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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 7-8/2002 - LUGLIO/AGOSTO 2002 |
Trasporto intermodale
Lo sviluppo dei servizi ferroviari intermodali in Gran Bretagna
Sin dalla sua privatizzazione nel 1996, la Freightliner ha dovuto
continuamente tenere sotto controllo la propria posizione sul
mercato. Malgrado possa usufruire di un virtuale monopolio sul
trasporto intermodale nel Regno Unito, i suoi risultati sinora
non sono stati impressionanti. Nell'ultimo rapporto finanziario
della società, che riguardano l'annata sino al 31 marzo
2001, essa presenta una perdita al lordo d'imposta di 2,7 milioni
di sterline, che fa seguito ad una perdita di 0,8 milioni di sterline
l'anno precedente.
Peter Maybury, direttore generale aggiunto della Freightliner
Intermodal, che rappresenta quasi il 95% di tutta l'attività
del gruppo, ha commentato: "In parte, questi risultati discendono
da circostanze alquanto eccezionali. Ad esempio, dopo l'incidente
del treno passeggeri a Hatfield nell'ottobre 2000, abbiamo perduto
il 20% della nostra capacità per diversi mesi a causa di
riparazioni da effettuare sui binari. Tuttavia, anche la nostra
piattaforma dei costi si è rivelata un problema, perché
ha condizionato il nostro modo di condurre l'attività".
Nel corso del periodo in questione, la Freightliner Intermodal
ha trasportato circa 1 milione di TEU di traffico marittimo sui
propri treni-navetta da e per Southampton, Felixtowe, Tilbury,
Thamesport e Seaforth, impiegando una rete di terminals di proprietà
localizzati strategicamente. In ordine di importanza, essi sono
situati a Manchester, Coatbridge, Leeds, Birmingham e Liverpool.
Altri terminals sono situati a Crewe, Cardiff, Barking e Cleveland.
I terminals terzi sono impiegati in altre località ancora,
tra cui Doncaster. La Freightliner offre servizi propri di autotrasporto
da tutti questi centri di snodo.
Continua Maybury: "Dopo la privatizzazione, poiché
avevamo di gran lunga più capacità che carichi,
siamo stati costretti a metterci in caccia di lavoro senza avere
sempre ben chiaro quali potrebbero essere i risultati. E poiché
le nostre tariffe vengono indirizzate dal settore del trasporto
stradale, che ancora detiene una quota di mercato tra il 70 e
l'80 per cento, non avevamo - né l'abbiamo ora - alcun
controllo sui prezzi.
Ci siamo ritrovati in un circolo vizioso. Più lavoro riuscivamo
a conseguire, maggiore era il tempo che dovevamo perdere a cercare
il modo migliore per trasportarlo, invece di concentrarci sui
miglioramenti al servizio. Da allora, abbiamo appreso un sacco
di lezioni, e adesso abbiamo messo in atto un servizio che riteniamo
sia molto più sostenibile".
Il problema inerente la sua base dei costi è stato affrontato
mediante diverse iniziative. Oltre ad intensificare la propria
solita efficienza, la Freightliner ora affida all'esterno il 50%
circa della propria capacità a clienti sulla base del concetto
"usato o non usato".
Precisa Maybury: "La nostra cosiddetta politica dei carri
a contratto, che è stata intensamente promossa nel corso
degli ultimi 18 mesi, è stata un completo successo. Invece
di chiederci i containers casualmente giorno per giorno, i clienti
possono ora contrattare l'andata e ritorno dei carri su determinati
treni in cambio di tariffe più basse e maggiore certezza
rispetto alla disponibilità della capacità".
Continua poi: "La bellezza del sistema sta nel fatto che
essa incoraggia gli utenti a programmare le loro esigenze di trasporto
in maniera più efficace. Devono farlo, perché altrimenti
condividerebbero i nostri guai. Ad esempio, invece di caricare
un solo container su un carro, li paga perché ne trovino
tre, oppure un 40 piedi ed un 20 piedi, e, poiché il costo
del posizionamento dei vuoti è così trasparente,
vengono fatti maggiori sforzi per trovare i carichi di ritorno.
Noi calcoliamo che - partendo dal presupposto che l'intero sistema
sia gestito con accortezza - i clienti possano conseguire risparmi
percentuali a doppia cifra".
Un ampliamento di questa politica, introdotta solamente nel settembre
2001, è quella di effettuare un intero treno-blocco per
singoli clienti. La Freightliner ora effettua un servizio esclusivo
di treno-blocco da Southampton a Manchester per la OOCL. Un accordo
simile è stato concluso in ordine alla tratta Felixtowe-Widnes
per la Maersk Sealand nel corso del mese di gennaio, ed altri
dovrebbero seguire.
Alla domanda di spiegare come mai tali accordi non fossero stati
conclusi in precedenza, Maybury ha risposto: "Non possiamo
parlare per i nostri clienti, ma, come avviene per noi, sembra
chiaramente che le loro necessità siano in una fase di
evoluzione. In alcuni casi, può darsi che non siamo stati
in grado di concludere tali accordi perché non eravamo
in condizione di vedere come stavano realmente le cose".
