
Anche l'associazione dell'autotrasporto Ruote Libere è
assolutamente insoddisfatta delle misure per il settore adottate
ieri dal governo italiano
(
del
19
maggio 2025). «Il mondo dell'autotrasporto - ha commentato
la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini - attendeva da tempo
una svolta dal punto di vista legislativo, ma le modifiche normative
da poco varate riguardanti i tempi di pagamento e l'indennizzo per
l'attesa al carico ed allo scarico dei mezzi, sono l'ennesima presa
in giro della categoria. Non solo non si tengono in considerazione
le richieste delle tante piccole e medie imprese piegate da una
legge inapplicata fin dalla sua nascita, ma si finisce addirittura
per peggiorare il quadro».
«Inutile dire - ha aggiunto Franchini - che la revisione
di regole ormai fuori tempo non rappresenta solo un punto formale
per gli autotrasportatori, ma potremmo dire che è il
presupposto stesso per la sopravvivenza di tante aziende. Senza
certezza su tempi di pagamento e senza tutele riguardanti le attese
nelle procedure di carico e scarico, le piccole e medie imprese
rimangono strozzate. Non solo perdono ulteriormente di
competitività, ma cedono terreno all' economia illegale che,
agendo su dinamiche fuori mercato, ha tutto il tempo per aspettare.
Eppure tutto questo, per l'ennesima volta, non è stato tenuto
in nessuna considerazione dal legislatore, che pur ha sentito il
bisogno di mettere mano al quadro normativo. Sui tempi di pagamento,
invece di puntare su controlli serrati e su una riduzione rispetto
ai due mesi previsti, si è introdotto un nuovo balzello
burocratico rappresentato dalla verifica della Antitrust, attivata
su segnalazione. Un passaggio che inevitabilmente allungherà
i tempi reali di pagamento e che siamo certi difficilmente verrà
attivata dagli autotrasportatori. Sul fronte dell'indennizzo per
l'attesa carico-scarico dei mezzi di trasporto si è
utilizzata la riduzione della franchigia di base a 1,5 ore come
specchietto per le allodole per celare la mancata introduzione di
meccanismi automatici di controllo».
«Scelte - ha concluso la presidente di Ruote Libere - che
si innestano in un quadro che lascia immutati tutti gli altri
problemi della categoria, dal tema del rimborso pedaggi, al nodo
della carenza infrastrutturale, passando per la costante discesa
verso una de-professionalizzazione che non conosce argini».