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COMMERCIO
In crescita congiunturale il valore degli scambi commerciali del G20 nel primo trimestre del 2025
Il commercio di servizi ha registrato un calo del -0,7% delle esportazioni e un aumento del +1,0% delle importazioni
Parigi
23 maggio 2025
Nel primo trimestre del 2025 il valore degli scambi commerciali
delle nazioni del G20 è aumentato, con esportazioni e
importazioni che hanno registrato una crescita congiunturale
rispettivamente del +2,0% e del +3,1% rispetto al quarto trimestre
del 2024. Annunciando oggi tale rialzo, l'Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha spiegato che
l'aumento delle esportazioni è principalmente attribuibile
all'Unione Europea, mentre le importazioni sono state trainate dagli
Stati Uniti.
In particolare, il Nord America ha registrato una performance
prevalentemente positiva nello scambio di merci. Negli Stati Uniti
le esportazioni sono aumentate del +3,5% trainate in parte
dall'aumento delle vendite di aeromobili e computer, mentre i
maggiori acquisti di forniture industriali e prodotti farmaceutici
hanno alimentato la crescita delle importazioni (+19,0%), con
l'annuncio di nuovi dazi da parte dell'amministrazione USA che
probabilmente ha spinto gli importatori ad accelerare le spedizioni
in previsione di costi futuri più elevati. In Canada, le
esportazioni sono aumentate del +4,1% sostenute da maggiori vendite
di veicoli a motore e prodotti energetici, in particolare petrolio
greggio il cui prezzo è aumentato a causa del calo delle
scorte negli Stati Uniti. Le importazioni canadesi sono aumentate
del +1,9%, in gran parte a causa dei maggiori acquisti di veicoli a
motore e componenti.
L'Europa ha registrato risultati commerciali generalmente
positivi. La crescita delle esportazioni di merci ha acquisito
slancio nel Regno Unito (+4,7%) e nell'Unione Europea (+2,8%). Le
esportazioni dell'Italia sono aumentate del +3,0% trainate
principalmente da prodotti farmaceutici e forniture mediche, mentre
la Germania ha registrato un aumento del +0,8% delle esportazioni e
un aumento del +2,0% delle importazioni.
L'Asia orientale ha registrato risultati commerciali
contrastanti. Le esportazioni della Cina sono cresciute del +1,1%,
in parte a causa delle maggiori spedizioni di terre rare, mentre le
importazioni in Cina sono invece diminuite del -3,7% riflettendo i
minori acquisti di prodotti meccanici ed elettrici, come i circuiti
integrati. Il Giappone ha registrato un aumento del +3,7% delle
esportazioni, principalmente a causa delle vendite di navi e aerei.
Al contrario, la debolezza delle vendite nel settore automobilistico
ha pesato sulle esportazioni di merci coreane che sono diminuite del
-4,3%.
Le stime preliminari relative al primo trimestre di quest'anno
indicano inoltre un quadro eterogeneo per il commercio di servizi
delle nazioni del G20, con le esportazioni in calo congiunturale del
-0,7% e le importazioni in aumento del +1,0%. Le esportazioni di
servizi sono aumentate del +0,4% negli Stati Uniti nonostante un
forte calo dei ricavi derivanti dai viaggi, mentre le importazioni
sono cresciute del +2,5%. Al contrario, sia le esportazioni (-3,2%)
che le importazioni (-3,6%) hanno subito una contrazione in Canada,
con la minore spesa per i viaggi negli Stati Uniti che ha pesato sul
dato delle importazioni.
Il commercio di servizi ha continuato a contrarsi in Francia e
Germania, ma ha segnato una ripresa in Italia con esportazioni e
importazioni in crescita rispettivamente del +7,2% e del +3,5%.
Analogamente, il Regno Unito ha registrato una crescita sia delle
esportazioni (+1,7%) che delle importazioni (+4,6%).
Le esportazioni di servizi sono diminuite in Giappone e Corea,
mentre le importazioni sono aumentate rispettivamente del +6,1% e del
+2,3%. In Cina, le esportazioni di servizi hanno subito una forte
contrazione (-6,0%) principalmente a causa della riduzione dei ricavi
derivanti da trasporti e costruzioni, mentre le importazioni sono
cresciute del +4,5%. Le esportazioni di servizi sono diminuite anche
in Brasile (-1,2%) e in India (-0,1%); quest'ultima ha registrato
anche un crollo della crescita delle importazioni (-9,1%).
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