Un altro modo utilizzato dalla Freightliner per ridurre i costi
e migliorare il servizio è consistito nel concentrarsi
in maniera più lineare sui servizi navetta da capolinea
a capolinea. Invece di caricare contenitori per diverse destinazioni
sullo stesso treno, la società ora offre solo navette per
una destinazione.
Precisa Maybury: "Il vantaggio del sistema sta nel fatto
che evitiamo i ritardi smistando i carri per strada. Ad esempio,
solitamente i containers da Southampton a Leeds venivano caricati
sullo stesso treno che andava da Liverpool a Manchester e poi
erano suddivisi presso l'hub centrale di Crewe. Il successo dell'intero
sistema dipendeva dal fatto che i treni in coincidenza fossero
in orario e che l'operazione a Crewe andasse liscia. Dall'aprile
di quest'anno abbiamo eliminato questo rischio tutti insieme".
La sperimentazione era cominciata qualche mese prima, al fine
di osservare se era un'ipotesi percorribile, e adesso i servizi
diretti sono in pieno corso. Secondo la Freightliner, il suo indicatore-chiave
delle prestazioni, "l'arrivo in orario del treno", da
allora è balzato dal 92% al 97%. Dichiara Maybury: "La
nostra spina nel fianco sul breve termine è che non è
così facile offrire la stessa frequenza di prima per alcune
delle destinazioni minori, in particolar modo da Thamesport e
da Tilbury, e l'utilizzazione dei nostri carri può rivelarsi
minore; tuttavia, speriamo di porvi rimedio in breve".
Un altro vantaggio del sistema è che le operazioni al
terminal contenitori vengono migliorate presso entrambi i capolinea,
poiché debbono essere selezionati solamente containers
indirizzati ad una destinazione. Di conseguenza, la Freightliner
è stata in grado di incrementare il numero dei treni movimentati
a Felixtowe da 13 a 14 al giorno ed a Southampton da 11 a 13 al
giorno.
La Freightliner ha recentemente incrementato la propria flotta
di locomotori della Classe 66 utilizzati nella propria divisione
intermodale portandoli da 6 a 17. Oltre ad essere in grado di
spingere carichi più pesanti - talvolta ci volevano due
locomotori della Classe 47 per un treno - c'è bisogno di
assai minore manutenzione. Un locomotore della Classe 66 ha bisogno
di essere controllata solamente ogni 40.000 miglia, rispetto alle
4.000 di una della Classe 47.
La strategia di marketing della società resta molto concentrata
sui vettori marittimi, sebbene anche una piccola percentuale di
attività sia stata catturata direttamente tramite i caricatori
o gli spedizionieri. Maybury precisa: "La questione è
delicata perché qui vi è un chiaro potenziale conflitto
d'interessi, ma pensiamo di avere gestito la cosa responsabilmente,
finora. L'unico caso in cui accetteremmo il carico direttamente
dai caricatori potrebbe essere allorquando ritenessimo che la
modalità ferrovia potrebbe perderlo ai sensi del merchant
haulage".
Uno di questi clienti è la Trident International, uno
spedizioniere specializzato in attività con origine asiatica.
Il suo direttore generale, Gary Wilcock, commenta: "Nel periodo
di 11 mesi sino al 1° aprile 2002, abbiamo movimentato complessivamente
20.480 TEU. Anche se di solito preferiamo il trasporto stradale,
adesso abbiamo i nostri contatti con la Freightliner a Southampton,
che pensiamo lavori bene. E comunque, abbiamo sempre preferito
il merchant haulage".
I vettori marittimi possono sia negoziare i propri contratti
direttamente con la Freightliner, sia farlo attraverso una società
costituita con l'autotrasportatore SOCL (Securicor Omega Container
Logistics) denominata Masterhaul. Maybury scende nei dettagli:
"Anche se la SOCL sembrerebbe un concorrente, abbiamo strette
relazioni di lavoro con la società e non vi è dubbio
che essa ci apporti valore".
E continua: "I vettori come la Hanjin, la Senator Linie
e la Hamburg Sud sembrano contenti di lasciare che la Masterhaul
decida quando si dovrebbe usare la ferrovia e quando la strada,
invece di contrattare da sé con gli autotrasportatori,
e questo è perfettamente accettabile per noi. Ad esempio,
il 40% circa dell'attività della Hanjin ora viene movimentato
per ferrovia, e sarei felice di poter dire di essere riuscito
ad ottenere questa quota da tutti. Solo altri tre fanno meglio".
Pertanto, quali nuove strategie ha pianificato le Freightliner
con il futuro? Risponde Maybury: "Adesso dobbiamo concentrarci
di più sui servizi a valore aggiunto, in particolar modo
quelli correlati alla tecnologia informatica. Ad esempio, noi
non offriamo ancora l'effettuazione elettronica degli ordini od
un sistema elettronico di tracking, ma speriamo di introdurre
un servizio pilota alla fine di quest'anno. Abbiamo altresì
bisogno di trovare altre maniere per lavorare a più stretto
contatto con i nostri clienti nei porti, perché crediamo
ancora che in questo modo altra capacità possa essere tirata
fuori da un sistema ferroviario ormai al limite".
