Independent journal on economy and transport policy
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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVIII - Numero 31 GENNAIO 2020
TRASPORTI ED AMBIENTE
COME LA DECARBONIZZAZIONE DEL TRASPORTO MARITTIMO POTREBBE
SBLOCCARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA A LIVELLO GLOBALE
Le emissioni derivanti dal trasporto marittimo potrebbero
crescere del 250% da qui al 2050 se non venisse intrapresa nessuna
iniziativa.
Dimezzare le emissioni del trasporto marittimo entro il 2050
potrebbe richiedere un investimento di 1,2 trilioni di dollari.
Ma la scala di questa sfida potrebbe essere abbastanza grande
da spronare la decarbonizzazione anche in tutti gli altri settori.
Il cambiamento climatico richiede urgenti iniziative da parte di
tutti i settori dell'economia fra cui il trasporto marittimo che
trasporta quasi l'80% dei traffici globali e rappresenta annualmente
il 2-3% delle emissioni di gas serra.
Questo è paragonabile alle emissioni di grandi economie
come la Germania ed il Giappone.
Poiché i flussi di traffico globale si incrementano al
servizio di una sempre maggiore e più prospera popolazione
mondiale, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero crescere
dal 50 al 250 per cento da qui al 2050 se non venisse intrapresa
nessuna iniziativa.
Il trasporto marittimo non è incluso nell'Accordo di
Parigi.
Tuttavia, al fine di tagliare le emissioni, gli stati membri
dell'IMO (International Maritime Organization), un'agenzia
specializzata dell'ONU che si occupa della regolamentazione del
trasporto marittimo, ha adottato una strategia iniziale per le
emissioni di gas serra ad aprile del 2018.
La strategia prescrive che le emissioni di gas serra del
trasporto marittimointernazionale debbano stabilizzarsi al più
presto possibile e che il settore debba ridurre le emissioni
complessive annue di gas serra di almeno il 50% rispetto al livello
del 2008 entro il 2050 con un forte accento sulle emissioni zero.
Questo finirà per allineare le emissioni del trasporto
marittimo a quelle dell'Accordo di Parigi.
Le grandiose ambizioni del trasporto marittimo
In occasione del summit sulle Azioni per il Clima dell'ONU
svoltosi a New York a settembre 2019 è stata lanciata la
Getting to Zero Coalition - un partenariato fra Global Maritime
Forum, Friends of Ocean Action e World Economic Forum - con la
grandiosa ambizione di pervenire a navi ad emissioni zero
commercialmente fattibili e operative lungo le rotte marittime a
lungo raggio da qui al 2030.
Ciò metterebbe il settore sulla buona strada per
rispettare l'obiettivo fissato dall'IMO.
Le navi mercantili hanno una aspettativa media di vita di 20
anni o più, il che significa che ci si potrebbe aspettare che
le navi che faranno ingresso nella flotta mondiale attorno al 2030
siano ancora operative nel 2050.
Allo stesso modo, le infrastrutture correlate alle filiere
distributive del carburante possono avere un'aspettativa di vita
economica di sino a 50 anni e la riconfigurazione per adattarsi ai
nuovi carburanti potrebbe richiedere un lungo processo.
Di conseguenza, se il trasporto marittimo dovesse dimezzare le
emissioni entro il 2050, ci sarebbe la necessità di inserire
navi a zero emissioni nella flotta globale entro il 2030 - a soli
dieci anni da ora - così come quella di un percorso chiaro ai
fini della fornitura di grandi quantitativi di carburanti ad
emissioni zero necessari a consentirne una rapida diffusione nei
decenni seguenti.
Il trasporto marittimo è considerato un settore difficile
da trattare e la sua decarbonizzazione nonché di quella delle
sue filiere energetiche di valore si possono conseguire solo
mediante una stretta collaborazione ed una azione collettiva
volontaria fra i settori marittimo, energetico, infrastrutturale e
finanziario, con il supporto governativo e delle organizzazioni
intergovernative.
