25 novembre 2025
Le Aziende informano
Accelleron: collaborazione intersettoriale per accelerare i
combustibili a zero emissioni nello shipping
In occasione della London International Shipping Week (LISW25),
Accelleron ha presentato il suo primo report dedicato alla
decarbonizzazione marittima, Accelerating to Net Zero - Deadlock:
What's Stopping Shipping's Carbon-Neutral Fuel Transition?
L'analisi invita il settore marittimo a unire le forze con altri
comparti hard-to-abate per liberare il pieno potenziale
dell'idrogeno verde e degli e-fuel, elementi indispensabili per
completare la transizione energetica dello shipping.
Il report delinea un quadro chiaro del principale collo di bottiglia
della transizione energetica. Secondo l'analisi di Accelleron, gli
sforzi congiunti del settore in termini di efficienza delle navi,
digitalizzazione e retrofit potrebbero ridurre collettivamente le
emissioni di CO₂ di oltre il 30% entro il 2030 - un livello
sufficiente a superare gli obiettivi IMO di breve termine - ma si
tratta solo di un guadagno temporaneo. Da soli, questi interventi
non sono sufficienti a raggiungere il target net-zero al 2050
fissato dall'International Maritime Organization (IMO). Per
decarbonizzare completamente, il settore deve aumentare in modo
significativo la produzione e l'utilizzo di idrogeno verde e dei
suoi derivati.
Una sfida globale La domanda energetica dello
shipping è enorme, così come sarà la sua quota
nella futura economia dell'idrogeno. Il report stima che il solo
trasporto marittimo avrà bisogno, entro il 2050, di 100-150
milioni di tonnellate di idrogeno verde all'anno, e di 2-3 trilioni
di dollari di investimenti da oggi al 2050.
Nel frattempo, altri settori ad alta intensità energetica -
tra cui acciaio, cemento, aviazione e agricoltura - richiederanno
complessivamente circa 500-600 milioni di tonnellate di idrogeno
verde, per un investimento stimato di 9 trilioni di dollari
necessari a renderlo disponibile su larga scala. Tuttavia, gli
attuali progetti in pipeline a livello globale rappresentano appena
38 milioni di tonnellate, sostenuti da meno di 320 miliardi di
dollari già investiti.
“Ma proprio questo divario è la faglia che si trova al
centro della transizione energetica bloccata dello shipping,”
afferma Daniel Bischofberger, CEO di Accelleron. “La parte più
complessa del nostro percorso di decarbonizzazione è la
scalabilità dell'idrogeno verde come base degli e-fuel, una
sfida resa esponenzialmente più difficile dal fatto che
nessun settore può affrontarla da solo. Ed è proprio
questa fase a determinare se riusciremo a raggiungere il net zero in
tempo - o se non ci riusciremo affatto.”
La soluzione: aggregare la domanda per superare lo
stallo Il report sostiene che il settore marittimo non
può - e non deve - sostenere da solo i costi della
rivoluzione dell'idrogeno. Accelleron invita a una collaborazione
tra settori che tradizionalmente operano a compartimenti stagni.
Aggregando la domanda di idrogeno insieme a settori quali acciaio,
agricoltura e produzione di energia, lo shipping può
contribuire a ridurre i rischi dei mega-progetti e rendere
economicamente sostenibile una produzione su larga scala.
La domanda aggregata, secondo lo studio, potrebbe trasformare
l'attuale competizione per e-fuel scarsi in un impegno collettivo
verso la decarbonizzazione globale. Schemi di investimento
condivisi, contratti di acquisto congiunti e infrastrutture
integrate accelererebbero la disponibilità dei combustibili,
stabilizzerebbero i prezzi e ridurrebbero i rischi della supply
chain.
Questo approccio trasversale si allinea alle discussioni più
recenti all'interno della comunità energetica, sempre più
orientata a considerare gli ecosistemi dell'idrogeno come
interdipendenti e non specifici per settore. Il trasporto marittimo,
grazie alla sua dimensione globale e all'esperienza logistica, può
svolgere un ruolo catalizzatore nella produzione, distribuzione e
logistica dei combustibili sintetici e a base di idrogeno.
Per prima cosa, è importante comprendere le barriere
interconnesse - o stalli - che impediscono al settore di affrontare
autonomamente la transizione energetica.
I cinque colli di bottiglia nella transizione ai
combustibili carbon-neutral dello shipping
Incertezza sui percorsi energetici Il settore
dello shipping si trova di fronte a una domanda frammentata, dovuta
alla presenza di diversi percorsi competitivi per i combustibili
(GNL, biocarburanti, e-fuel), che impedisce di far crescere su larga
scala un singolo combustibile a zero emissioni. L'idrogeno verde è
considerato fondamentale per la decarbonizzazione a lungo termine,
ma la frammentazione tra settori e la mancanza di domanda
consolidata ne rallentano lo sviluppo. Oggi lo shipping non è
più il principale utilizzatore dei combustibili residui
fossili: deve infatti competere con altri settori - come aviazione e
acciaio - per accedere ai combustibili premium.