Sebbene consapevole dei nuovi concorrenti che stanno arrivando
nel mercato, Maybury non sembra preoccuparsene. Afferma infatti:
"Per molti versi, la concorrenza è una buona cosa,
perché ci tiene sull'attenti, ma nessuno può competere
con noi su scala nazionale".
Anche stando così le cose, c'è ora un nuovo concorrente
che sembra determinato a realizzare una propria rete nel Regno
Unito. La società in questione, denominata GB Railfreight,
ha dato inizio ad un servizio ferroviario dedicato da Felixtowe
e Selby per la MSC (Mediterranean Shipping Company) nello scorso
mese di febbraio, impiegando un parco di sette locomotori della
Classe 66 noleggiati. Da allora, e sino alla fine di maggio, essa
ha effettuato con successo 91 convogli su questa tratta, l'89%
dei quali sono arrivati nell'arco di mezz'ora dall'orario previsto.
Essa ha appena inaugurato un ulteriore servizio per il medesimo
vettore da Felixtowe e da Hams Hall, appena fuori Birmingham.
Ciò fa seguito ad un precedente tentativo di entrare nel
mercato lo scorso anno da Felixtowe a Doncaster attraverso Johnson
Stevens, agenzia della China Shipping Container Line, della Holland
Maas e della IRISL (Linea di navigazione della Repubblica Islamica
dell'Iran).
John Smith, direttore generale della GB Railfreight, commenta:
"Pensiamo che nel mercato ci sia alla fin fine posto per
un altro operatore come noi, perché il mercato stesso è
pronto a crescere. Sfortunatamente, sebbene siamo stati vicini
a raggiungere un accordo commerciale con la Johnson Stevens, poi
non se ne è fatto più nulla a causa del loro desiderio
di ottenere una qual certa forma di esclusiva che noi non potevamo
accettare".
La GB Railfreight appartiene alla GB Railways, che detiene una
concessione per il trasporto passeggeri nel Regno Unito. Essa
possiede altri cinque locomotori della Classe 66 che dovrebbero
arrivare dal Canada a giugno; essi verranno utilizzati per incrementare
la frequenza del suo servizio Selby da tre a cinque giorni alla
settimana.
Continua Smith: "L'intasamento delle strade diventa chiaramente
sempre peggiore, e notiamo che la proposta di direttiva dell'Unione
Europea sugli orari di lavoro, che dovrebbe entrare in vigore
il prossimo anno, potrebbe avere un notevole effetto sulla struttura
dei costi degli autotrasportatori".
Aggiunge poi: "Non siamo in grado di competere con la Freightliner
su base nazionale, ma riteniamo di poter competere con loro su
certe tratte mediante una più rigorosa utilizzazione delle
nostre strutture ed una maggiore attenzione alla clientela. Ad
esempio, laddove le operazioni della Freightliner sono frammentate,
come avviene a Felixtowe, noi potremmo farvi arrivare e ripartire
i nostri treni in cinque ore in luogo delle tradizionali dodici.
I nostri treni arrivano alle 20.30 e partono alle 01.30. Qualche
volta, poi, potremmo essere in grado di fare arrivare e ripartire
i nostri treni a Hams Hall in soli 90 minuti".
La GB Railfreight non gestisce terminals propri né fornisce
servizi di autotrasporto, di modo che si concentra unicamente
sui propri servizi ferroviari. Charles Garn, direttore generale
per il trasporto della Medite, l'agenzia della MSC per il Regno
Unito, commenta: "Quello che ci piace della GB Railfreight
è questa attenzione nel cercare un orario fisso. Non ci
sono pasticci con carri o contenitori vaganti nel porto, di modo
che si perde meno tempo nel corso delle operazioni di carico e
scarico".
La Medite spera, attraverso l'utilizzazione dell'operatore, di
essere in grado di tornare a movimentare almeno il 45% del proprio
traffico per ferrovia, situazione in cui si trovava sino al 1997-98,
invece dell'attuale 24%. Come molti utenti dei servizi di trasporto,
essa è altresì preoccupata circa la direttiva dell'Unione
Europea sugli orari di lavoro nonché per il crescente congestionamento
del traffico stradale.
Continua Garn: "Lavorare con la GB Railfreight nel modo
in cui lo facciamo ci ha insegnato come utilizzare i nostri carri
al meglio e come ottenere il massimo dal sistema, che noi pensiamo
sia buono per chiunque. I nostri clienti ottengono un servizio
migliore e noi creiamo molta necessaria capacità in più
sulle infrastrutture".
Il problema con la Railtrack, l'ente attualmente responsabile
delle politiche di gestione delle infrastrutture e stazioni ferroviarie
del Regno Unito, continua. Ma, a giudicare dalle apparenze, i
caricatori ed i vettori marittimi sembrano essere in vista di
migliori servizi.
(da: Containerisation International, luglio 2002)
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