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INDUSTRY
Tempo d'inventario per l'industria coreana di produzione contenitori
Un anno o due fa sembrava che l'espansione oltremare delle principali
ditte coreane produttrici di contenitori fosse praticamente inarrestabile.
Una significativa percentuale della nuova capacità produttiva
di box in Cina era controllata dai coreani e la rete dei principali
operatori si era ulteriormente allargata, data la comparsa di
nuove fabbriche nel sud-est asiatico, in India e persino nelle
Americhe, tanto più che vi erano nuovi progetti sulla rampa
di lancio.
L'elenco degli impianti destinati alla produzione di containers
posseduti e condotti, o almeno gestiti, da ditte con sede in Corea
fa ancora impressione. Attualmente, sono a conduzione coreana
16 fabbriche, di cui tre presso il Paese d'origine, 11 nella Repubblica
Popolare di Cina e due altrove. Tuttavia, altrettanto interessanti
dei nomi ivi elencati si presentano i nomi non più citati,
dal momento che sia la Hyundai che la Jindo hanno chiuso alcune
fabbriche nel sud-est asiatico nel corso degli ultimi 12 mesi
(la ASPEC in Indonesia e la SCG in Tailandia nel caso della Hyundai
e la Kodeco in Indonesia per quanto riguarda la Jindo). Inoltre,
entrambe le ditte coreane hanno frenato bruscamente in relazione
a qualsiasi ulteriore nuovo progetto al momento attuale, dato
il ridimensionamento della breve incursione della Hyundai in Polonia
e dei tentativi da tempo effettuati dalla Jindo di impiantare
la produzione in India ed in Vietnam. Infine, naturalmente, un
elenco di questo tipo compilato un anno fa avrebbe dovuto comprendere
una mezza dozzina di progetti produttivi gestiti dalla coreana
Win Corp, ma il fallimento di quest'ultima all'inizio del corrente
anno ha tolto di mezzo un importante operatore nel contesto del
settore della produzione di contenitori.
Sei dei migliori
I principali operatori che restano non sembrano troppo scontenti
dell'occasione che si presenta di tirare il fiato dopo la continua
espansione degli ultimi anni. Secondo S.H. Jeon, direttore generale
del dipartimento marketing della Jindo, l'ultima fabbrica coreana
residua dedicata alla produzione di contenitori per carichi secchi
a Inchon opera solamente su un unico turno produttivo al momento
attuale, ma egli spera che i livelli minimi di prezzo recentemente
imposti in Cina possano allungare di un anno o due il periodo
di sopravvivenza dell'impianto di Inchon.
Gli impianti per carichi secchi della Jindo in Cina, tuttavia,
sono alquanto più indaffarati. L'impianto di Guangzhou,
nella Cina meridionale, continua a lavorare quasi a spron battuto
su due turni, sebbene Jeon abbia affermato che i piani in precedenza
annunciati relativi all'inaugurazione di un secondo impianto nella
Cina meridionale siano stati abbandonati a causa di problemi di
eccesso di capacità nel mercato. A Shanghai, nel contempo,
la Jindo è pronta a convertire le proprie operazioni da
uno a due turni a partire dalla metà di ottobre, mentre
anche la fabbrica di Dalian, secondo Jeon, si preparava ad aggiungere
un secondo turno "su piccola scala" verso la metà
di settembre. Nessuna spiegazione è stata fornita dalla
Jindo in relazione a tale improvvisa svolta; peraltro, è
probabile che essa sia dovuta alla necessità di provvedere
prima della fine dei 1997 alla consegna di tutte le ordinazioni
stipulate anteriormente alla data-limite della metà di
aprile stabilita in ordine al controllo dei prezzi cinesi; potrebbe
trattarsi, quindi, di un fenomeno a breve termine.
INFRASTRUTTURE PER LA PRODUZIONE DI CONTENITORI CONTROLLATE DA DITTE COREANE
|
Denominazione Impresa | Denominazione fabbrica (e localizzazione) | Prodotto | Capacità | Impostazione |
Hyundai | HDPIC (Ulsan, Corea) | Frigo | 10.000 unità | - |
" | GDHD (Guangzhou, Cina meridionale) | Carichi secchi | 70.000 unità | 1 linea, 1 turno; 1 linea, 2 turni |
" | SHHD (Shanghai, Cina centrale) | Carichi secchi | 40.000 TEU | 1 linea, 1 turno; 1 linea, 2 turni |
" | QDHD (Qingdao, Cina settentrionale) | Carichi secchi Frigo | 40.000 TEU 5.000 unità | 1 linea, 2 turni 1 linea, 1 turno |
" | DCM Hyundai (Madras, India) | Carichi secchi | 18.000 TEU | - |
" | Hymex (Tijuana, Messico) | Frigo | 5.000 unità | - |
|
Jindo | Jindo (Inchon, Corea) | Carichi secchi | 40.000 TEU | 1 linea, 1 turno |
" | Jindo (Onyang, Corea) | Frigo | 9.000 unità | 1 linea, 1 turno |
" | Guangzhou Jindo (Cina meridionale) | Carichi secchi | 60.000 TEU | 1 linea, 2 turni |
" | Shanghai Jindo (Cina centrale) | carichi secchi | 54.000 TEU | 2° turno a partire da ottobre 1997 |
" | Dalian Jindo (Cina settentrionale) | Carichi secchi | 40.000 TEU | 2° turno a partire da settembre 1997 |
" | Qingdao Jindo (Cina settentrionale) | Frigo | 12.000 unità | 1 linea, 1 turno |
|
JLA | Jiluck-Ace (Cina settentrionale) | Carichi secchi | 24.000 TEU | 2° turno a partire da metà 1998 |
" | Tianjin Jiluck-Ace (Cina settentrionale) | Carichi secchi | 30.000 TEU | Inizio operazioni previsto: gennaio 1998 |
" | Sino-Ace (Cina meridionale) | Carichi secchi | 24.000 TEU | Inizio operazioni previsto: gennaio 1998 |
Ace Eng | Goldtainer (Cina settentrionale) | Carichi secchi | 40.000 TEU | - |
Jeon ha anche dichiarato che l'impianto della Jindo Kodeco a
Giacarta ha cessato la produzione qualche mese fa (esattamente,
nello scorso mese di giugno); alla domanda relativa al fatto
se questa chiusura fosse temporanea o definitiva, Jeon ha risposto
"più meno, l'una e l'altra"; peraltro, tutto
il personale direttivo coreano è stato mandato via e Jeon
è sembrato alquanto disinteressato circa il suo futuro.
