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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | YEAR XVI - Number 9/98 - SEPTEMBER 1998 |
Intermodal Transport
La ICF sul binario giusto
In un epoca in cui, in molte aree del settore trasportistico,
la quota di mercato è ancora regina, l'operatore di rete
pan-europea con sede a Basilea ICF (Intercontainer-Interfrigo)
adotta un punto di vista diverso.
Come afferma il dott. Bernd Menzinger, presidente del consiglio
di amministrazione dell'ICF, "il conseguimento di profitti
è più importante dei volumi. Stiamo cercando di
crescere in mercati strategici; non è sensato lottare per
quote di mercato nell'ambito di mercati che non rendono profitti".
Nel corso del 1997, la ICF in realtà ha trasportato meno
TEU rispetto al 1996 nel contesto dei propri servizi effettuati
autonomamente. Nel trasporto combinato, i risultati si sono ridotti
da 1.331.005 TEU ad 1.286.286 TEU, con un calo del 3,4% circa.
Nello stesso tempo, per contro, i risultati della società
in termini di TEU/km movimentati sono aumentati del 3% da 1,398
milioni ad 1, 440 milioni, che equivalgono ad una distanza media
per carico trasportato pari a 1.190 km per TEU. Tuttavia, tenendo
conto dei carichi trasportati da ICF nell'ambito di associazioni
commerciali, i volumi movimentati nel 1997 sono stati pari a 2.003.395
TEU, con un incremento del 7,8% rispetto agli 1.858.059 TEU movimentati
nel 1996.
Il calo rispetto al traffico trasportato con servizi propri costituisce
il risultato della perdita di carichi a corto raggio con origine
da Anversa. In primo luogo, i traffici per conto della Sea-Land
sulla tratta Anversa-Rotterdam, per quasi 50.000 TEU/anno complessivi,
sono stati persi a favore della NDX Intermodal. In secondo luogo,
circa 8.000 TEU dell'attività relativa alla Chrysler movimentata
da Anversa all'Austria è stata perduta a vantaggio della
Transfracht. Ed infine anche volumi più piccoli movimentati
sulla tratta Anversa-Austria sono stati catturati sia dalla NDX
che dalla Transfracht.
La perdita di questi traffici a corto raggio è in linea
con la strategia della ICF di concentrarsi maggiormente sulla
movimentazioni a raggio più lungo. Due zone particolari
dove è stato conseguito un buon successo sono il mercato
italiano, laddove i trasporti sono aumentati anno per anno del
32% circa, e la C.S.I. Nel 1997, i trasporti da e per la C.S.I.
hanno totalizzato 51.356 TEU, con un incremento del 16,6% rispetto
ai livelli del 1996.
Søren Rasmussen, presidente del comitato esecutivo e direttore
generale dell'ICF, è assai ottimista circa gli sviluppi
delle attività societarie nella C.S.I. e dichiara: "Siamo
fieri di aver potuto stabilire un punto d'appoggio in questi mercati;
essi richiedono conoscenze specifiche, di cui noi disponiamo".
Anche nel settore del trasporto refrigerato (Interfrigo) sono
stati trasportati meno carichi con servizi propri, dal momento
che il numero delle unità trasportate nel 1997 - rispetto
a quelle del 1996 - si è ridotto da 46.527 a 43.747, mentre
il tonnellaggio è diminuito da 877.100 tonnellate a 847.900
tonnellate.
Rasmussen ha espresso qualche inquietudine in ordine alle prospettive
per il 1998 del prodotto societario Interfrigo, citando due principali
fattori di preoccupazione.
In primo luogo, il volume delle banane trasportate si sta riducendo
in conseguenza delle influenze del mercato inerenti alla revisione
delle quote dell'Unione Europea. In secondo luogo, gli effetti
di El Niño in Sudamerica si sono visti sia nella qualità
che nella quantità di banane arrivate in Europa settentrionale
da quelle zone. Dal momento che il 55,1% dei carichi della Interfrigo
attualmente è costituito da banane, è chiaro che
la società ha qualche ragione di preoccupazione.
