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9 giugno 2022
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- Le associazioni armatoriali Assarmatori e ANAVE evidenziano
gli elementi di criticità della proposta per l'inclusione
dello shipping nell'EU ETS
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- Catani: necessario evitare di assumere decisioni intempestive
che rischiano di andare in senso contrario rispetto agli obiettivi
prefissati in termini di sostenibilità
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Chissà se il sospiro di sollievo tirato per la mancata
inclusione dello shipping nel sistema di scambio di quote di
emissione dell'UE, a seguito del voto contrario di ieri del
Parlamento europeo che ha rispedito da proposta di modifica del
sistema alla Commissione Ambiente
(
dell'8
giugno 2022), ha tolto il fiato ai rappresentanti degli armatori
europei. Fatto sta che a 24 ore dalla votazione degli
europarlamentari l'European Community Shipowners' Associations
(ECSA) non ha fatto ancora sentire la propria voce a commento
dell'esito dello scrutinio avvenuto a Strasburgo, come se agli
armatori europei non interessasse più ciò che avviene
nella sessione plenaria del Parlamento chiamata a valutare il lavoro
legislativo realizzato dalle Commissioni su temi centrali per il
trasporto marittimo. Sarà forse colpa del fatto che l'ECSA è
attualmente in cerca di un responsabile della comunicazione che dia
voce alle considerazioni e alle proposte dell'associazione degli
armatori europei. Gli interessati all'offerta di lavoro dovranno
presentare il proprio curriculum vitae entro domani. Forse per
questo ora l'associazione è afona.-
- A dar voce alle riflessioni dell'industria armatoriale europea
ci hanno pensato le associazioni di categoria di Italia e Spagna.
«Il voto contrario del Parlamento europeo alla relazione sulla
riforma del sistema ETS relativo alle quote di emissioni e il suo
contestuale rinvio alla Commissione ENVI - ha commentato oggi Matteo
Catani, consigliere dell'italiana Assarmatori nonché
amministratore delegato di Grandi Navi Veloci - fornisce allo
shipping italiano e a quello europeo nel suo complesso il tempo
indispensabile per proseguire nel dialogo con i vari interlocutori
sulle criticità del pacchetto Fit for 55 e palesa una presa
di coscienza, almeno per quanto riguarda il trasporto marittimo,
della complessità della normativa in questione, relativa
all'abbattimento dei fumi da parte delle navi nonché della
necessità di effettuare ulteriori approfondimenti».
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- Rilevando che «dall'Europa, ma anche dall'IMO, arrivano
segnali relativi alla volontà di accelerare sul tema della
riduzione delle emissioni», Catani ha osservato che, tuttavia,
«a oggi non esiste chiarezza su quali tecnologie possano
consentire in un lasso di tempo così breve di raggiungere i
risultati aspettati. E ciò comporta forti incertezze sugli
investimenti e una non piena consapevolezza, da parte dei
legislatori, sui tempi necessari per l'adattamento tecnologico delle
navi».
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- Catani ha ricordato che da tempo Assarmatori sottolinea come
l'introduzione dello shipping nel sistema di scambio di quote delle
emissioni sia percorribile solo se verranno attuate alcune modifiche
sostanziali rispetto a quanto oggi previsto: fra queste una
tempistica di phasing-in più realistica, l'esenzione per
alcuni segmenti di trasporto (come quelli che garantiscono la
continuità territoriale e il transhipment), un monitoraggio
dell'impatto della misura e l'impiego delle risorse derivate
dall'acquisto di quote di emissione per finanziare la ricerca e gli
investimenti tecnologici necessari per raggiungere gli obiettivi.
«Infine - ha precisato Catani - è necessario
considerare l'intero ciclo di vita dei carburanti, valutando quindi
anche le emissioni prodotte durante la fase di produzione, trasporto
e stoccaggio che possono cambiare e anche significativamente il
reale impatto sugli obiettivi di riduzione. Anche in quest'ottica la
decisione del Parlamento europeo di concedere un maggior tempo di
riflessione e analisi è quindi di essenziale importanza per
evitare di assumere decisioni intempestive che rischiano di andare
in senso contrario rispetto agli obiettivi prefissati in termini di
sostenibilità».
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- Prima di motivare perché, ad avviso dell'Asociación
de Navieros Españoles (ANAVE), la proposta di modifica del
sistema europeo di scambio di quote di emissioni (ETS) dell'UE, pone
alcune criticità per le imprese di trasporto marittimo
spagnole, l'associazione di Madrid ha rammentato quali sono i punti
cardine, nel bene e nel male, della proposta di modifica, che è
stata presentata con relazione elaborata dal tedesco Peter Liese.
L'ANAVE ha spiegato che la proposta, relativamente al trasporto
marittimo, ha notevolmente inasprito quella presentata lo scorso
luglio dalla Commissione Europea
(
del 14
luglio 2021), proponendo innanzitutto di estendere il campo di
applicazione ad altri gas ad effetto serra e non solo alla CO2.
Inoltre l'associazione spagnola ha ricordato che la proposta votata
ieri dal Parlamento europeo prevede che le misure vengano applicate
alle navi di almeno 400 tonnellate di stazza lorda , mentre la
proposta della Commissione UE prevede che si applichino alle navi di
almeno 5.000 tsl, e che si applichino al 100% delle emissioni dei
viaggi marittimi da e per Stati terzi rispetto al 50% proposto dalla
Commissione. In più, è stata eliminata la gradualità
dell'entrata in vigore delle norme.-
- L'ANAVE ha elencato anche i pregi della proposta di modifica
illustrata da Liese, a partire dal fatto che debba essere
l'operatore commerciale della nave ad assumersi i costi dell'ETS e
dalla creazione di un “Ocean Fund” da alimentarsi con il
75% delle entrate generate dall'ETS e con il 100% delle sanzioni
dell'iniziativa FuelEU Maritime, fondo le cui risorse verrebbero
utilizzate per progetti che consentano la decarbonizzazione
dell'industria marittima. Inoltre l'associazione degli armatori
spagnoli ha evidenziato che tra gli emendamenti approvati ieri con
365 voti favorevoli e 263 contrari c'è l'esenzione dei viaggi
marittimi effettuati nell'ambito di un contratto di servizio
pubblico o soggetti a obblighi di servizio pubblico. A tal
proposito, l'ANAVE ha ricordato che in Spagna tutti i servizi
regolari di trasporto marittimo di passeggeri, veicoli al seguito
dei passeggeri e merci ro-ro tra porti situati sulla penisola e nei
territori spagnoli non peninsulari sono soggetti a obblighi di
servizio pubblico.
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- Secondo l'ANAVE, «tuttavia questi miglioramenti non sono
sufficienti per assicurare la coesione territoriale in Spagna ed
evitare distorsioni della concorrenza. Fra le altre questioni - ha
specificato l'associazione spagnola - sarebbe necessario definire un
trattamento speciale per le Isole Canarie in quanto regione
ultraperiferica, come concordato ieri dalla sessione plenaria del
Parlamento europeo per il trasporto aereo».
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