
L'assemblea dell'International Maritime Organization ha adottato
	una risoluzione che esorta gli Stati membri ad assicurarsi che le
	navi che battono le loro bandiere non siano operate nell'ambito di
	flotte “ombra”, o “nascoste”, che sono
	utilizzate per aggirare le sanzioni concordate dall'assemblea
	generale o dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La
	relazione precisa che per “flotta ombra” o “flotta
	nascosta” si intendono le navi impiegate in operazioni
	illegali allo scopo di eludere sanzioni, eludere il rispetto delle
	norme di sicurezza o ambientali, evitare costi assicurativi o che
	sono impegnate in altre attività illegali fra cui, tra le
	altre, quelle volte ad evitare intenzionalmente le ispezioni di Port
	State Control, a non operare secondo una politica di governance
	aziendale trasparente che garantisca il benessere e la sicurezza di
	coloro che sono a bordo e la salvaguardia dell'ambiente marino, ad
	adottare intenzionalmente misure per evitare il rilevamento della
	nave, come disattivare trasmissioni AIS o LRIT, o a celare
	l'effettiva identità della nave nel caso non vi sia alcuna
	legittima preoccupazione sufficiente a giustificare tale azione.
	
	In particolare, evidenziando quale grave fonte di preoccupazione
	il fatto che le navi delle flotte ombra rappresentano un reale ed
	elevato rischio di incidenti, in particolare quando effettuano
	operazioni ship-to-ship (STS) per trasferire carichi da nave a nave
	al fine di mascherare la destinazione o l'origine dei carichi, o per
	evitare la supervisione da parte degli Stati di bandiera o costieri
	e le loro norme, la risoluzione invita gli Stati di bandiera a
	garantire che le navi battenti la loro bandiera aderiscano a misure
	che vietano o regolano legalmente i trasferimenti STS e, inoltre,
	che tali navi rispettino lo spirito dei requisiti di sicurezza e
	prevenzione degli inquinamenti contenuti nelle convenzioni IMO,
	
	La risoluzione esorta poi gli Stati di bandiera a prendere in
	considerazione la possibilità di richiedere alle navi
	battenti la loro bandiera di aggiornare il proprio piano di
	operazioni STS includendo la notifica al proprio Stato di bandiera
	relativamente a quando e dove sono impegnate in tali operazioni, in
	particolare quando sono impegnate in un trasferimento STS in mezzo
	all'oceano. La risoluzione invita quindi gli Stati a monitorare le
	operazioni ship-to-ship che avvengono nelle loro acque territoriali
	e zone economiche esclusive.
	
	La risoluzione raccomanda anche che gli Stati di approdo, quando
	vengono a conoscenza di navi che adottano intenzionalmente misure
	per evitare di essere rilevate, come disattivare le trasmissioni AIS
	o LRIT o nascondere la loro effettiva identità, di sottoporre
	tali navi ad accurate ispezioni e, dopo un'indagine iniziale per
	verificare se la nave aveva smesso di trasmettere segnali per motivi
	legittimi, se del caso informare l'amministrazione di bandiera della
	nave.
	
	La risoluzione non ne fa alcun riferimento, ma è
	evidentemente volta a colpire le attività STS attuate per
	consentire di eludere le sanzioni contro la Russia adottate dopo che
	le truppe di Mosca hanno invaso il territorio ucraino, Russia che
	nei giorni scorsi, per la prima volta, non è stata eletta nel
	consiglio dell'International Maritime Organization
	( dell'1
	dicembre 2023).
	dell'1
	dicembre 2023).