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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 5/99 - MAGGIO 1999 |
Commercio internazionale
I contenitori fantasma: un problema di documentazione
Le frodi inerenti al trasporto internazionale rappresentano un
fattore forse ancor più sinistro di quello dei furti. Mentre
le statistiche in ordine ai furti sono incerte, sono state invece
stimate le perdite globali annue. Che le perdite annuali derivino
dalle frodi, tutti quanti probabilmente se lo immaginano, ma l'uso
di documentazione falsa al fine di raggirare caricatori, banche,
compagnie di assicurazione ed operatori di trasporto merci costituisce
una minaccia sempre presente, in particolar modo per coloro che
non se lo aspettano.
Secondo lo IMB (Ufficio Marittimo Internazionale), che è
inserito nei Servizi Delitti Commerciali dell'ICC (Camera di Commercio
Internazionale), le frodi, i furti dei carichi, la pirateria,
il dirottamento delle navi dalle destinazioni legittime ed altre
attività criminali al momento attuale costano al settore
milioni di dollari ogni giorno. "E - dichiara la IMB - le
opportunità per ladri e truffatori hanno il solo limite
dell'immaginazione dei criminali".
Senza dubbio, i perpetratori delle frodi basate sulla documentazione
sono più "in gamba" dei criminali che rubano
l'intero carico del contenitore o parte di esso. I primi, infatti,
devono essere esperti nella preparazione di documentazione bancaria
e attinente al trasporto - benché falsa - e devono possedere
una particolareggiata conoscenza delle prassi trasportistiche
globali, commerciali e finanziarie.
La documentazione contraffatta, oltre ad essere usata al fine
di perpetrare delitti finanziari, viene altresì utilizzata
- unitamente ai documenti rubati - per organizzare la consegna
dei contenitori dai terminali ai criminali medesimi.
Uno dei metodi più comuni per sottrarre in modo fraudolento
denaro alle banche è quello consistente nel preparare serie
di documenti, tra cui polizze di carico contraffatte, ovvero polizze
di carico rubate e compilate con finte informazioni, fatture commerciali,
liste di imballo e certificati d'origine falsi, i quali intenzionalmente
si riferiscono a consegne containerizzate che non esistono. Talvolta
queste ipotizzate spedizioni vengono effettuate sulla base di
partenze reali; in altri casi gli imbroglioni sfacciatamente si
inventano partenze finte e nomi immaginari di portacontenitori.
Tali false serie di documenti possono essere presentate alle
banche contro lettere di credito o a vista o a termini di pagamento.
Se la banca non controlla, o non ha controllato, i documenti ovvero
non verifica l'autenticità del supposto imbarco, è
possibile che vengano effettuati pagamenti ai criminali, i quali
può darsi che mascherino le loro attività sotto
illusorie imprese di esportazione, che scompaiono subito dopo
l'incasso.
Operazioni fraudolente di questo tipo possono essere condotte
persuadendo i compratori ad aprire lettere di credito inerenti
alla fornitura di merci inesistenti da parte di imprese di esportazione
fittizie. L'investigatore della IMB John Saunders cita esempi
di frodi tentate contro banche, spesso quando il pagamento avviene
contro una lettera di credito. "Talvolta" spiega Saunders
"i criminali si inventano contenitori (numero di serie compreso)
che non esistono, ma si possono presentare altri casi in cui si
verifica la spedizione di contenitori vuoti o pieni di mattoni".
Saunders riferisce di innumerevoli "colpi" messi a segno
per cercare di far denaro in maniera fraudolenta. Una ha riguardato
una ditta di nazionalità africana occidentale, operante
da Anversa, che ha predisposto la spedizione di ipotetici contenitori
pieni alla volta di un Paese dell'Africa Occidentale. Le "spedizioni"
erano supportate da fatture falsificate ed erano stati richiesti
rimborsi assicurativi per le merci che erano state indicate come
perdute. Allorquando le richieste erano state respinte dalla compagnia
di assicurazioni, il soggetto in questione aveva minacciato di
fare causa al vettore marittimo - o ai vettori - al fine di fargli
sequestrare le nevi, ritenendo che i vettori avrebbero pagato
pur di evitare il costoso fermo delle proprie navi. Non è
stato possibile sapere il risultato della truffa, ma in questo
caso l'intento era quello di ricattare il/i vettore/i marittimo/i.
Un altro esempio descritto da Saunders riguarda un caricatore
di Hong Kong che affermava che 50 cartoni di materiali elettrici
consegnati in Europa erano stati rubati. Tuttavia, l'esame del
contenitore rivelò che esso risultava a pieno carico e
che non vi era spazio libero all'interno neanche per un solo cartone.
Poi c'è stato un importatore indiano di vetro containerizzato,
il quale aveva chiesto al caricatore belga di farsi rilasciare
una falsa dichiarazione del peso del contenitore carico al fine
di mettere in grado l'importatore di effettuare una falsa richiesta
di risarcimento di danni, e che aveva giustificato la richiesta
affermando di avere un problema con la propria lettera di credito.
Tuttavia, la compagnia di assicurazione aveva contattato il caricatore
allo scopo di accertare come in realtà si erano svolte
le cose.
La correlazione tra frode e furto è illustrata dalle imprese
di un certo numero di criminali dell'Africa Orientale i quali
avevano avuto accesso alle polizze ed ai manifesti di carico di
certi vettori marittimi. Ciò ha consentito loro di venire
a conoscenza dei numeri di serie di containers che trasportavano
carichi di valore quali tè, caffè, cobalto e rame.
I criminali avevano poi applicato etichette sui numeri di serie
dei containers, procurando "nuove" identità ai
contenitori stessi. Erano quindi stati predisposti nuove polizze
e nuovi manifesti di carico ed erano state fornite istruzioni
ai terminals affinché consegnassero i contenitori ai malviventi.
Una delle funzioni dell'IMB è quella di effettuare controlli
per conto delle banche che fanno parte della ICC circa la validità
delle serie di documenti presentati contro lettera di credito,
e ciò comprende il controllo della polizza di carico che
fa parte della serie di documenti. "Noi esaminiamo i documenti
per vedere se il contenitore (o i contenitori) esistono veramente"
afferma Saunders. "Il numero di serie di ciascun container
comprende una cifra di controllo che conferma che tutti i numeri
di serie sono corretti; questo dovrebbe comparire nella documentazione".
Le truffe correlate ai contenitori rappresentano un evento infausto
della vita che sarà difficile eliminare. Caricatori, operatori
di trasporto merci e banche, tuttavia, sono in grado di ridurre
l'incidenza del rischio mediante la limitazione della disponibilità
delle informazioni telematiche e della documentazione cartacea,
il controllo della validità delle serie di documenti presentati
ai fini del pagamento e l'effettuazione di controlli sugli ipotetici
fornitori di merci.
(da: Containerisation International, aprile 1999)
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