Nel corso di una conferenza stampa promossa dall'Autorità Portuale di Venezia e dalla Venezia Terminal Passeggeri Spa, svoltasi oggi presso la Nuova Stazione Crociere del porto di Venezia, è stato presentato lo "Studio sugli effetti provocati dal moto ondoso da natanti nel Canale della Giudecca, nel Bacino di San Marco e nei canali minori di Venezia",
realizzato dal professor Attilio Adami dell'Università di Padova in collaborazione con la società Protecno.
Lo studio è basato su due campagne di misure per verificare quali siano le conseguenze sull'idrodinamica dei canali del centro storico determinate dal passaggio delle navi di maggiore dislocamento dirette alla Stazione Marittima del porto lagunare. Le misure hanno interessato tutti gli aspetti del fenomeno: il moto ondoso generato a prua e a poppa dalle navi e la depressione della superficie dell'acqua conseguente allo spostamento di volume provocato dalla carena.
La ricerca ha evidenziato come il bacino di San Marco e il Canale della Giudecca siano sede di un sensibile moto ondoso generato dai numerosi natanti di ogni genere che li percorrono. , tale da non poter essere distinto dal restante moto ondoso. Lo studio rileva inoltre come appaiano del tutto trascurabili gli effetti di tale agitazione dello specchio acqueo sulle opere di conterminazione di recente realizzazione e costituite da muri in cemento armato fondati su pali. Il passaggio della carena di queste navi comporta un abbassamento medio della superficie libera nei canali di transito che non comporta effetti apprezzabili vicino alle rive.
L'abbassamento di livello, una volta arrivato alla sezione iniziale dei canali minori, genera un'onda negativa che si propaga lungo i canali stessi, provocando un abbassamento del pelo libero e un incremento della velocità della corrente. Le variazioni di livello sono sempre minori di 20 centimetri e di difficile percezione diretta.
Le variazioni di velocità sono anch'esse contenute in limiti tali da essere confrontabili con le normali velocità di marea e da non provocare pericoli per i marginamenti o erosioni del fondo; esse possono essere percepite soltanto a bordo di una piccola barca a remi e possono comportare spostamenti visibili del materiale galleggiante presente nel canale.
Nel corso dell'incontro sono stati sottolineati in particolare due dati: il primo è che il traffico di petroliere, gradualmente sostituito con traffici puliti, è già diminuito in laguna del 50%, in virtù dell'accordo Petroven; mentre, guerra permettendo, si annuncia per il 2003 un incremento del 30-40% del traffico crocieristico. Richiamandosi a questi dati il presidente di Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, nel corso del suo intervento ha ribadito la sua contrarietà al trasferimento degli accosti delle grandi navi fuori marittima e al transito delle navi da crociera per il canale Malamocco-Marghera. «Che senso ha mettere tutto in discussione?», ha osservato inoltre l'assessore alle Politiche per l'ambiente e per la mobilità della Regione Veneto, Renato Chisso. «Lo studio presentato oggi - ha detto Chisso - ha fatto finalmente chiarezza, su basi scientifiche, sul problema del moto ondoso. Chi rema contro il traffico turistico o mette degli ostacoli, è contro lo sviluppo di questa città e degli stessi operatori».