 Oggi la Corte d'Appello olandese ha emesso una sentenza in una
causa tra un'agenzia di manning e diversi sindacati riguardante
l'impiego di lavoratori portuali per il rizzaggio dei container
sulle portacontainer più piccole, decidendo di sottoporre
alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea una serie di questioni
pregiudiziali che riguardano una clausola che assegna ai lavoratori
portuali, come per le portacontainer più grandi, l'obbligo
delle operazioni di rizzaggio anche sulle portacontenitori più
piccole (corto raggio/feeder) che sinora nei porti olandesi vengono
effettuate dall'equipaggio delle navi che generalmente riceve uno
specifico compenso aggiuntivo per questa attività.
Il caso vede appellanti la cipriota Marlow Navigation Co. e la
sua filiale olandese Marlow Navigation Netherlands contro i
sindacati International Transport Workers' Federation (ITF),
Nautilus International e Federatie Nederlandse Vakbeweging, Le
organizzazioni sindacali chiedono il rispetto della Nuova Clausola
dei Lavoratori Portuali, concordata nell'ambito di un confronto tra
il sindacato internazionale ITF e l'International Maritime
Employers' Council (IMEC), l'organizzazione datoriale internazionale
dell'industria marittima, la quale stabilisce che i marittimi e le
altre persone a bordo di una nave non possono svolgere lavori di
rizzaggio se sono disponibili lavoratori portuali associati di
un'affiliata dell'ITF. In caso di indisponibilità di questi
lavoratori portuali, l'equipaggio può svolgere tale lavoro,
ma solo su base volontaria e previo accordo con l'affiliata ITF. La
clausola (Non-Seafarers' Work Clause - NSWC) è inclusa in un
contratto quadro internazionale di contrattazione collettiva per i
marittimi (accordo quadro IBF) e negli accordi basati su di questo,
inclusi gli accordi speciali conclusi per nave.
La Corte d'Appello dell'Aia ha preso atto del fatto che i noleggiatori delle
portacontainer più piccole vorrebbero che questa pratica
continuasse, in parte per evitare lunghi tempi di attesa e ritardi
nei terminal, ma anche perché ritengono che l'equipaggio
possa eseguire il rizzaggio in modo corretto e sicuro e, ultimo ma
non meno importante, perché il compenso corrisposto
all'equipaggio è generalmente inferiore al costo dei
lavoratori portuali. I sindacati, invece, esigono il rispetto della
clausola da parte dell'agenzia di reclutamento dei marittimi, che,
in quanto tale, fornisce equipaggi per le portacontainer più
piccole. Da parte dell'agenzia di manning si sostiene, in
particolare, che la clausola sarebbe in contrasto con il diritto
dell'Unione Europea e, nello specifico, con la libera circolazione
dei servizi e il diritto della concorrenza e si sostiene che i loro
interessi verrebbero lesi se ai marittimi non fosse più
consentito di eseguire operazioni di rizzaggio sulle navi poiché
ciò renderebbe meno attraenti i servizi da loro offerti.
Con sentenza del 6 luglio 2022 il tribunale distrettuale di
Rotterdam aveva stabilito la validità della clausola e aveva
ordinato all'agenzia di manning di rispettarla e di rimborsare le
spese legali sostenute dai sindacati. Con la sentenza odierna la
Corte d'Appello sottopone alla Corte di Giustizia dell'UE diverse
questioni pregiudiziali che riguardano principalmente il modo in cui
le libertà economiche europee (in particolare la libera
circolazione dei servizi, ostacolata dall'effetto della clausola) e
i diritti sociali (accordi tra le parti sociali nell'ambito di un
contratto collettivo) vengono considerate rispetto al diritto
dell'UE. Di conseguenza, al momento la sentenza della Corte di
Rotterdam che conferma la validità della NSWC rimane valida.
Ricordando che lo scopo della NSWC è di salvaguardare le
ore di lavoro e di riposo dei marittimi, garantendo che i lavoratori
portuali svolgano mansioni come il rizzaggio, l'ITF e i sindacati
affiliati hanno annunciato che difenderanno l'NSWC dinanzi alla
Corte di Giustizia dell'UE. «Restiamo saldi nel difendere
l'NSWC - ha spiegato il presidente dell'ITF e presidente della
Sezione Dockers del sindacato internazionale, Paddy Crumlin,
commentando la sentenza della Corte d'Appello - perché la
sicurezza e le ore di riposo dei marittimi non sono negoziabili.
Pertanto, l'ITF continuerà a battersi con forza e
perseveranza per una clausola concordata e negoziata con i datori di
lavoro, che è centrale e fondamentale per la salute, la
sicurezza e la salvaguardia sia dei marittimi che dei lavoratori
portuali coinvolti».
|