Fuel Intensity ( GFI) e di sanzioni per la non conformità
rileva che le navi dual-fuel alimentate a gas naturale liquefatto e
ad ammoniaca saranno le opzioni più competitive in termini di
costi entro la metà degli anni '30, con l'ammoniaca che
prenderà il sopravvento a partire approssimativamente dal
2037.
Il documento specifica che, sebbene oggi esistano molteplici
percorsi di conformità rispetto alle norme IMO, la crescente
severità del GFI e le sanzioni più elevate favoriranno
progressivamente i carburanti a zero emissioni scalabili,
allontanando il settore dalle opzioni basate sui combustibili
fossili come il gas naturale liquefatto e orientandolo verso gli
e-fuel basati sull'idrogeno verde. Evidenziando quindi che gli
e-fuel offrono al trasporto marittimo il potenziale più
elevato nel raggiungimento dei suoi obiettivi di decarbonizzazione a
lungo termine, l'analisi precisa che sono necessari un'adozione
tempestiva e lo sviluppo della catena del valore affinché
raggiungano la redditività commerciale in tempo utile.
L'analisi spiega che la modellizzazione del TCO rivela che,
anche senza incentivi mirati a stimolare la diffusione degli e-fuel,
è probabile che nel prossimo decennio i combustibili
convenzionali saranno significativamente più costosi del gas
naturale liquefatto e dell'ammoniaca. Il GNL avrà il costo
comparativo più basso tra il 2030 e il 2035, sebbene questo
potrebbe ciò potrebbe estendersi al 2037 grazie all'utilizzo
di sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio a bordo delle navi.
Invece l'ammoniaca, in particolare l'ammoniaca blu, è
destinata a diventare l'opzione più competitiva in termini di
costi a partire dal 2037. Il rapporto osserva che, data la lunga
durata di questi investimenti, è probabile che gli ordini di
navi a doppio combustibile alimentabili ad ammoniaca diventino già
oggi la scelta competitiva. Tuttavia, per garantire che alternative
scalabili all'e-fuel siano pronte in tempo, le linee guida IMO
dovrebbero introdurre incentivi che ne garantiscano la competitività
già oggi.
«Il nuovo quadro normativo dell'IMO rappresenta un passo
avanti storico - ha spiegato Jesse Fahnestock, direttore per la
decarbonizzazione del Global Maritime Forum - tuttavia, se gli
e-fuel non diventano competitivi in tempi brevi, c'è il
rischio che il settore si imbatta in colli di bottiglia con
l'intensificarsi degli sforzi di decarbonizzazione».
«Prendendo in considerazione la domanda di decarbonizzazione
nel lungo termine - ha aggiunto - ordinare navi dual-fuel in grado
di funzionare con e-fuel sembra già una decisione
intelligente. Ma futuri adeguamenti delle politiche possono fare
molto per incoraggiare gli investimenti in impianti di produzione di
e-fuel».
«Ora - ha concluso Fahnestock . disponiamo di una base
normativa, ma sono necessari ulteriori sviluppi e adeguamenti
affinché gli e-fuel diventino sostenibili in una fase
sufficientemente precoce per realizzare le ambizioni di
decarbonizzazione del settore. Sebbene non fare nulla non sia più
un'opzione, le regole devono comunque essere definite in modo da
incentivare gli investimenti necessari per il futuro del trasporto
marittimo».