Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
16:18 GMT+2
CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 APRILE 2019
PORTI
UNA REGIONE DI POTENZE PORTUALI
L'Asia Orientale ha molto da offrire al mondo odierno: secondo
la Banca Mondiale, la subregione situata lungo il Pacifico è
responsabile di quasi il 40% della crescita economica mondiale.
Non sorprende quindi che la regione sia la sede di otto dei
dieci maggiori porti del mondo, secondo il Forum Economico Mondiale.
Shanghai in Cina è il più grande, mentre le
superpotenze Shenzhen e Ningbo-Zhoushan sono rispettivamente terzo e
quarto e Busan in Corea del Sud è quinto.
Inoltre, un terzo di tutti i container a livello mondiale
vengono movimentati attraverso i porti cinesi.
Il porto di Shanghai spinge per una continua espansione della
capacità, in linea con altri porti affermati in Cina.
L'anno scorso la crescita annua in porto è stata del
4,4%: modesta rispetto agli standard del passato, sebbene essa in
effetti abbia aggiunto 1,8 milioni di TEU al totale della struttura.
Anche la digitalizzazione gli sta dando una spinta dato che il
porto partecipa al consorzio della catena di blocchi Global Shipping
Business Network, una piattaforma digitale libera che si basa sulla
tecnologia del registro distribuito.
Gli altri partecipanti sono i fedelissimi operatori
terminalistici DP World e PSA International.
Shanghai fa anche parte di un'altra associazione imprenditoriale
di catena di blocchi ed intelligenza artificiale, agevolata dalla
APMEN Trade Tech and Ideanomics, allo scopo di migliorare le
operazioni di trasporto marittimo mediante l'integrazione dei dati
del porto e della filiera distributiva.
Essa ha in programma di rinnovare il proprio Sistema di Gestione
del Traffico Navale con la ditta specializzata in sicurezza Saab in
un progetto destinato a partire a giugno 2020 che va a rimpiazzare
gran parte degli attuali sistemi di radar e comunicazione ed
istituisce un nuovo centro di supervisione.
L'ultimo sviluppo del percorso di crescita di Shanghai ha visto
il suo operatore Shanghai International Port Group fare ingresso in
un accordo di cooperazione con l'operatore Zhejiang Provincial
Seaport Investment & Operation Group del porto di Ningbo - il
porto cinese situato di fronte a Shanghai - nel contesto di un
programma di sviluppo per la parte settentrionale dell'area portuale
di Xiao Yangshan.
Ci si aspetta che l'iniziativa incrementi l'efficienza dei
carichi in transito sul fiume Yangtze e riduca i costi.
La regione del delta del fiume Yangtze è responsabile di
fino al 70% dei risultati produttivi del porto di Shanghai e di
quasi il 50% delle merci delle esigenze di Yangshan per il trasporto
supplementare via acqua.
Alti e bassi
Dalle parti del Vietnam, lo sviluppo di un ambizioso progetto ad
acque profonde presso il porto di Lach Huyen nella città di
Hai Phong nel nord del paese sta proseguendo speditamente.
Il mese di maggio dello scorso anno ha fatto segnare l'apertura
del suo HICT (Haiphong International Container Terminal), una
associazione imprenditoriale fra la vietnamita Saigon Newport
Corporation, le giapponesi MOL (Mitsui OSL Lines) e ITOCHU e la taiwanese Wan Hai Lines.
Essa rappresenta il primo partenariato pubblico-privato fra il
Giappone ed il Vietnam.
"Supportato da un prestito in yen da parte del Giappone, il
governo vietnamita ha realizzato vari progetti infrastrutturali
quali una bonifica, un argine di protezione, una struttura idraulica
ed un frangiflutti, un cavalcavia ed una strada di accesso fra il
porto e l'isola di Cat Hai" ha dichiarato la MOL al momento
dell'inaugurazione dell'HICT.
Lo HICT è il più grande terminal container ad
acque profonde nel Vietnam settentrionale, con una lunghezza di
banchina complessiva di 750 metri, un canale di accesso di 14 metri,
660 metri di bacino di svolta e 16 metri di ormeggi.
Lo HICT è in grado di accogliere navi portacontainer di
sino a 14.000 TEU ed offre una produttività annua per i
carichi di 1,1 milioni di TEU.
Tuttavia, le prospettive non sono così rosee per un
terminal a sud dello HICT.
Lo SPCT (Saigon Premier Container Terminal) della DP World a
Città di Ho Chi Minh è stato inaugurato nel 2010
mirando ai volumi containerizzati, ma il terminal è stato
costretto a cambiare rotta dopo che la grave sedimentazione nel
fiume Soài Rap ha impedito alle grandi portacontainer di
raggiungerlo.
È compito dello stato dragare i passaggi ed una carenza
di finanziamenti e la burocrazia ha ostacolato le operazioni di
dragaggio.
Alternative automobilistiche
Mentre aspetta che il dragaggio avvenga, lo SPCT si è
rivolto al settore automobilistico per arginare le perdite, cosa che
si è rivelata un'iniziativa di buon senso.
Verso la fine del 2018 il terminal ha riferito ottimi risultati
produttivi in relazione ai veicoli a motore ad assemblaggio
completo.
