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30 maggio 2022
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- Intercargo, per i marittimi il Covid non è affatto
alle spalle
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- Fafalios: i nostri sforzi per evidenziare la difficile
situazione dei marittimi non devono fermarsi
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Sembra che la pandemia di Covid-19 stia attenuando la propria
morsa in diverse regioni mondiali. Ma ciò accade solo sulla
terraferma. In mare la crisi sanitaria si fa sentire ancora, eccome.
Lo ha evidenziato Intercargo, l'associazione internazionale degli
armatori che operano nel settore del trasporto marittimo di rinfuse
solide, spiegando che lo shipping sta affrontando una sorta di “Long
Covid” dato che - ha specificato il presidente
dell'associazione, Dimitrios Fafalios - «i marittimi di tutto
il mondo continuano a far fronte ai gravi problemi di cambio degli
equipaggi, degli ingressi nei porti e del cambiamento dei requisiti
di vaccinazione». Inoltre, ha aggiunto Fafalios, «nuove
ondate di infezione continuano a colpire i porti e ancora una volta
assistiamo ad autorità locali che interpretano le regole a
modo loro. Ciò sta accedendo oggi nei porti di tutto il mondo
e i governi e le amministrazioni sembrano non aver imparato la
lezione degli ultimi due nani, mentre vanno verso un'agenda
post-Covid».-
- Se la guerra in Ucraina ha certamente esacerbato il problema,
data la difficoltà dei marittimi sia ucraini che russi - che
rappresentano una quota consistente della forza lavoro marittima -
di poter lavorare, Intercargo teme che la crisi bellica abbia
inoltre distolto l'attenzione dall'impatto che la pandemia sta
ancora avendo sul settore marittimo, con diversi porti in tutto il
mondo che impediscono ai marittimi di scendere a terra e dove, in
alcuni casi, hanno addirittura difficoltà ad accedere
all'assistenza medica non di emergenza.
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- Sollecitando i governi a mantenere la questione in cima alla
loro agenda, Fafalios ha esortando anche l'industria dello shipping
a non abbassare la guardia: «la situazione - ha rilevato - è
in divenire e richiede un impegno da parte del settore. I nostri
sforzi per evidenziare la difficile situazione dei marittimi - ha
aggiunto - non devono fermarsi e l'industria non deve assolutamente
in alcun modo considerare normale ciò che oggi sta accadendo
ai marittimi».
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