Produzione di combustibili centralizzata I
modelli di produzione di idrogeno verde ed e-fuel si basano su hub
produttivi di dimensioni paragonabili a piccoli stati per ottenere
prezzi competitivi, concentrando così l'offerta in specifiche
aree geografiche. Questo limita la flessibilità tradizionale
dello shipping, in particolare per gli operatori bulk e tramp che
seguono rotte imprevedibili, mentre gli operatori container possono
adattarsi più facilmente a forniture centralizzate. Inoltre,
la minore densità energetica dei nuovi combustibili richiede
rifornimenti più frequenti, con impatti su modelli operativi
e costi.
Il paradosso della finanza verde Nonostante
trilioni di dollari vengano investiti globalmente in fondi ESG, solo
una piccola parte raggiunge lo shipping, a causa della
frammentazione della proprietà, della lunga vita delle navi e
dell'incertezza normativa. Gli incentivi sono divisi tra armatori,
noleggiatori e proprietari di carico, e la mancanza di contratti a
lungo termine scoraggia gli investitori. Il maggior costo dei
combustibili verdi funziona per merci destinate al consumatore
finale, ma le commodities bulk non possono sostenere questi oneri,
limitando così il potenziale della finanza verde.
Ambizione regolatoria vs realtà di
implementazione Il Net Zero Framework dell'IMO è
ambizioso, poiché prevede l'introduzione di un prezzo globale
del carbonio, ma incentivi e finanziamenti non saranno disponibili
prima del 2028 - troppo tardi per progetti che richiedono
investimenti immediati. Il disallineamento tra regolamenti globali e
regionali (ad esempio IMO vs UE sui biocarburanti) frammenta domanda
e segnali di investimento. Per sbloccare il capitale necessario allo
sviluppo di idrogeno verde ed e-fuel sono indispensabili
armonizzazione normativa e maggiore chiarezza.
Infrastrutture nei porti insufficienti Anche disponendo di
finanza e regolamentazione adeguate, i combustibili non possono
essere distribuiti senza infrastrutture portuali sufficienti, che
includano energia, acqua, stoccaggio e condotte. I porti devono
affrontare la competizione per le risorse e bilanciare i sistemi di
bunkeraggio tradizionali con quelli destinati ai nuovi combustibili.
Permessi e standard di sicurezza rappresentano ulteriori colli di
bottiglia; non tutti i porti possono, né devono, trasformarsi
in hub produttivi di idrogeno.
Risoluzione degli stalli: collaborazione
cross-settoriale Lo shipping da solo non può
innescare lo sviluppo dell'idrogeno verde, così come nessun
altro settore può farlo autonomamente. La chiave per
sbloccare la transizione energetica è la collaborazione tra
aviazione, acciaio, cemento, chimica, energia e agricoltura.
L'aggregazione della domanda cross-settoriale può risolvere
ogni stallo, creando impegni finanziabili, infrastrutture condivise,
regolamentazioni armonizzate e un uso più efficiente delle
risorse.
I porti si trovano naturalmente al centro di questa collaborazione.
Già fulcro del commercio e dell'energia globale, possono
facilitare la cooperazione tra settori per affrontare la sfida della
scalabilità dei combustibili a zero emissioni. In un'economia
dello shipping a emissioni zero, alimentata da idrogeno verde ed
e-fuel, i porti possono assumere ruoli diversi a seconda delle loro
caratteristiche: alcuni come produttori autosufficienti di
combustibile, altri come connettori, punti di ricezione o fonti di
esportazione, in base a geografia, risorse e flussi commerciali.
Collaborazione tra settori: la via per superare gli
stalli Lo shipping da solo non può innescare lo
sviluppo dell'idrogeno verde, così come nessun altro settore
può farlo autonomamente. La chiave per sbloccare la
transizione energetica è la collaborazione tra aviazione,
acciaio, cemento, chimica, energia e agricoltura. L'aggregazione
della domanda cross-settoriale può risolvere ciascun stallo,
creando impegni finanziabili, infrastrutture condivise,
regolamentazioni armonizzate e un utilizzo più efficiente
delle risorse.
I porti si collocano naturalmente al centro di questa collaborazione
cross-settoriale. Già fondamentali per il commercio e
l'energia globale, possono facilitare la cooperazione tra i settori
per affrontare la sfida della scalabilità dei combustibili a
zero emissioni. In un'economia dello shipping a emissioni nette
zero, alimentata da idrogeno verde ed e-fuel, i porti possono
assumere ruoli diversi a seconda delle loro caratteristiche: alcuni
come produttori di combustibile autosufficienti, altri come
connettori, punti di ricezione o fonti di esportazione, in base a
geografia, risorse e flussi commerciali.
