
IRU, CLECAT, European Shippers' Council (ESC) e Global Cold
Chain Alliance (GCCA), in rappresentanza dei settori
dell'autotrasporto, delle spedizioni e della logistica del freddo,
hanno invitato la presidente della Commissione Europea, Ursula von
der Leyen, ad evitare l'introduzione di obiettivi obbligatori per la
domanda di camion a zero emissioni, avvertendo che tali misure
rischierebbero di compromettere la transizione verde dell'Europa se
non verranno invece create le condizioni favorevoli all'acquisto di
questi mezzi. In particolare, in una lettera congiunta le quattro
associazioni hanno avvertito che l'introduzione di obblighi sul lato
della domanda avranno l'effetto di rallentare i progressi guidati
dal mercato e creeranno una pressione inutile su operatori e
spedizionieri.
«Qualsiasi iniziativa dell'UE per
rinnovare le flotte di trasporto merci su strada - ha osservato
Nicolette van der Jagt, direttore generale del CLECAT - deve
concentrarsi sulla creazione di condizioni favorevoli affinché
gli operatori possano utilizzare veicoli a zero emissioni, piuttosto
che imporre obiettivi di acquisto. Imporre tali obiettivi senza
affrontare le lacune infrastrutturali costringerebbe gli operatori
ad acquistare veicoli senza la possibilità di utilizzarli.
Ciò non solo comporterebbe oneri rilevanti, ma ridurrebbe
anche l'efficacia, l'efficienza e la competitività degli
operatori europei».
I firmatari della dichiarazione
hanno sottolineato che obiettivi vincolanti di acquisto o di
utilizzo imporrebbero costi sproporzionati a carico delle aziende
che effettuano trasporti su strada, in particolare a carico delle
PMI e delle microimprese che rappresentano oltre il 95% dei 600.000
operatori del settore dell'autotrasporto in Europa, con conseguenti
costi di conformità a cascata lungo tutta la catena di
approvvigionamento e un impatto sulle aziende più piccole
meno in grado di assorbirli.
I firmatari chiedono piuttosto
incentivi mirati all'acquisto per rendere i camion a zero emissioni
più accessibili, un'accelerazione degli investimenti nelle
infrastrutture di ricarica pubbliche e nei depositi e un quadro
finanziario coerente che reinvesta i ricavi derivanti da strumenti
come l'Eurovignette e l'ETS 2 direttamente nella decarbonizzazione
dell'autotrasporto.