Lo SPCT offre una capacità di stoccaggio di circa 5.000
auto nel proprio sito di 23 ettari.
"Non vedo altri tipi di capacità adeguata ad
accogliere i veicoli ad assemblaggio completo in altre zone della
Città di Ho Chi Minh e pertanto dovremmo concentrarci su
quella" afferma citato dalla stampa locale Andrew Hoad,
amministratore delegato e direttore generale della DP World Asia
Pacific.
"La DP World è qui per restare e questo è un
contributo concreto che possiamo offrire all'economia in qualità
di agevolatori dei traffici".
La tornata successiva di dragaggio del canale del fiume Soài
Rap era in programma a febbraio, ma non c'è stata alcuna
conferma che ciò sia avvenuto.
In Corea del Sud l'espansione della capacità continua sia
presso il porto di Busan che presso quello di Incheon.
L'Autorità Portuale di Busan sta andando avanti con la
realizzazione di una zona logistica di 50.000 m2, che
comprende 34.000 m2 di magazzini e strutture a supporto,
nel parco industriale di Maasvlakte nella città olandese di
Rotterdam, le cui operazioni commerciali si prevede che inizieranno
nell'estate del 2021.
Nel contempo, l'operatore Busan New Container Terminal ha
siglato un accordo con il fornitore di soluzioni informatiche
marittime CyberLogitec per la messa in atto di un sistema operativo
terminalistico.
Il porto di Incheon sta lavorando a sviluppi nell'hinterland
dato che l'Autorità Portuale di Incheon ha siglato un accordo
con l'Autorità della Zona Franca Economica ai fini della
realizzazione di un partenariato di cooperazione.
Il passaggio ad accordi di cooperazione nazionali o
transfrontalieri in Corea del Sud non è casuale.
Dal momento che il settore edilizio nazionale è in
difficoltà, ci sono iniziative intenzionali finalizzate a
dare impulso a partenariati allo scopo di spingere i traffici
attraverso i porti del paese.
La Corea del Sud ha offerto il proprio supporto allo sviluppo di
un porto secco nel paese senza sbocco al mare del Laos attraverso un
Protocollo d'Intesa con il quale si conviene di mettere in atto
congiuntamente progetti di cooperazione per lo sviluppo portuale e
lo scambio di risorse umane quali gli esperti portuali.
Con un altro Protocollo d'Intesa dalla fine dello scorso anno è
stata convenuta l'istituzione di un piano di base per 34 porti in
tutto il paese del Vietnam, con la collaborazione per lo sviluppo
portuale fra i due paesi.
Con quel Protocollo d'Intesa la Corea del Sud si è
impegnata ad aiutare il Vietnam a studiare la funzione dei porti per
regione, direzione e tempistica di sviluppo così come la
progettazione delle infrastrutture portuali.
Si allenta la morsa di Hong Kong
Mentre i terminal della Cina continentale hanno avuto il
vantaggio di poter cavalcare l'onda lunga negli ultimi anni, Hong
Kong è stato lasciato indietro.
La ditta di consulenze Drewry ha riferito quest'anno che il
Porto di Hong Kong è uscito dalla classifica dei primi cinque
più trafficati terminal container marittimi del mondo per la
prima volta da quando la Drewry ha iniziato a compilare i dati
relativi ai porti mondiali 30 anni fa.
Nel 2006 il porto aveva movimentato 23,54 milioni di TEU, ma
l'anno scorso è scivolato sino a 19,64 milioni di TEU secondo
i dati della Drewry.
Neil Davidson, analista senior della ditta di consulenze per
porti e terminal, nota che dagli anni '90 i porti della Cina
continentale come Guangzhou e Shenzhen hanno assistito ad
un'imponente espansione ed a investimenti in moderni impianti e si
sono trasformati in concorrenti molto più efficienti di Hong
Kong.
"Allo stesso tempo, questi porti continentali sono più
vicini alle fabbriche cinesi, che hanno assistito ad una enorme
crescita dall'apertura dell'economia cinese" ha dichiarato
Davidson a Port Strategy.
"Gran parte dei traffici di Hong Kong consistono in volumi
relativi alle chiatte che trasportano i carichi da e per il
continente prima di essere spediti a livello internazionale e queste
movimentazioni fluviali sono state rimpiazzate in parte dagli scali
diretti delle navi di linea primaria nei porti della Cina
continentale.
Inoltre, il costo del lavoro portuale di Hong Kong è più
alto di quello del continente dal momento che il costo della vita a
Hong Kong è più alto e la forza lavoro è più
facilmente disponibile nei porti continentali.
Inoltre, il terreno è più costoso e più
scarso a Hong Kong ed esistono pressioni per utilizzare i terreni
per altri scopi.
Questi fattori stanno a significare che gli oneri di
movimentazione terminalistica sono più alti a Hong Kong che
nei porti continentali" afferma Davidson.
Per di più, Davidson sottolinea che in precedenza quei
moli presentavano il vantaggio unico di non essere classificati come
porto cinese e pertanto esso era "il solo porto cinese non
soggetto a limitazioni per il cabotaggio".
Tuttavia dal 2016 a diversi altri porti primari cinesi sono
state concesse esenzioni in ordine a tali limitazioni.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore