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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXII - Numero 8/2004 - AGOSTO 2004 |
Commercio internazionale
La Torino-Lione: un asse strategico
Se l'Italia ha sinora accusato un certo ritardo nello sviluppo della logistica della filiera della frutta e della verdura, adesso è sul punto di colmarlo. Le imprese francesi che si sono già stabilite presso il centro agrolimentare di Torino ne costituiscono un esempio. D'altro canto, l'approvazione da parte dell'Unione Europea delle politiche TEN (rete transeuropea) consente di intravedere la creazione di una vera e propria rete di collegamenti organizzati transfrontalieri tra le zone di produzione ed i mercati di consumo. Ce ne parla il dott. Antonio Picchi, agronomo e consulente marketing de L'Echo des M.I.N.
Nel quadro di una decisione presa dall'Unione Europea, il Corridoio V, vale a dire est-ovest, Lione-Torino-Milano-Trieste-Lubiana-Budapest è stato definito come prioritario ed esteso da Lisbona a Kiev. La tratta Lione-Torino è, di per sé sola, un investimento considerevole, pari a qualcosa come 13 miliardi di euro. Globalmente, il suddetto Corridoio V rappresenta il 36% del trasporto europeo di merci.
Il flusso di frutta e verdura, nonché di altre derrate deperibili, è di fondamentale importanza su questo asse che raggruppa le zone di produzione non solo della Spagna e del sud della Francia, ma anche dell'insieme dei paesi del circuito mediterraneo. Queste produzioni sono destinate all'Europa del nord ed all'Europa centrale, paesi in cui il potenziale è destinato a crescere di pari passo con l'aumento dei consumi. Inoltre, questo corridoio è un vero e proprio asse di sbocco tra l'ovest e l'est, tra il sud ed il nord dell'Europa e, allo stesso modo, tra i flussi stradali, ferroviari e marittimi, che avviano alla volta dei porti di Marsiglia, Vado e Genova le merci provenienti dal Mediterraneo, dall'America latina o dall'emisfero sud.
Non occorre dire che, per la frutta e la verdura, l'asse rotatorio Lione-Torino-Vado-Marsiglia-Lione riveste un'importanza fondamentale che giustificherà l'accelerazione degli interventi finalizzati ad agevolare le sue funzioni di nodo intermodale e multidirezionale. In tale contesto, il mercato di Torino diventa un punto strategico per lo sviluppo e la razionalizzazione della logistica nella redistribuzione dei flussi verso il nord ed il centro e fino all'ovest d'Europa. Con la modalità dell'autostrada viaggiante, il primo treno carico di camion è partito da Orbassano (nei pressi di Torino) a novembre del 2003 per raggiungere, attraverso la galleria ferroviaria del Fréjus, Bourgneuf-Aitom (Chambéry).
Fin d'ora sono previsti finanziamenti per i giganteschi lavori di adeguamento della parte italiana. Tra loro si possono annoverare la linea Torino-Lione (ferrovia e galleria), il raddoppio dell'autostrada Torino-Savona, la nuova autostrada che collegherà Torino a Cuneo (cuore agricolo del Piemonte), lo sviluppo della linea ferroviaria Ventimiglia-Savona-Genova, il sistema interportuale di Torino.
La parte francese del quadrilatero è messa meglio, grazie ai collegamenti stradali e fluviali tra Lione e Marsiglia, il cui porto, dal canto suo, mira a diventare la porta d'ingresso privilegiata della frutta e della verdura del Nord Africa, mentre i flussi provenienti da Israele, Egitto e Marocco s'intensificano. La novità, in effetti, dovrà essere rappresentata dall'integrazione strada/rotaia/mare. Già nel corso del 2000, i trasporti dalla Francia alla volta dell'Italia si servivano di tali modalità nel loro insieme.
La frutta e la verdura, come tutte le derrate deperibili, esigono per il loro trasporto un'efficienza al massimo livello. In Italia, il trasporto dei prodotti freschi si effettua principalmente via strada e rappresenta circa il 15% del complesso delle altre merci. La penisola italiana non è solamente un'area di elevato consumo di frutta e verdura, ma rappresenta altresì una piattaforma verso i mercati europei e di transito verso l'estero. Oltre che nei porti di Genova e Vado, la frutta e la verdura provenienti da Grecia, Turchia, Medio Oriente, Nord Africa ed emisfero sud arrivano nei porti di Bari, Ravenna, Trieste, Gioia Tauro e Salerno, prima di essere avviati via strada o per mare (Mar Tirreno o corridoio adriatico-ionico). Grazie a questi scambi intercontinentali, la via marittima è oggi divenuta una modalità non circoscrivibile.
I volumi che tali prodotti rappresentano, ai quali s'aggiungono le produzioni italiane, saranno approssimativamente, secondo le nostre stime, dell'ordine di 4 milioni di tonnellate.