Si è dimostrato poi ancor meno entusiasta circa la proposta
di nuove fabbriche della Jindo in India ed in Vietnam, dal momento
che entrambi questi progetti sono attualmente "rimandati
a data da stabilirsi".
Il quadro tracciato dalla Hyundai in ordine ai propri vari progetti
è leggermente più ottimistico, dal momento che la
società in questione ha dichiarato che "la ASPEC ha
cessato definitivamente la produzione a partire dall'agosto 1996,
mentre la SCG ha chiuso provvisoriamente all'inizio di quest'anno
ma vi è in programma la ripresa dell'attività all'inizio
del prossimo anno. Al momento attuale non stiamo prendendo in
considerazione alcun altro progetto".
Seguire la linea di tendenza
Dato che tutte le altre ditte coreane nel migliore dei casi si
aggrappano all'esistente ed in quello peggiore cercano di vendere
la propria rete di fabbriche all'estero, resta alla JLA il compito
di continuare a tentare di espandersi. Questa ditta ha fatto sapere
di essere in procinto di inaugurare non una bensì due nuove
infrastrutture all'inizio del 1998, per quanto dopo diversi mesi
di ritardo. "Riguardo alle nostre nuove fabbriche di Tianjin
e Guangdong" ha dichiarato M.S. Kim, presidente della JLA
"non siamo stati in grado di dare inizio alle operazioni
rispettando il nostro programma originario a causa delle difficoltà
nel riuscire ad ottenere i necessari finanziamenti in Cina. Dal
momento che adesso abbiamo risolto i problemi di natura finanziaria,
possiamo partire nel 1998 senza ulteriori indugi. Rispetto alla
fabbrica Jiluck-Ace, abbiamo modificato l'impostazione da due
turni ad un turno in ragione dei bassi prezzi dei contenitori
ma stiamo progettando il ritorno alle operazioni su due turni
a partire dal secondo trimestre del 1998, dal momento che ci aspettiamo
che i prezzi migliorino".
Win: una situazione... non vincente
La scomparsa della Win ha lasciato improvvisamente diverse
fabbriche di containers in una situazione di carenza di vendite
e di supporto alla commercializzazione sulle quali esse avevano
finora confidato; peraltro, gli ora indipendenti produttori di
box stanno affrontando coraggiosamente la situazione. L'unica
fabbrica da tempo esistente in cui la Win Corp aveva una quota
azionaria era l'impianto della Xia-Win e questa società
ora fa sapere che è in atto un tentativo di gestire la
fabbrica autonomamente; essa sta attualmente cercando di farsi
riconoscere dal governo cinese il diritto di "rilevare"
il capitale azionario della Win in luogo del "notevole"
quantitativo di denaro che la Win doveva alla Xia-Win al momento
della dichiarazione di fallimento della prima.
Il personale della Xia-Win ha (comprensibilmente) evidenziato
il fatto che la produzione continua presso la fabbrica, malgrado
la scomparsa della società-madre fondatrice e la disputa
relativa all'identità del possessore delle quote azionarie
della Win, e la società si aspetta di produrre circa 10.000
TEU nel 1997. La Xia-Win sta lavorando strutturata su un unico
turno (notizia aggiornata alla metà di agosto), avendo
fermato a marzo il secondo turno. La società, inoltre,
sta attualmente concentrando gran parte dei propri sforzi sulla
produzione di box non standard, dal momento che solamente il 60%
dei TEU prodotti quest'anno verosimilmente sono riferibili ad
unità standard, mentre il 40% è costituito da varie
unità speciali per carichi secchi.
Una seconda ditta cinese che confida di poter prosperare a dispetto
della perdita del proprio "guru" in fatto di vendite
e marketing è la Yantai Moon-Win Reefer Container Co. Quest'ultima
afferma: "Stiamo giusto per dare inizio alla produzione di
un prototipo di unità-frigo. Questa fabbrica è stata
progettata per la produzione di contenitori di ogni dimensione
(frigo e carichi secchi) fino a 48 piedi di lunghezza, 8 piedi
e 6 pollici di larghezza e 10 piedi di altezza ed è pronta
a ricevere ordinazioni. La Win Corp non è più collegata
con la nostra società, che ora gestiamo da soli, con personale
esperto in tutte le divisioni".
(da: Cargo Systems, settembre 1997)