
Nel primo trimestre di quest'anno si è accentuata la
flessione dei risultati economici della compagnia d'Amico
International Shipping (DIS) avendo registrato nel periodo ricavi
base time charter pari a 62,9 milioni di dollari, in diminuzione del
-39,6% sui primi tre mesi del 2024. Il margine operativo lordo è
stato di 43,4 milioni (-54,8%), l'utile operativo di 21,7 milioni
(-64,0%) e l'utile netto di 18,9 milioni di dollari (-66,5%).

Riferendosi al valore del risultato economico netto, il direttore
finanziario della compagnia, Federico Rosen, ha evidenziato che «si
tratta comunque di un risultato solido, che riflette la continua
resilienza del mercato delle product tanker, nonostante un contesto
macroeconomico e geopolitico complesso e in rapida evoluzione».
L'amministratore delegato della compagnia, Carlos Balestra di
Mottola, ha affermato che si è trattato di «un altro
trimestre altamente redditizio per DIS. Sebbene i risultati non
abbiano raggiunto i livelli eccezionali registrati nello stesso
periodo dell'anno precedente - ha spiegato - continuano a riflettere
la solidità del mercato delle product tanker nei primi tre
mesi del 2025». «DIS - ha proseguito - ha continuato a
beneficiare di condizioni di mercato favorevoli, sostenute da
persistenti perturbazioni nei flussi commerciali, da una crescita
contenuta della flotta e da un'evoluzione nelle rotte di trasporto
del petrolio. La deviazione delle navi attorno al Capo di Buona
Speranza, causata dalle ostilità nello stretto di
Bab-el-Mandeb, e le sanzioni europee al petrolio russo, hanno
modificato le rotte commerciali globali, aumentando le distanze
medie dei viaggi e sostenendo la domanda misurata in
tonnellate-miglia. Sebbene i fondamentali siano stati recentemente
meno brillanti a causa di fattori temporanei, come la riduzione
delle importazioni cinesi di greggio e il calo dei margini di
raffinazione, i noli rimangono ampiamente superiori alle medie
storiche».
«Guardando al futuro - ha rilevato Balestra di Mottola -
pur in presenza di potenziali accordi di pace in Ucraina e a Gaza
che potrebbero ridurre le distanze medie percorse, riteniamo che una
crescita contenuta della flotta, la riconfigurazione strutturale di
alcuni flussi commerciali e le pressioni regolamentari continueranno
a sostenere il mercato. Anche un ritorno alla normalità nei
transiti del canale di Suez o l'eventuale revoca delle sanzioni alla
Russia sarebbero compensati da fattori quali l'aumento delle
importazioni europee dall'Asia e dal Medio Oriente, o la demolizione
di tonnellaggio obsoleto appartenente alla cosiddetta “shadow
fleet”. Inoltre, restrizioni più severe imposte dagli
Stati Uniti sulle esportazioni di petrolio iraniano potrebbero
ridistribuire i flussi verso produttori non soggetti a tali
sanzioni, sostenendo la domanda per VLCC, con riflessi positivi su
altre tipologie di navi cisterna».
Relativamente alle misure annunciate da Donald Trump per tassare
le navi cinesi che approdano negli USA, Balestra di Mottola ha
specificato che DIS accoglie «con favore il recente
chiarimento dal rappresentante al commercio degli Stati Uniti (U.S.
Trade Representative), in merito alla proposta di introdurre tariffe
portuali per le navi costruite in Cina. La misura - ha chiarito - è
ora più mirata, applicandosi solo alle navi di costruzione
cinese che effettuano scali fisici nei porti statunitensi, con
esenzioni previste per quelle in zavorra e per unità al di
sotto di determinati limiti dimensionali. Poiché DIS non
opera attualmente alcuna nave cisterna costruita in Cina e la
maggior parte delle nostre unità rientra nel limite di
esenzione di ≤55.000 dwt, non prevediamo alcun impatto per noi.
Un'ulteriore esenzione per navi con capacità di carico alla
rinfusa pari o inferiore a 80.000 dwt potrebbe estendersi anche alle
petroliere, esentando di fatto anche le nostre LR1 in costruzione.
Nel medio termine, questa regolamentazione potrebbe rafforzare i
fondamentali del mercato, disincentivando nuovi ordini presso
cantieri navali cinesi, che oggi rappresentano una quota
significativa della capacità costruttiva globale».