C
.
I
.
S
.
Co
.
notiziario
PORTI
Le incertezze del sistema portuale canadese
Allorquando venne intrapresa l'iniziativa tendente a liberalizzare
ed introdurre sul mercato i porti canadesi, gli addetti alla predisposizione
del relativo disegno di legge non si aspettavano che esso dovesse
seguire un iter così tortuoso per divenire norma a tutti
gli effetti. Una legge popolare a livello quasi universale è
stata ostacolata dai politici del Paese, visti tempi di attesa
per l'approvazione.
I porti, i politici e persino i semplici cittadini (che sono
stati consultati nel corso di un certo numero di udienze pubbliche,
le quali hanno contribuito alla redazione definitiva del progetto
di legge) sono stati tutti convinti da un disegno di legge che
difficilmente diverrà legge effettiva prima della fine
del secolo. La Legge Marittima Canadese, siglata come disegno
di legge C-44, non è stato approvata dal Parlamento entro
i termini prescritti e pertanto dovrà iniziare nuovamente
l'intera procedura. La ragione? In Canada sono state indette le
elezioni politiche e la normativa in attesa di approvazione non
verrà esaminata fino a quando le elezioni stesse non si
saranno svolte, anche nel caso che resti al governo lo stesso
partito.
Pertanto, il problema del disegno di legge non è certo
la sua popolarità. E' quasi certo, infatti, che esso verrà
ripreso dal nuovo governo, non importa di quale colore. Il disegno
di legge è stato vittima, inoltre, dell'affollamento di
altri progetti giacenti in Parlamento in attesa di approvazione.
Per il parlamento canadese era più importante approvare
la normativa in materia di diritti d'autore e di tabacco; è
così mancato il tempo per il C-44. Quest'ultimo è
già stato portato in aula tre volte. Tutto ciò fa
sì che i porti canadesi si trovino spiazzati. L'iniziativa
finalizzata ad una maggiore privatizzazione e commercializzazione
nasce da un sentimento comune a molti organismi in Canada. I porti
sono stati gli ultimi a cadere, dopo altri monoliti trasportistici
quali le linee aeree e gli aeroporti che hanno già subito
modifiche al proprio status per via legislativa.
Il retroscena relativo alla nascita del disegno di legge C-44
risale alla ideazione della Politica Marittima Nazionale, annunciata
dal governo canadese nel dicembre 1995. Il concetto che ne stava
alla base - essenzialmente, rendere più competitivi dal
punto di vista commerciale i porti canadesi senza bisogno di privatizzarli
necessariamente - è stato trasfuso nel disegno di legge
citato. Questa normativa avrebbe dovuto essere applicata ai principali
porti canadesi (le centinaia di porti minori avrebbero potuto
essere messi in vendita). Tale progetto è stato poi rinviato
a data da destinarsi dal Parlamento canadese nello scorso mese
di giugno. Il principale obiettivo del disegno di legge C-44 è
quello di dare maggiore autonomia ai porti. La conseguenza per
i porti sarebbe stato il fatto di avere un consiglio di amministrazione
formato da membri locali, con conseguente controllo locale sugli
scali. Le decisioni, in altre parole, sarebbero state prese nell'ambito
della comunità locale.
Anche le autorità portuali e gli enti portuali hanno espresso
il proprio parere favorevole in ordine al disegno di legge, anche
se al testo originale sono stati apportati qualcosa come 75 emendamenti.
Questi ultimi sono scaturiti da un certo numero di udienze pubbliche,
nel corso delle quali è stata discussa la normativa e sono
stati analizzati gli strumenti per migliorarla. Una delle modifiche
apportate su segnalazione delle autorità portuali e degli
Enti portuali nel corso di tali udienze è stata quella
secondo cui i porti mantengono lo status di agenzia federale,
il che li esenta da imposizioni fiscali. Un altro emendamento
riguarda la facoltà dei porti di stipulare mutui con le
banche, ma non con il governo centrale. Prima che il disegno di
legge diventi norma a tutti gli effetti, è possibile apportarvi
ancora degli emendamenti.
Favorevole ai porti
I porti hanno espresso richieste in ordine a ciò che vorrebbero
ci fosse nella legge, sperando di renderla più "favorevole
ai porti" possibile. Come afferma Michael Turgeon del Porto
di Montreal "l'Ente portuale di Montreal ha raccomandato
alla Commissione Permanente Trasporti del Parlamento di adottare
provvedimenti al fine di far sì che la nuova struttura
risponda alle nostre esigenze e ci metta in grado di disporre
di un'amministrazione più sensibile al mercato, efficiente
e generatrice di profitti.
Più che altro abbiamo chiesto maggiore autonomia e poteri
più ampi. Ciò comporta maggiori responsabilità,
ma siamo più che pronti ad assumerle. In effetti, qualsiasi
cambiamento sarà facile per noi che operiamo in modo commerciale,
efficiente e profittevole sin dalla nostra costituzione quale
ente portuale locale, nel 1983".
La necessità di attendere dei porti canadesi è
una situazione alla quale si sono abituati. Questa non è
la prima volta che il Canada ha visto svolgersi tale vicenda.
Un disegno di legge di natura simile era stato elaborato negli
anni '80 ed aveva dovuto subire il destino di non essere mai approvato
definitivamente.
Il Porto di Vancouver, maggiore scalo canadese e secondo di tutto
il Nord America, afferma che vi è ancora una possibilità
che esso possa essere approvato prima che si svolgano le elezioni
politiche. Tuttavia, Linda Morris, del porto in questione, ritiene
che in un certo qual modo gran parte delle disposizioni contenute
nel disegno di legge siano superflue, dal
momento che molti provvedimenti da esse previsti si riferiscono
a modalità funzionali già adottate dai porti. La
Morris ritiene che ciò sia vero in particolare per Vancouver.
"Crediamo che il tipo di porto descritto nel disegno di legge
corrisponda proprio a Vancouver. Infatti richiama la diversificazione,
l'autosufficienza finanziaria e l'orientamento commerciale, e
Vancouver è già così" ha dichiarato.
Il principale vantaggio comportato dal disegno di legge sarebbe
quello di riportare sulla corretta via tutti i porti, ponendoli
allo stesso stadio di sviluppo di scali come Vancouver.
Anche le iniziative del porto di St.John dimostrano come molti
porti non stiano aspettando che la nuova normativa li costringa
a fare ciò che già ritengono costituisca una buona
idea. Per esempio, l'Ente Porto di St.John ha già tagliato
un milione di dollari di costi operativi, come si evince da un'indagine
annuale.
Mettere al riparo
L'abolizione dell'Ente Porti del Canada costituisce una parte
importante del disegno di legge, ma, ancora una volta, riguarda
una situazione già in atto. Il suo personale, infatti,
negli ultimi anni era stato ridotto a poco più di 60 unità
appena. Anche la Polizia Portuale verrà sottoposta ad una
razionalizzazione, in vista del suo scioglimento definitivo. Il
messaggio di fondo è che, anche se il disegno di legge
ha i suoi meriti, in realtà si appresta a mettere al riparo
cose che i porti hanno già preso in considerazione.
A Vancouver, ad esempio, molti terminals vengono noleggiati ad
imprese private, facendo sì che il porto supporti il settore
privato nell'azione tendente a raggiungere il successo economico.
Anche se i porti come Vancouver avrebbero ottimi motivi per dubitare
della reale necessità del disegno di legge, la Morris insiste
nell'affermare che nella sostanza si tratta di una buona iniziativa.
"La legge darà flessibilità ai porti, specialmente
per quanto riguarda i rapporti d'affari".
(da: Port Development International, aprile 1997)