Independent journal on economy and transport policy
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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVIII - Numero 31 GENNAIO 2020
PROGRESSO E TECNOLOGIA
VELIERI IN VISTA
Il principio fisico è quello stesso che la gente ha
utilizzato sui velieri per secoli: il vento attinge il bordo
d'attacco della vela e si divide in due flussi che vengono
reindirizzati e viaggiano a velocità diverse verso il bordo
di fuga, inducendo una differenza di pressione che preme e spinge in
avanti simultaneamente la vela e l'imbarcazione.
Quello che è cambiato è l'efficienza.
L'avanzamento della scienza ha raddoppiato il quantitativo di
potenza propulsiva per metro quadro della superficie velica, afferma
Marc Van Peteghem, architetto navale e cofondatore della VPLP
Design.
Unitamente alla ditta francese di ingegneria CNIM, la VPLP ha
sviluppato una nuova concezione di vela rigida che hanno denominato
OceanWings, sulla base di un'idea esistente della VPLP.
Dall'aereo alla nave
Negli ultimi anni è stata fatta una serie di tentativi
per combinare il principio propulsivo delle tradizionali barche a
vela con l'efficienza aerodinamica di un'ala di aereo quando estende
il flap del bordo di fuga in fase di decollo o di atterraggio.
"C'è uno spazio fra i due elementi dell'ala e l'aria
che vi passa attraverso accelera il flusso e spinge la turbolenza
verso il bordo di fuga" spiega Van Peteghen.
Mentre nel caso di un aeroplano l'impulso generato dal motore
sposta il velivolo contro l'aria, causando la divisione del flusso
d'aria nelle ali e generando la forza di elevazione, il principio è
invertito nel caso di un'imbarcazione a vela: il vento attinge la
vela e non è la vela ad essere spinta contro il vento.
La fisica è la medesima, tuttavia.
Il trasferimento della concezione bipartita dell'ala e del flap
dell'aereo ad un battello a vela ha come risultato una vela rigida,
che consiste in due "lame" o "ali" verticali e
parallele, più o meno simmetriche, con una stretta fessura
nel mezzo.
La fessura ripartisce e reindirizza nuovamente il flusso d'aria,
rafforzando l'effetto aerodinamico e producendo un impulso
aggiuntivo.
La concezione è stata il soggetto di vari progetti
sperimentali per un po' di tempo, compresi prototipi gonfiabili e a
custodia rigida o segmentata.
Mentre sono stati conseguiti notevoli miglioramenti in termini
di efficienza, il controllo ed il terzarolamento sono stati
complicati, richiedendo competenze ed esperienze eccezionali.
Manovre automatiche
Il modello progettuale OceanWings richiede un approccio
leggermente diverso: ognuna delle due lame dritte dispone di un
proprio albero e consiste di diversi segmenti orizzontali ed il
"corpo" di ciascuno dei segmenti è formato da una
struttura flessibile.
Il sollevamento ed il calo di tali segmenti lungo l'albero
consente di incrementare o ridurre la superficie della vela, ovvero
il "terzarolamento", ed il calo di tutti i segmenti sino
alla posizione più bassa "ammaina" la vela del
tutto.
L'angolo fra le due parti della vela può essere corretto
come si desidera; ogni lama può ruotare di 360 gradi attorno
al suo albero.
Il secondo elemento essenziale della concezione OceanWings
consiste nel fatto che le complicazioni correlate alla
individuazione della posizione appropriata per una determinata
condizione di vento e la desiderata direzione di viaggio vengono
eliminate poiché l'intera vela rigida è completamente
controllata dal computer.
Tutto ciò che l'operatore deve fare è scegliere la
direzione ed il computer posizionerà le due parti della vela
per conseguire l'impulso ottimale, correggendo la curvatura e la
svolta come richiesto.
La vela è stata provata con successo sugli yacht della
VPLP, compreso il catamarano coalimentato con pile combustibili
all'idrogeno Energy Observer varato nel 2017 ed è disponibile
in commercio.
Secondo Marc Van Peteghem le vele OceanWing possono ridurre il
consumo di carburante del 18-42%, a seconda della tipologia di nave,
della rotta e della composizione delle vele.
Ma la VPLP ha obiettivi di gran lunga più ambiziosi della
nautica da diporto.
"È il momento di trasferire la tecnologia che
abbiamo sviluppato nel settore della nautica da diporto a quello del
trasporto marittimo" afferma Van Peteghem.
La sua società promuove la propria tecnologia di
propulsione eolica OceanWings come una fonte ausiliaria di
alimentazione per la propulsione delle navi mercantili al fine di
conseguire l'EEDI desiderato.
