Independent journal on economy and transport policy
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
YEAR XXVII - Number 9/2009 - SEPTEMBER 2009
Porti
Qualche segnale di ripresa per i principali porti cinesi
Le ultime statistiche suggeriscono che i porti cinesi si stanno
riprendendo dopo le batoste ricevute nel corso della recente
recessione, dal momento che i risultati relativi ai primi sette mesi
di quest'anno mostrano un incremento rispetto a quanto da loro
realizzato nella prima metà dell'anno, sebbene i volumi siano
ancora bassi rispetto a quelli dello scorso anno.
I volumi complessivi dei maggiori porti containerizzati del
paese sono calati del 9,6% sino a 60,2 milioni di TEU in relazione
ai primi sette mesi di quest'anno, una cifra leggermente inferiore
rispetto alla diminuzione del 10,7% fatta registrare per i primi sei
mesi (50,5 milioni di TEU).
Tutti quanti questi porti, poi - tranne Qingdao e Guangzhou -
hanno fatto registrare incrementi delle cifre dei propri volumi
inerenti a luglio rispetto a quelle relative a giugno.
Tuttavia, i risultati concernenti il periodo gennaio-luglio di
quest'anno sono rimasti molto indietro rispetto ai dati complessivi
raggiunti nei primi sette mesi del 2008.
Nel maggiore porto del paese, Shanghai, i volumi pari a 13,8
milioni di TEU hanno rappresentato un calo del 14,4% rispetto alle
cifre dello scorso anno, mentre la movimentazione di box a Shenzhen
si è attestata a 9,57 milioni di TEU: una caduta a piombo del
21,2%.
I soli porti a far registrare qualche crescita - oltre a quello
di Lianyungang che ha visto i propri volumi incrementarsi dell'1,4%
- sono stati i terminal della baia di Bohai: i volumi di Qingdao
sono aumentati del 2% sino a 5,95 milioni di TEU, quelli di Tianjin
si sono attestati al 3,2% di crescita per 4,95 milioni di TEU,
mentre Yingkou ha continuato a seguire la propria impressionante
linea di tendenza verso l'alto, con una robusta impennata del 21,7%
sino a 1,45 milioni di TEU.
Le ragioni principali della crescita di questi porti della Cina
settentrionale risiedono nel fatto che essi sono stati meno colpiti
dal declino a livello globale, dal momento che si concentrano
maggiormente sui traffici interasiatici, mentre i porti della Cina
meridionale/Yangtze sono più concentrati sulle direttrici di
traffico del transpacifico e dell'Asia/Europa che hanno subito il
pesante impatto della recessione. (da: ci-online.co.uk,
09.09.2009)
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