In secondo luogo, il mercato relativo al trasporto di prodotti
a temperatura controllata nella C.S.I. è virtualmente collassato,
in particolar modo in Russia. Prodotti quali il burro, la margarina
e la carne ora scarseggiano alquanto nei negozi di quella zona.
Nel contempo, prospettive maggiormente favorevoli per lo sviluppo
di questo settore dell'attività sono state riscontrate
nel trasporto di prodotti cosmetici in unità a temperatura
controllata, il che costituisce un nuovo sviluppo. Un altro recente
sviluppo è rappresentato dalle richieste di trasporto di
birra con le stesse modalità nel corso dei mesi estivi.
Altre nicchie di mercato, poi, stanno venendo alla ribalta.
Dal punto di vista finanziario, il 1997 si è rivelato
una delusione per la ICF, sebbene a causa di ragioni fuori dal
suo controllo. Il fatturato del 1997 è stato pari a 494,05
milioni di dollari USA, con un incremento del 2% rispetto alle
cifre del 1996 (484,38 milioni di dollari). Anche i flussi di
cassa hanno mostrato un incremento assai positivo del 34,8%, salendo
dagli 8,28 milioni di dollari del 1996 agli 11,15 milioni di dollari
del 1997. Tuttavia, questi dati si sono tradotti in una perdita
molto deludente di 1,06 milioni di dollari in termini di introiti
operativi (la perdita del 1996 era stata di 158.948 dollari),
con una perdita netta di 6,17 milioni di dollari, mentre il 1996
aveva fatto registrare profitti per 1,67 milioni di dollari.
La ragione principale dei negativi risultati del 1997 è
stata la necessità di provvedere alla cancellazione di
grossi debiti. Alla fine del 1997 ed all'inizio di quest'anno,
la Arcus Logistics, uno dei principali clienti della ICF, si è
ritrovata in difficoltà finanziarie. Lo spedizioniere,
che disponeva di uffici in Germania, in Spagna e nel Regno Unito,
era impegnato nella distribuzione di parti di auto e di pezzi
di ricambio dalla Germania alla Spagna, dalla Germania alla Polonia
e dal Regno Unito all'Italia, fino a quando la ICF ha preso l'inaudito
provvedimento di porre un blocco sui suoi carichi il 25 febbraio
scorso (si ritiene che gli altri uffici della Arcus, tra cui quelli
localizzati in Belgio ed in Polonia, non vi fossero coinvolti).
Poco dopo è seguita la smobilitazione della società;
ciò ha richiesto l'accantonamento di una cifra di 6,71
milioni di dollari nel bilancio relativo al 1997 della ICF. E'
interessante notare come, se non si fosse verificato questo evento,
i risultati operativi della ICF avrebbero fatto registrare profitti
per circa 5,65 milioni di dollari, rispetto alla perdita di 164.429
dollari del 1996.
A credito della ICF, occorre segnalare come la rete di produttori
di auto già esistente con la Arcus sia stata mantenuta
in vita dopo il 25 febbraio scorso dalla ICF con l'assistenza
di vari spedizionieri. In tal modo, si è conservato il
prodotto ed è stata assicurata la continuazione della soddisfazione
dei clienti.
Rasmussen ritiene che da questa esperienza si possano trarre
tre lezioni, vale a dire:
- l'esigenza di controllare più strettamente la gestione
del rischio di credito;
- l'esigenza di un maggiore controllo dei conti finanziari principali;
- l'esigenza che in questo settore di mercato l'ICF richieda flessibilità
(come in effetti è avvenuto).
La società si è comportata molto bene per quanto
riguarda il controllo dei costi, particolarmente poiché
ha conseguito:
- migliori coefficienti di carico sui 225/250 treni-blocco attualmente
effettuati ogni settimana;
- una utilizzazione maggiormente efficace dei vagoni che le appartengono,
riducendo in tal modo le esigenze di noleggio. L'utilizzazione
più efficace ha comportato la dismissione di alcuni dei
carri più obsoleti ed il rimpiazzo con un minor numero
di nuove unità;
- la riduzione dei costi di manutenzione dei carri mediante un
uso maggiormente efficiente delle risorse;
- la riduzione dei costi generali di gestione in termini sia di
salari che di oneri correlati. Il conto delle spese generali dell'ufficio
principale di Basilea è diminuito per il secondo anno consecutivo.
Ciò, a sua volta, ha condotto ad un incremento del fatturato
conseguito per unità di personale del 6,7% nel 1997 rispetto
al 1996.
In termini di utilizzazione dei carri, alla fine del 1997 il
parco-carri adibiti al trasporto combinato della ICF consisteva
di 6.236 unità (-3,9% rispetto al 1996), con una capacità
di carico pari a 19.096 TEU (-1,9%). Qualcosa come il 62% di tutto
il traffico è stato movimentato con proprio materiale rotabile,
rispetto al 57% dell'anno precedente. L'obiettivo è quello
di raggiungere il 75%. Nel trasporto a bassa temperatura, il parco-carri
utilizzato per i trasporti ammontava a 1.610 vagoni appartenenti
all'ICF ed a 4.963 vagoni appartenenti a compagnie ferroviarie
ma gestiti dalla ICF.
Pur lavorando insieme ai proprietari dei carri (29 compagnie
ferroviarie), la ICF desidera altresì svilupparsi autonomamente
mediante programmi di attività propri. Uno di questi modi
è costituito dalle associazioni commerciali con altri operatori,
un riassunto delle quali è contenuto nella Tabella 1. Commenta
Rasmussen: "Le associazioni commerciali rappresentano una
buona maniera per agevolare una utilizzazione maggiormente efficiente
dei carri ferroviari. Di conseguenza, lavoriamo con i nostri ex
concorrenti laddove sia utile farlo".
TABELLA 1
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ALLEANZE DELLA ICF (A GIUGNO 1998)
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Servizio |
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Nome
| Percorso | Soci
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Tares | Europa-Stati Uniti
| ICF, Hupac, Cemat, Norfolk Southern, Container Port Group
|
Ostwind | Berlino-Mosca
| ICF, TFG-I, TransRail |
| Duisburg-Polonia | ICF, Kombiverkehr, TFG-I, Polkombi
|
| Monaco-Milano | ICF, Kombiverkehr, Cemat
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HHCE | Amburgo/Bremerhaven-Ungheria
| ICF, HHLA, RÖEE |
HBCE | Amburgo/Bremerhaven-Repubblica Ceca-Slovacchia
| ICF, TFG-I, CSKD-Intrans |
| Verona-Taulov | ICF, Kombidan
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| Belgio-Italia | ICF, Hupac
|
Donauwalzer | Amburgo/Bremerhaven-Vienna
| ICF, operatori austriaci, TFG-I |
Amadeus | Rotterdam-Salisburgo
| ICF, operatori austriaci, Ökombi, Trailstar
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Mozart | Amburgo/Bremerhaven-Salisburgo
| ICF, operatori austriaci, TFG-I |
Linzer-Auge | Amburgo/Bremerhaven-Linz
| ICF, operatori austriaci, TFG-I |
FrigoRail | Europa-C.S.I.
| ICF, TransRail |
Note:
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TFG-I = TransFracht International, Francoforte; RÖEE = Raab-Ödenburg-Ebenfurter Eisenbahn, Budapest; CSKD-Intrans = Ceská a Slovenská Kombinovaná Doprava-Intrans, Praga.
