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6 agosto 2019
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- L'associazione UVHH di Amburgo propone che l'UE ponga limiti
a dimensioni e capacità delle portacontainer
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- Invito a fermare la corsa al gigantismo navale
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Sarà certo un'esortazione di parte, con lo scopo di
consentire al porto di Amburgo di rimanere competitivo nel segmento
del traffico containerizzato nonostante gli annosi problemi di
navigabilità dell'estuario dell'Elba attraverso cui si accede
allo scalo portuale tedesco, al quale indipendentemente dal livello
della marea attualmente possono arrivare navi con un pescaggio
massimo di 12,8 metri, tuttavia la proposta rivolta all'Unione Europea
dalla Unternehmensverband Hafen Hamburg e.V. (UVHH), l'associazione
degli operatori di Amburgo che operano nel segmento del traffico dei
container, potrebbe essere accolta con favore anche da altri porti
europei, anch'essi alle prese con il problema del reperimento dei
fondi necessari per adeguare le proprie infrastrutture a ricevere
navi portacontenitori di dimensioni e capacità sempre
maggiori.-
- La proposta è, almeno nella formulazione, semplice:
secondo la UVHH, l'UE dovrebbe introdurre nei regolamenti antitrust
misure per impedire alla principali compagnie di navigazione del
trasporto containerizzato di dotarsi di navi di dimensioni e
capacità superiori ad una soglia stabilita.
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- «Navi più grandi - ha spiegato il presidente
dell'associazione degli operatori di Amburgo Gunther Bonz -
richiedono ulteriori ingenti investimenti nelle infrastrutture dei
porti». Questi investimenti - ha specificato - sono
principalmente a carico dei contribuenti e, a tal proposito, ha
ricordato che si prevede che i lavori per l'adeguamento del canale
navigabile dell'Elba costeranno circa 780 milioni di euro. Per
dovere di cronaca è necessario chiarire che Bonz è
rappresentante del gruppo terminalista tedesco Eurogate, che nel
porto di Amburgo gestisce l'Eurogate Container Terminal Hamburg e
quindi deve necessariamente programmare l'adeguamento delle
attrezzature del terminal alle navi di maggiore capacità e
dimensione, ed è anche presidente di Feport, la federazione
dei terminal operator privati europei.
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- La proposta della UVHH, come si diceva, è semplice:
attualmente le portacontainer più grandi sono lunghe circa
400 metri e larghe oltre 60 metri, hanno un pescaggio sino a -16,50
metri e possono trasportare fino a 23.000 teu e - ha specificato
l'associazione - questi limiti dimensionali non dovrebbero essere
più oltrepassati. Limiti - ha evidenziato Bonz - che invece
si prevede presto di superare dato che sono allo studio navi lunghe
460 metri, larghe 68 metri e in grado di trasportare ben 30.000 teu.
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- L'UVHH ha spiegato perché questi limiti alle dimensioni
delle navi potrebbero essere imposti attraverso modifiche alle norme
antitrust. L'associazione ha ricordato che attualmente le prime
compagnie di navigazione mondiali del settore dei container sono
organizzate in tre grandi alleanze: la 2M, costituita dai due
vettori leader mondiali Maersk Line e MSC, la Ocean Alliance,
formata da CMA CGM, COSCO Shipping ed Evergreen, e la THE Alliance,
che raggruppa Hapag-Lloyd, HMM, ONE e Yang Ming. Le tre alleanze -
ha ricordato l'associazione - per operare su tutti i mercati devono
ottenere l'autorizzazione delle principali autorità
antitrust, in particolare di quelle di Stati Uniti, Unione Europea e
Cina, e l'autorizzazione rilasciata dall'UE che attualmente è
in vigore scadrà il prossimo marzo. L'Unione Europea -
secondo l'UVHH - dovrebbe accordarne il rinnovo solo se le compagnie
delle alleanze si impegneranno a rispettare determinati limiti alle
dimensioni e capacità delle portacontenitori fissati dall'UE.
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- Bonz ha sottolineato che tali limiti sono già imposti
dagli Stati Uniti con gli accordi sottoposti al vaglio della Federal
Maritime Commission (FMC) che prescrivono che le navi delle flotte
non possano superare una determinata capacità di carico.

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