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31 maggio 2022
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- ECSA e T&E esortano ad includere nella FuelEU Maritime i
fornitori di combustibili quali parti responsabili della
decarbonizzazione dello shipping
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- Rinnovata la richiesta di utilizzare le risorse del
regolamento e dell'EU ETS per rendere competitivi in termini di
costi i combustibili navali sostenibili
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L'associazione degli armatori europei ECSA e Transport &
Environment, l'associazione non governativa che promuove la
riduzione delle emissioni del settore dei trasporti, hanno invitato
il Parlamento europeo e gli Stati dell'UE a introdurre modifiche
alla proposta di regolamento FuelEu Maritime, che ha lo scopo di
favorire l'uso di combustibili alternativi sostenibili nel trasporto
marittimo e nei porti europei, al fine di allinearla alla legge
europea sul clima e agli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Secondo
l'European Community Shipowners' Associatione e T&E, infatti,
l'attuale proposta di regolamento della Commissione Europea «non
è all'altezza delle ambizioni e non tiene conto delle
responsabilità delle altre parti interessate, come i
fornitori di combustibili». Per ECSA e T&E, «se
adottata nella sua forma attuale, la proposta potrebbe nuocere più
che giovare alle ambizioni climatiche del trasporto marittimo».-
- L'elemento di maggior debolezza della proposta, più volte
rimarcato dalle associazioni armatoriali internazionali, è
proprio quello della mancata responsabilizzazione dei fornitori di
carburanti. Rilevando che «la responsabilità dei
fornitori di carburante è essenziale per raggiungere questi
ambiziosi obiettivi normativi», ECSA e T&E hanno quindi
chiesto «l'introduzione di severi requisiti per gli Stati
membri nell'ambito della FuelEU Maritime al fine di garantire che i
fornitori di combustibili nei porti europei forniscano alle navi
fuel conformi e in quantità sufficienti per soddisfare gli
obiettivi delle norme».
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- Inoltre ECSA e T&E hanno evidenziato la necessità che
i ricavi generati dalla FuelEU Maritime e dall'EU ETS, il sistema di
scambio di quote di emissioni dell'UE, vengano utilizzati per
facilitare la transizione energetica del settore marittimo e per
contribuire a colmare il differenziale tra i combustibili
convenzionali e le alternative sostenibili e scalabili, anche -
hanno specificato le due organizzazioni - attraverso i contratti per
differenza sul prezzo del carbonio. Infine le due associazioni hanno
chiesto l'introduzione di un elevato moltiplicatore per l'uso di
fuel navali sostenibili e scalabili al fine di renderli competitivi
in termini di costi rispetto agli altri combustibili.
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