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Fonte: ICF
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Rasmussen ha poi accennato ad una possibile futura collaborazione
con operatori fluviali: "Una qual certa forma di cooperazione
con operatori fluviali in futuro è possibile. In zone dove
la ferrovia è satura, il problema potrebbe essere risolto
dall'uso delle idrovie. In alternativa, potrebbe essere commercializzato
un prodotto strutturato su due livelli, con un tempo di viaggio
più rapido offerto via rotaia ed uno più lento via
fiume".
In aggiunta, la società sta altresì portando avanti
trattative con operatori marittimi rispetto allo sviluppo di nuovi
prodotti. Un esempio al riguardo sono i negoziati attualmente
in corso con la Evergreen Line in relazione ai collegamenti che
essa richiede da e per il porto italiano di Taranto. Le trattative
riguardano il raggio d'azione programmato per la copertura europea
ed i servizi di raccordo attraverso quel porto della Evergreen.
Tuttavia, è chiaro che qualsiasi sviluppo inerente a servizi
ferroviari non potrà superare certi limiti dovuti sia alle
infrastrutture portuali che alla carenza di capacità della
linea; questi problemi si ritrovano anche in altre zone dell'Italia.
Grosse difficoltà sono state di recente procurate dagli
scioperi verificatisi in Italia settentrionale, Francia e Norvegia,
sebbene Rasmussen abbia escluso che la qualità del servizio
costituisca attualmente un problema. Ha infatti dichiarato: "Il
1997 non è stato peggiore degli anni precedenti per quanto
attiene la qualità del prodotto fornito dalle ferrovie.
Doveva essere migliorata la qualità allo scopo di offrire
un ragionevole prodotto just-in-time. L'affidabilità rimane
ancora il più grosso ostacolo per lo sviluppo dei servizi
ed il problema non è stato ancora risolto. Sussistono problemi
inerenti alla qualità anche in assenza di scioperi".
Aggiunge il dirigente: "In tutta Europa le ferrovie dispongono
di linee che provvedono al traffico sia passeggeri che merci ed
i treni della ICF devono aspettare, alle volte, che transitino
prima i treni locali. Sono rari i casi in cui i treni merci hanno
la priorità su quelli passeggeri".
Il costo della trazione è un altro problema che gli operatori
ferroviari europei si trovano a dover affrontare. La ICF è
stata recentemente costretta a sospendere per questa ragione il
suo servizio diretto che collegava Londra a Sopron, in Ungheria.
Prosegue Rasmussen: "Dal collegamento Londra-Sopron, non
potremmo ricavare guadagni nemmeno con una utilizzazione molto
alta. I costi ferroviari sono troppo alti, almeno del 25%. Ci
piacerebbe rimettere in piedi questo prodotto, ma nel frattempo
nessun altro operatore è interessato a causa degli elevati
costi che esso comporta. Sulla tratta Rotterdam-Ungheria, abbiamo
combinato il servizio con quello della connessione Rotterdam-Austria,
ma stiamo cercando di ripristinarne uno diretto. Una volta completate
le infrastrutture, ci riproveremo".
Malgrado tali problemi, le prospettive per il 1998 sono buone
per la ICF, dal momento che si registra un aumento della domanda
di trasporto ferroviario. Ci si aspetta che questa linea di tendenza
continui. La società ritiene che il 1998 possa costituire
un'annata-record, con trasporti che potranno superare gli 1,3
milioni di TEU nel settore del trasporto combinato ed i 41.000
TEU nel mercato della temperatura controllata. Il fatturato annuo
atteso, nel contempo, dovrebbe superare 493 milioni di dollari
USA.
Questa ottimistica prospettiva, tuttavia, è attenuata
dalla prudenza. L'ultima parola spetta a Menzinger, il quale dichiara:
"Secondo me, al momento attuale nell'ambito del trasporto
intermodale in Europa non si riescono a realizzare profitti abbastanza
alti in modo da assicurare il suo sviluppo a lungo termine".
(da: Containerisation International, luglio 1998)
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