Nell'esercizio 2005 il gruppo elvetico Hupac, specializzato nel traffico transalpino combinato su rotaia, ha registrato un aumento del 16,7% del fatturato che ha toccato quota 406,8 milioni di franchi svizzeri. L'utile lordo è stato di quasi 89 milioni di franchi svizzeri, pari a quello dell'esercizio precedente. L'EBIT ha registrato una flessione del 7,2% scendendo a 10,3 milioni di franchi svizzeri, mentre l'utile netto è sceso a 6,5 milioni di franchi svizzeri, con una flessione dell'1,2%, anche a causa - ha precisato oggi l'azienda - dell'ulteriore diminuzione dei contributi federali. Il cash flow di 50,3 milioni di franchi svizzeri (-4,2%) ha consentito di finanziare gli investimenti in immobilizzazioni materiali per 47,7 milioni di franchi svizzeri (-20%). Questi hanno riguardato in particolare l'ampliamento del terminal di Busto Arsizio e l'acquisto di nuovo materiale rotabile.
Nel 2005 il numero di spedizioni trasportate dalla società svizzera ha superato per la prima volta quota mezzo milione, con una crescita del 15,9% rispetto all'anno precedente (
inforMARE del
19 gennaio 2006). Per il 2006 Hupac prevede che il traffico farà registrare ancora una crescita a due cifre. La società ha in programma l'introduzione di nuovi collegamenti, tra cui un servizio con il Baltico, tra Travemünde e Novara, ed un servizio tra il Belgio e l'Italia nord-orientale.
Il presidente di Hupac, Hans-Jörg Bertschi, ha sottolineato come la liberalizzazione del mercato favorisca un sempre maggiore trasferimento delle merci su rotaia. «Da cinque anni - ha osservato - la politica di trasferimento nel transito alpino dà prova di efficacia. I transiti dei Tir sono diminuiti del 14%, mentre il volume del traffico combinato ha registrato un incremento del 50%. Sino a oggi Hupac è stato l'unico operatore in Europa ad avere sfruttato a pieno titolo la liberalizzazione, mentre altri attori recentemente sono stati privati di questa possibilità, dal momento che le ferrovie statali hanno acquisito la maggioranza delle loro quote. Questa situazione ritarda l'apertura del mercato su rotaia».
«Cinque anni dopo la pubblicazione del White Paper della UE e due anni dopo l'entrata in vigore del primo pacchetto ferroviario - ha rilevato ancora Bertschi - ci sono ancora pochi veri concorrenti su rotaia nella maggior parte dei Paesi europei. Numerose procedure restano troppo lunghe e lente, mentre le direttive già in vigore non vengono applicate. Le imprese che si affacciano sul mercato sono spesso discriminate e le ferrovie "storiche" ricevono sovvenzioni indirette, grazie al ripiano delle perdite e ad altri canali. Mancano dei regolatori indipendenti e attivi che abbiano le competenze adeguate e possano operare sul mercato per eliminare gli abusi. Cresce il pericolo di una ri-monopolizzazione se la UE non riesce a rendere effettiva la liberalizzazione del mercato. Sarebbe - ha aggiunto - un cattivo servizio per il futuro del sistema ferroviario in Europa, in grado di compromettere anche il successo futuro della politica di trasferimento del transito transalpino. Solo la concorrenza permette di produrre innovazioni necessarie per le future offerte intermodali nel mercato transalpino».
Bertschi auspica un impegno da parte del settore pubblico, che - ha sottolineato - deve opporsi alla nuova monopolizzazione delle ferrovie. «Il secondo pacchetto di riforma del settore ferroviaria - ha detto il presidente di Hupac - prevede l'istituzione di un'autorità regolamentatrice che acceleri l'apertura di questo mercato. Dal punto di vista di Hupac la nuova legge per il trasporto delle merci deve garantire l'appoggio finanziario al trasferimento dei traffici anche dopo il 2010».