La Commissione Europea ha fatto oggi un buon passo avanti verso il miglioramento della sicurezza marittima nelle acque comunitarie adottando una comunicazione sulla sicurezza dei trasporti petroliferi, nella quale chiede ai governi membri dell'UE, al Parlamento europeo e all'industria di accettare delle proposte di grande portata, intese a ridurre la possibilità di incidenti e quindi di inquinamento marino. La proposta rinforza l'esistente legislazione in materia di controlli di Stato sui porti e sulle società di classificazione, e prevede la progressiva interdizione alla navigazione nelle acque comunitarie delle petroliere a unico scafo.
Il commissario Loyola de Palacio, vice presidente della Commissione e commissario ai Trasporti e all'Energia ha riconosciuto che l'azione proposta avrà delle implicazioni finanziarie sia per gli Stati membri che per l'industria, ma è necessario trovare un equilibrio. «E' mettendo tutte le parti di fronte alle loro responsabilità - ha aggiunto - che noi potremo sostenere le norme europee, ridurre al minimo i rischi per l'ambiente e proteggere gli interessi di tutti i cittadini europei».
La Commissione propone dunque delle misure radicali affinché il caso dell'Erika sia l'ultimo. L'attuale applicazione delle norme del quadro giuridico internazionale, compresi i regolamenti dell'IMO, sono insufficienti per assicurare la sicurezza marittima. Anche la proposta della Commissione che seguì alla catastrofe dell'Amoco Cadiz nel 1978 si risolse unicamente in dichiarazioni e risoluzioni formali, eccetto una Direttiva che stabiliva condizioni minime per certe petroliere. La Commissione quindi ritiene necessaria un'azione legislativa che scoraggi l'utilizzo di navi vecchie, tecnologicamente superate e potenzialmente poco sicure, e che permetta e rafforzare il quadro regolamentare attuale, specialmente in termini di controllo delle navi nei porti comunitari.
E' il sistema che gli Stati uniti hanno applicato solamente un anno dopo il naufragio della Exxon Valdez (1989).
La Commissione propone dunque delle misure immediate ed altre a più lungo termine. In un primo tempo le misure da adottare sono le seguenti:
- Il controllo delle navi nei porti europei deve essere potenziato e le navi sotto-norma dovranno "essere trattate severamente". Inoltre la Commissione propone d'interdire l'ingresso nei porti comunitari a quelle navi che sono già state bloccate due volte nei porti nei due anni precedenti per inefficienze riscontrate a bordo. Ogni sei mesi la Commissione pubblicherà una "lista nera" di queste navi. Per le navi di più vecchia età i controlli in porto dovranno comprendere sistematicamente l'ispezione delle cisterne per la zavorra, oltre all'esigenza di avere delle informazioni precise prima che le navi entrino in porto per preparare correttamente le ispezioni. Inoltre gli Stati membri dovranno impegnarsi in un controllo sempre più approfondito delle navi, evitando anche la creazione di "porti di convenienza".
- Controlli più efficaci delle società di classificazione, che sono responsabili, per delega dei paesi di bandiera, della verifica della solidità delle strutture delle navi. Se queste società saranno negligenti, la Commissione potrà sospenderne o ritirarne la licenza. Le organizzazioni ufficiali dovranno applicare criteri di qualità più rigorosi, compreso l'obbligo di seguire certe procedure quando una nave cambia di classe (trasmissione di schede storiche complete alla nuova società di classifica).
- La Commissione propone infine d'interdire la navigazione nelle acque dei paesi UE alle petroliere con unico scafo, adottando un calendario simile a quello applicato dagli Stati Uniti (2005, 2010, 2015, secondo il tonnellaggio), sostenendo tutti gli sforzi miranti a realizzare questo calendario a livello internazionale. La Commissione nota che le principali associazioni di costruttori navali considerano che in avvenire vi sia un'adeguata capacità cantieristica per costruire navi a doppio scafo.
Queste tre proposte formano un "pacchetto" coerente non solamente per le petroliere ma anche per le altre navi che trasportano carichi pericolosi o inquinanti. Le informazioni raccolte nel corso dei controlli in ciascun porto e quelle realizzate dalle società di classificazione saranno diffuse da EQUASIS, organismo creato congiuntamente dalla Commissione Europea e dalla Francia, che fornirà in qualsiasi momento una dettagliata descrizione delle navi e contribuirà a meglio definire le responsabilità delle varie parti in caso d'incidente.
In un secondo tempo la Commissione conta di fare nel corso di quest'anno le seguenti proposte:
- Scambio sistematico di informazioni tra tutti i soggetti della comunità marittima, proseguendo lo sviluppo del progetto EQUASIS.
- Miglior sorveglianza della navigazione marittima, particolarmente nei settori più frequentati da navi petroliere. Oltre l'obbligo di "manifestarsi" che la Commissione ha proposto nel dicembre del 1993, ma non ancora adottato dal Consiglio, dovranno essere studiate le modalità le modalità di controllo delle navi più pericolose anche fuori dalle acque territoriali europee.
- Creazione di un organismo europeo per la sicurezza marittima, che abbia la responsabilità di sorvegliare l'organizzazione e l'efficacia dei controlli nazionali.
- Creazione di misure sulla responsabilità dei differenti attori che intervengono nei trasporti petroliferi. Nonostante la responsabilità sia già stata fissata nelle Convenzioni internazionali, la Commissione vuol procedere verso un regime collettivo supplementare d'indennizzi, comprendente il principio della responsabilità del vettore e del noleggiatore.
Il potenziamento della sicurezza dei trasporti marittimi non può essere visto isolatamente. Implica la comprensione di regole sovente troppo tecniche e la necessità di trovare un buon equilibrio tra la necessità di protezione ambientale dell'UE e i suoi interessi industriali e internazionali, compresa la capacità di rinnovare la sua flotta.
Al fine di evitare una catastrofe come quella dell'Erika la Commissione rivolge un appello alle società petrolifere affinché concludano un accordo volontario - senza attendere l'adozione della nuova legislazione proposta dall'UE - per non noleggiare petroliere che abbiano più di 15 anni d'età, a meno che sia dimostrato che il loro stato è soddisfacente.
Infine la Commissione nota che numerose misure già adottate non sono state applicate e che in un certo numero di casi sono state avviate delle procedure giudiziarie. Inoltre deplora il diffuso utilizzo di bandiere di convenienza, il che significa che, ad esempio, una grande parte della flotta controllata da società europee per ragioni fiscali batte bandiere di paesi terzi. Infine è del parere che i negoziati per l'adesione all'UE di Cipro e Malta siano condizionati all'adesione di questi paesi alla legislazione comunitaria sulla sicurezza marittima.
Facendo delle proposte per la sicurezza della navigazione solamente tre mesi dopo il naufragio dell'Erika la Commissione Europea intende ridurre considerevolmente il rischio d'incidenti e le conseguenze devastanti dell'inquinamento.
«E' un'occasione unica per prendere decisioni ambiziose e chiare per evitare che tali catastrofi possano verificarsi in un prossimo avvenire», ha detto il commissario de Palacio, che ha aggiunto: «il mare non ha prezzo».
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