Otto insight fondamentali e raccomandazioni
strategiche L'efficienza resta la leva più
conveniente per la decarbonizzazione e deve essere prioritaria per
il settore marittimo, sia per raggiungere gli obiettivi a breve
termine, sia per preparare le navi a un uso ottimale dei futuri
combustibili a zero emissioni. Sebbene le navi siano
tecnologicamente pronte - con le unità dual-fuel ormai
dominanti nei portafogli ordini - l'offerta di e-fuel resta ben al
di sotto dei livelli necessari per centrare gli obiettivi di
decarbonizzazione. L'idrogeno verde è indispensabile: lo
shipping ne richiederà tra 100 e 150 milioni di tonnellate
entro il 2050, competendo con altri settori. Solo alleanze
cross-settoriali potranno consentire di raggiungere i volumi
produttivi necessari affinché shipping e altri settori
possano arrivare al net-zero.
I biocarburanti, pur utili nel breve periodo, rappresentano solo una
soluzione temporanea, a causa della disponibilità limitata e
della competizione con i settori alimentare e aviazione. La cattura
del carbonio sarà cruciale, sia per la produzione di e-fuel
sia per contenere le emissioni fossili durante la transizione. Per
colmare il divario nella finanza verde, è necessario
sviluppare nuovi strumenti finanziari e consolidare la domanda, così
da liberare i trilioni di dollari oggi disponibili nei capitali ESG.
Il raggiungimento degli obiettivi climatici globali dipenderà
anche da politiche e incentivi nazionali allineati al framework
net-zero dell'IMO. I porti costituiscono la piattaforma naturale per
guidare la transizione energetica cross-settoriale, ma sarà
necessario un nuovo tipo di leadership per coordinare stakeholder e
risorse in modo efficace.
Il ruolo degli stakeholder Tutti i player della
catena del valore hanno un ruolo chiave nel superamento degli
stalli. Armatori e operatori dovrebbero puntare a migliorare
l'efficienza delle navi tramite aggiornamenti tecnologici e sistemi
avanzati di monitoraggio digitale. I produttori di combustibili
devono accelerare lo sviluppo dei progetti e collaborare
strettamente con porti multi-settoriali per consentire la
distribuzione su larga scala dei combustibili alternativi.
I porti sono fondamentali per aggregare la domanda, coordinare le
infrastrutture e favorire la collaborazione tra settori industriali
diversi. Allo stesso tempo, governi e autorità regolatorie
devono armonizzare incentivi e sistemi di certificazione, garantendo
stabilità politica a lungo termine per attrarre investimenti
e dare chiarezza al mercato.
Infine, gli investitori sono invitati a sviluppare strumenti di
finanza mista e fondi aggregati che coinvolgano più settori,
contribuendo a ridurre i rischi dei progetti iniziali e a mobilitare
capitali su larga scala.
Dall'analisi all'azione: una responsabilità
condivisa Accelleron conferma quanto ormai riconosciuto
da molti esperti: la decarbonizzazione dello shipping dipende
strettamente dall'economia globale dell'idrogeno. La pubblicazione
del rapporto al LISW25 evidenzia il ruolo dell'azienda non solo come
fornitore di tecnologie, ma anche come interlocutore attivo nel
dibattito sulla decarbonizzazione. In una tavola rotonda successiva
alla presentazione, esperti dei settori industriale e dell'energia
hanno proposto percorsi per creare framework congiunti, accelerare
la diffusione dell'idrogeno e rendere lo shipping a zero emissioni
competitivo in termini di costi.
I temi chiave evidenziavano la necessità di segnali politici
chiari, standard di certificazione uniformi per i combustibili verdi
e strumenti finanziari per ridurre i rischi degli investimenti
iniziali, sottolineando l'importanza della trasparenza e della
condivisione dei dati tra i settori - un ambito in cui l'esperienza
di Accelleron in soluzioni digitali e analisi delle performance può
giocare un ruolo fondamentale.
Il rapporto Deadlock si conclude con un invito all'azione:
raggiungere uno shipping a emissioni zero entro il 2050 sarà
possibile solo attraverso iniziative coordinate e cross-settoriali
che colleghino il trasporto marittimo all'ecosistema globale
dell'idrogeno.
Nella prefazione, Bischofberger sottolinea che il percorso verso il
net zero non è solo una sfida tecnologica, ma anche
organizzativa e culturale. “Raggiungere il net zero non
riguarda solo combustibili o sistemi, ma la costruzione di un nuovo
paradigma di partnership,” scrive. “Lo shipping ha
sempre prosperato grazie alla collaborazione e al pragmatismo. Ora
deve estendere questo spirito oltre il proprio settore per
assicurarsi i combustibili necessari a un futuro decarbonizzato.”
Il rapporto completo, Deadlock: What's Stopping Shipping's
Carbon-Neutral Fuel Transition? , è disponibile sul
sito di Accelleron per il download e si rivolge a chiunque sia
interessato a conoscere le sfide e le opportunità della
transizione energetica globale.