Guardando più avanti nel futuro, le navi ibride che
combinano un motore alimentato da carburante ecocompatibile con vele
rigide e pannelli solari a bordo potrebbero un giorno essere
un'opzione per un trasporto marittimo neutro in termini di gas serra
e sostenibile.
Naturalmente non tutte le rotte marittime presentano le giuste
condizioni di vento per una tale soluzione, ma su quelle che invece
le hanno, trarre vantaggio del vento quale fonte energetica
inesauribile certamente ha senso dal punto di vista ecologico ed
economico.
Servizi di consulenza e certificazione
"Una vela rigida potrebbe essere installata su ogni nave
dove sia liberamente esposta al vento" afferma Van Peteghem.
Una volta che una nuova concezione di propulsione eolica entra
in una fase commerciale, è compito della classificazione
assicurare che il sistema sia sicuro ed affidabile, aggiunge.
La DNV GL ha certamente le competenze e le conoscenze
ingegneristiche richieste in questo settore, afferma Hasso
Hoffmeister, ingegnere senior principale della DNV GL.
"Fra i vantaggi di una vela rigida c'è quello per
cui la sezione incrociata tridimensionale migliora la propria
efficienza aerodinamica rispetto ad una vela convenzionale.
Pertanto essa consegue una spinta notevolmente maggiore per
metro quadro di area di superficie velica".
D'altro canto, le forze che agiscono su ogni vela non solo
spingono nella direzione in avanti ma anche in quella laterale, il
che significa che la stabilità della nave dev'essere
considerata quando si stabiliscono le dimensioni dell'area della
superficie velica.
"Ma le vele destinate a fornire la propulsione ausiliaria
ad una grande nave mercantile dovrebbero normalmente essere
abbastanza piccole da evitare ogni impatto negativo sulla stabilità"
afferma Hoffmeister.
"A seconda del relativo dominio di un sistema a vele e se
di tratti di una nuova progettazione o di un aggiornamento, una
progettazione navale potrebbe essere utile per ottimizzare
l'efficienza di una propulsione eolica".
Un esempio ne è la proposta di concezione di nave
mercantile a vela "WASP" della Dykstra Naval Architects
progettata per una superficie velica molto grande e pertanto con una
appropriata forma di scafo.
Uno standard di certificazione della DNV GL per tali navi,
denominato DNVGL-ST 0511 'Wind assisted Propulsion Systems' è
stato pubblicato nello scorso mese di novembre.
I progetti come le recenti riuscite installazioni di vele a
rotore del consorzio MariGreen e della Norsepower, entrambi
certificati dalla DNV GL, così come della OceanWings e di
altre tipologie a vela hanno conseguito risultati incoraggianti.
Al fine di supportare tali iniziative la DNV GL ha pubblicato
anche la sua nuova notazione di classe 'Wind assisted propulsion
systems' nel 2019.
Ciò di cui ora il settore ha bisogno sono consistenti
investimenti di capitale in queste comprovate tecnologie eoliche in
modo che esse possano entrare nella corrente principale e sviluppare
il proprio potenziale di abbattimento del carbonio e del risparmio
di carburante.
La DNV GL attualmente offre questi servizi utili per i sistemi
di propulsione eolica.
La sua rete indipendente di consulenza marittima possiede
competenze uniche nel calcolare il quantitativo di potenza
propulsiva ausiliaria o il risparmio di carburante che gli specifici
sistemi eolici genereranno su una specifica nave su una determinata
rotta.
Questo viene fatto per mezzo di simulazioni e statistiche
meteorologiche per specifiche rotte e si possono confrontare i
risultati relativi a vari sistemi a vela per determinare quali siano
i più efficienti.
Il secondo servizio è il calcolo EEDI per una determinata
configurazione di propulsione ibrida; l'inclusione di un'assistenza
eolica in questo calcolo è espressamente consentita ai sensi
degli statuti IMO, sostiene Hasso Hoffmeister.
Il terzo servizio è la nuova notazione di classe che
comporta la certificazione tecnica e l'approvazione della sicurezza,
della stabilità strutturale e della resilienza in condizioni
estreme di una nave che utilizza vele ausiliarie.
Questa procedura si basa su regole di classificazione e
comprende sistemi di controllo e monitoraggio così come
l'integrazione del sistema di vele nella nave.
"La tecnologia c'è e noi offriamo la consulenza
indipendente ed i servizi di approvazione necessari" afferma
Hoffmeister.
"Sta al settore del trasporto marittimo cogliere queste
opportunità".
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