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Filt Cgil, non abbandonare le imprese ed i lavoratori coinvolti dall'allontanamento delle grandi navi da Venezia
Colombo: i diritti dei lavoratori non possono essere zittiti con i 157 milioni del fondo, utile a realizzare anche gli approdi provvisori a Marghera
14 luglio 2021
Riferendosi al provvedimento di ieri del governo che vieta alle grandi navi di raggiungere Venezia, a partire dal prossimo primo agosto, attraverso il Bacino di San Marco, il Canale di San Marco e il Canale della Giudecca, il sindacato Filt Cgil si è detto da subito disponibile «per uno specifico ed urgente incontro con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ed il Ministero della Cultura per rappresentare le nostre preoccupazioni e necessità per le attività portuali e marittime di Venezia, direttamente coinvolte dal nuovo provvedimento ma soprattutto per offrire ai lavoratori certezze e non promesse».
Sottolineando che «la tutela dell'ambiente e della laguna di Venezia non possono essere scambiate con una perdita importante di posti di lavoro», il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, ha precisato che da parte del sindacato non c'è alcuna contrarietà «a salvaguardare la laguna di Venezia e le sue bellezze e rispettiamo tutto e tutti, ma - ha puntualizzato - a patto che non si abbandonino le imprese ed i lavoratori coinvolti, già pesantemente danneggiati dagli effetti della pandemia sul traffico passeggeri e crocieristico in particolare. I diritti dei lavoratori - ha evidenziato Colombo - non possono essere zittiti con i 157 milioni del fondo, utile a realizzare anche gli approdi provvisori a Marghera. È la solita politica dei due tempi che rischia di annunciare l'ennesimo disastro all'economia del Paese ed in particolare del territorio veneziano».
«Siamo - ha concluso il segretario nazionale del sindacato - per una soluzione capace di contemperare le due necessità affinché la tutela dell'ambiente e del lavoro possano essere garantite alla pari in una soluzione senza vuoti di operatività per dare continuità all'economia di quel territorio».
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