Independent journal on economy and transport policy
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
YEAR XXVII - Number 10/2009 - OCTOBER 2009
Trasporto ferroviario
Ferrovie francesi nel mirino degli utenti
Parlando alla conferenza annuale della Coastlink a Dunkerque
alla fine del mese scorso, Wim Blomme, direttore intermodale della
P&O Ferrymasters, ha aggiunto il suo nome a quelli che nella
AUTF (associazione dei caricatori francesi) lamentano le carenze dei
servizi ferroviari in Francia.
Blommer ha affermato che l'approccio commerciale con i
principali operatori ha ancora bisogno di essere reso maggiormente
utile, che i loro metodi di risolvere i problemi devono essere
migliorati e che le linee di comunicazione pro-attive devono essere
accelerate.
Proseguendo nel discorso, si è così espresso:
“Anche le consultazioni con i clienti restano assai scarse.
Fino a quando tali cose non saranno state migliorate, noi
continueremo ad instradare la maggiore quantità possibile di
carichi attraverso paesi in cui transito sia più affidabile,
come avviene per i nostri traffici fra il Nord Europa e l'Italia,
nei quali possiamo usufruire di elevati livelli di servizio da parte
dei fornitori di servizi/reti tedeschi e svizzeri”.
Commenti come questi aiutano a comprendere perché il
governo francese abbia recentemente dichiarato di essere pronto a
spendere 7 miliardi di euro in miglioramenti infrastrutturali.
Ciò, se significa quello che dice, comporterà un
significativo trasferimento di traffici dalla strada al trasporto
ferroviario, che è più sensibile all'ambiente, nel
giro dei prossimi cinque anni.
Il settore merci della SNCF, l'organizzazione statale in perdita
attraverso la quale passerà molto di questa iniziativa, ha
allora annunciato un piano di salvataggio con il quale si impegna a
spendere 1 miliardo di euro nella rimodulazione della propria
attività di trasporto merci in modo tale da assicurare alla
quota di mercato francese del trasporto merci ferroviario la scalata
dal 14% al 25% entro il 2022.
Il piano appare impressionante, ma, poiché si tratta del
suo sesto piano di salvataggio in 12 anni, i clienti hanno tutto il
diritto di chiedersi se esso sarà pieno di promesse ancora
più vuote.
Il supporto finanziario del governo suggerisce che le cose
stiano altrimenti.
Per quanto attiene i traffici marittimi, la Fret SNCF ravvisa i
seguenti sviluppi intermodali:
la creazione di un leader del mercato entro la fine dell'anno: a
questo riguardo, è interessante notare come la Fret SNCF sia
attualmente in procinto di riottenere il controllo di maggioranza
della Novatrans, specialista in carichi infra-europei, che lavora a
fianco della Naviland Cargo della SNCF, la cui attenzione è
maggiormente concentrata sui traffici marittimi, ed è facile
prevedere che le due società possano essere integrate;
un incremento del 50% del numero dei treni operativi fra Lilla e
Perpignano, sino a 12 convogli alla settimana entro la fine del
2009;
un incremento delle sovvenzioni del 305, da 12 a 15,6 euro per
unità, anche questo entro la fine dell'anno;
l'istituzione di treni lunghi 1.000 metri da Parigi a Marsiglia
entro la fine del 2011.
Ulteriori aiuti potrebbero essere assicurati attraverso la
costituzione di un operatore portuale più efficace a Le Havre
ed a La Rochelle entro la fine di quest'anno.
Lo stesso varrebbe per altri porti l'anno prossimo.
L'anno venturo si assisterà altresì all'avvio dei
lavori di realizzazione di una nuova area di smistamento multimodale
a Le Havre, che dovrebbe essere completata entro il 2012. (da:
ci-online.co.uk, 08.10.2009)
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