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20 luglio 2022
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- Nomisma Mare evidenzia la consistenza e la strategicità
dell'economia del mare
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- Al valore del cluster marittimo si somma quello del comparto
turistico
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Un quarto dell'economia italiana, direttamente o indirettamente,
trae origine dal mare. Lo evidenzia un instant report messo a punto
da Nomisma Mare, la nuova divisione di Nomisma costituita proprio
per colmare un vuoto cronico anche nell'analisi economica, politica
e sociale del Paese che raramente tiene conto delle attività
legate al mare, in cui si rileva che, aggregando e integrando le
differenti attività economiche, commerciali, produttive,
turistiche ed energetiche correlate al mare si arriva a superare il
25% del Pil nazionale.-
- Il report sottolinea che, nel solo settore turistico, il
comparto mare, in testa fra le scelte sia dei turisti stranieri sia
di quelli italiani, rappresenta oltre il 60% del flusso turistico
globale che in Italia pesa per il 6% sul Pil nazionale. Il
cosiddetto conto satellitare, quello che tiene conto dell'intero
indotto turistico, fa balzare il turismo marittimo oltre quota 9%.
Per altro sulle isole in Italia vivono oltre 6,6 milioni di
cittadini italiani, che ogni anno accolgono 26 milioni di turisti
via mare. Il cluster marittimo, quello che comprende le compagnie di
navigazione, gli agenti marittimi, gli spedizionieri e i porti,
supera invece il 2% del Pil, ma balza al 9% se si comprende l'intera
catena logistica che sui porti fa perno. Ed è proprio dalla
logistica che dipende la competitività del sistema economico
e produttivo nazionale considerato anche che via mare transitano il
63,7% dell'import italiano e il 50% delle esportazioni. Le
“autostrade del mare” trasportano ogni anno 1,5 miliardi
di veicoli, alleggerendo i trasporti terrestri con un risparmio di
costi esterni (in primis l'inquinamento) pari a 297 milioni l'anno.
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