Di conseguenza, la situazione geografica, la preesistenza di infrastrutture alle quali vanno ad aggiungersi i progetti dei grandi lavori inerenti all'asse Lione-Torino ed al quadrilatero Lione-Torino-Genova-Marsiglia-Lione rappresentano un significato strategico dell'estensione del concetto di piattaforma europea. Oltre all'accelerazione dei lavori, occorrerà che il quadrilatero possa trarre vantaggio da una gestione coordinata dei collegamenti e dei servizi tra i diversi terminali per mezzo di un centro decisionale internazionale. Un osservatorio dei flussi di frutta e verdura relativo a queste vie di comunicazione ed ai loro sbocchi lontani e vicini (sud dell'Italia e della Francia) costituirà uno strumento efficace per guidare le decisioni operative. Questo centro potrà, in particolare, favorire l'intermodalità e gestire le complementarità tra le nuove realizzazioni che le riguardano in termini di servizi (localizzazione dei terminali, accessi, magazzini frigoriferi, controlli sanitari, groupage, gestione e collocazione dei contenitori). Esso potrà, inoltre, valutare l'opportunità di un collegamento commerciale e logistico con l'attuale centro di Perpignano (frutta e verdura provenienti da Marocco, Spagna e Portogallo).
Questo risalto dato alla piattaforma Italia/quadrilatero come strategica per l'approvvigionamento della frutta e della verdura per i mercati del nord e centro Europa è sostenuto da molteplici argomentazioni. Lo sviluppo dei consumi, prodotti fuori stagione compresi, implica l'integrazione delle spedizioni. Alle produzioni locali devono aggiungersi quelle provenienti dal sud del Mediterraneo e dall'emisfero sud. Questa integrazione dovrà essere predisposta prima dell'arrivo a destinazione. Ciò viene già fatto nei terminali del quadrilatero, ma potrà esserlo in modo più sistematico così da divenire un supporto alla gestione della categoria.
Un altro argomento consiste nella diminuzione della produzione di frutta e verdura francese ed italiana. Queste ultime si stanno sempre più specializzando nei prodotti di qualità superiore. Questi volumi potranno essere sostenuti, come già avviene, dalla produzione d'altra origine, in particolare dall'Africa del Nord. Gli operatori europei in questo caso svolgono il ruolo di intermediari tecnico-commerciali, come nel caso del "corridoio verde" tra l'Italia ed Egitto, Libano, Siria e Marocco. In questi paesi, gli operatori europei hanno costituito imprese di produzione e commercializzazione efficienti e di dimensioni notevoli.
Questa integrazione prende le mosse dalla produzione e la sua continuità potrà realizzarsi e completarsi all'interno dei terminali del quadrilatero.
Quanto alla produzione fuori stagione, occorre dire che il loro consumo in Europa è in costante aumento. Le navi frigorifere transoceaniche ne rappresentano i vettori quasi esclusivi ed arrivano presso i terminal frutta di Marsiglia, Vado (Savona) e Genova.
I terminali del quadrilatero in concorrenza con Rotterdam assisteranno ad un aumento delle proprie funzioni (stoccaggio, catena del freddo, offerta delle modalità di trasporto) a seguito dell'evoluzione delle tecniche di trasferimento e di stoccaggio dei prodotti molto deperibili quali sono la frutta e la verdura.
L'aggiornamento delle strutture e della gestione dei vettori, così come dei terminali, è continuo e si aggiunge al rafforzamento del coordinamento tra gli operatori.
Lo sviluppo delle tecnologie e delle attrezzature (pallets a temperatura controllata) consente di far fronte alle rotture di carico con ritardi molto contenuti ed accresce pertanto l'interesse al cambio del vettore (intermodalità). Ed all'interno del quadrilatero, le opportunità da sfruttare non mancano: ad esempio, l'idrovia da Marsiglia a Lione ovvero la vai marittima da Marsiglia a Vado e viceversa. A breve termine, il ricorso alla strada ferrata verrà favorito da una maggiore disponibilità di carri refrigerati in Italia, attraverso la predisposizione d'una logistica per il trasporto combinato e l'eliminazione dei diversi limiti di gabarit presenti sulla linea. A medio termine, lo sviluppo sarà potenziato tramite il miglioramento dei collegamenti e, soprattutto, l'apertura del nuovo tunnel alpino.
L'integrazione tra i terminal frutta di Genova, Vado e Marsiglia e la rete degli interporti, delle piattaforme logistiche, dei mercati all'ingrosso ecc. per lo sviluppo della combinazione tra vettori e servizi, unitamente ad una distanza inferiore, rappresentano un valore aggiunto per i flussi in aumento dei prodotti transoceanici. In mancanza, questi ultimi continuerebbero ad essere indirizzati verso i grandi porti del Nord Europa.
In questo scenario, la tradizionale concorrenza tra i porti di Marsiglia e Vado-Genova è dunque largamente superata. Esse sono le piattaforme d'arrivo più dirette per i grandi flussi di merci destinate ai mercati del centro e dell'est Europa. E' quindi indispensabile che esse si specializzino in funzione dell'origine dei prodotti e della loro destinazione (redistribuzione prestabilita dei flussi).
Se la cooperazione tra vettori, terminali e servizi logistici dovesse affermarsi, il quadrilatero assumerà senza dubbio una funzione rotatoria per le direzioni sud-nord ed ovest-est, e, più particolarmente, ovest-nord. Ciò consentirà di ridurre le rotture di carico e dunque di accelerare i collegamenti nei mercati di consumo. Tale logistica avanzata agevolerà la riduzione dei costi globali e dei prezzi al consumo, passaggio obbligato, questo, per il rilancio ed il mantenimento del consumo di frutta e verdura in Europa.
(Articolo pubblicato sul n'202 - giugno 2004 di L'Echo, mensile francese della filiera ortofrutticola)
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