Dal momento del lancio a settembre, la Getting to Zero Coalition
è cresciuta sino ad unire più di un centinaio di
portatori di interessi dei settori pubblico e privato.
Un trilione di dollari di investimenti necessari per
dimezzare le emissioni del trasporto marittimo
Un nuovo studio della UMAS e della Energy Transitions Commission
per la Getting to Zero Coalition enuncia la scala del problema.
Secondo la loro analisi, l'investimento cumulativo necessario
fra il 2030 ed il 2050 per dimezzare il quantitativo di emissioni
del trasporto marittimo ammonta ad approssimativamente 1-1,4
trilioni di dollari, ovvero una media di 50-70 miliardi di dollari
all'anno per 20 anni.
Ciò dovrebbe essere visto nel contesto degli investimenti
in energia a livello globale, che nel 2018 sono ammontati a 1,85
trilioni di dollari.
Se il trasporto marittimo dev'essere completamente
decarbonizzato entro il 2020, questo richiederebbe ulteriori
investimenti per qualcosa come 400 miliardi di dollari nel giro di
20 anni, portando il totale a 1,4-1,9 trilioni di dollari.
La necessità di investimenti sulla terraferma prevale
sul resto
L'analisi mette altresì in luce dove occorre che gli
investimenti vengano effettuati.
Essi si potrebbero suddividere in due aree principali: gli
investimenti correlati alle navi, che comprendono i motori, lo
stoccaggio a bordo e le tecnologie per l'efficienza energetica
basate sulle navi, e gli investimenti sulla terraferma, che
comprendono gli investimenti nella produzione di carburanti a basso
contenuto di carbonio, nonché lo stoccaggio a terra e le
infrastrutture di bunkeraggio necessarie alle forniture.
La quota maggiore degli investimenti è necessaria per le
infrastrutture sulla terraferma e gli impianti di produzione dei
carburanti a basso contenuto di carbonio che costituiscono quasi
l'87% del totale.
Solo il 13% degli investimenti necessari sono correlati alle
navi stesse.
Questi investimenti comprendono i macchinari e lo stoccaggio a
bordo richiesti affinché una nave funzioni con carburanti a
basso contenuto di carbonio sia per quelle di nuova costruzione che,
in alcuni casi, per gli aggiornamenti.
Gli investimenti correlati alle navi comprendono anche quelli
destinati al miglioramento dell'efficienza energetica, che si stima
debbano crescere a causa del maggiore costo dei carburanti a basso
contenuto di carbonio rispetto al costo dei tradizionali carburanti
marini.
Un'opportunità di mercato da trilioni di dollari
Anche se i numeri esatti in ordine al consumo complessivo di
carburante bunker per il trasporto marittimo non sono immediatamente
disponibili, si stima che essi siano attorno ai 250-300 milioni di
tonnellate di carburante consumato annualmente.
Ciò significa che la decarbonizzazione del trasporto
marittimo presenta una scala che lo pone come un catalizzatore per
una più ampia transizione energetica, sbloccando il mercato
per i carburanti ad emissioni zero: un passaggio che rappresenta una
opportunità di mercato da trilioni di dollari.
Affinché le imprese ed i governi effettuino gli
investimenti richiesti per accelerare il passaggio ai carburanti a
carbonio zero per il trasporto marittimo e gli altri settori
difficili da trattare, c'è l'esigenza di mettere assieme
tutta quanta la gamma delle filiere di valore dei carburanti a monte
e a valle per realizzare una comprensione più approfondita
della produzione e della fornitura di carburanti a carbonio zero che
spianeranno la strada alla decarbonizzazione del trasporto
marittimo.
Il Global Maritime Forum invita i portatori d'interessi che
condividono questa ambizione ad aggregarsi alla sua missione di
porsi al servizio dei traffici globali in modo sostenibile.
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