 Il commissario straordinario dell'Autorità di Sistema
Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Paolo Piacenza, ha
elevato, e mica di poco, le ambizioni del porto di Gioia Tauro che a
suo avviso ha la possibilità nei prossimi quattro anni di
aumentare di ben il +75% il traffico dei container movimentato sulle
banchine dello scalo calabro. Partecipando oggi a Genova al convegno
“Unire i porti, costruire il futuro” organizzato da SRM
- Intesa San Paolo nell'ambito della “Genoa Shipping Week”,
ha ricordato che il porto di Gioia Tauro ha «chiuso il 2024
con 3,9 milioni di teus movimentati. Nei primi nove mesi di questo
anno - ha evidenziato - abbiamo già registrato una crescita
dell'11,6% rispetto ai primi nove mesi del 2024 per cui, con buone
probabilità, chiuderemo il 2025 abbattendo, per la prima
volta, la barriera dei quattro milioni di teus. Sono numeri
incredibili che meritano di essere analizzati nel contesto
nazionale, perché il porto di Gioia Tauro movimenta il 40%
dei container italiani. Un dato che deve far riflettere
sull'importanza vera del transhipment, che non può essere
considerato quale mera attività di trasbordo ma che
rappresenta un'essenziale porta d'ingresso della merce
internazionale nel mercato nazionale».
«Bisogna altresì soffermarsi - ha proseguito
Piacenza - sui 3,9 milioni di teus movimentati nel 2024 rilevando
come, di questi, 3,3 milioni riguardano container pieni. Un dato
importante perché fa comprendere come si è mossa
l'economia nazionale e mediterranea e quale sia il ruolo
fondamentale, all'interno della stessa, che ricopre il nostro porto.
Tutto questo vuole dire produzione di valore aggiunto, ad esempio in
termini di IVA, nei porti dove la merce viene sbarcata e quindi
tasse e introiti che rimangono sul territorio, sulla quale
bisognerebbe tuttavia riflettere considerato che poche di queste
risorse rimangono nel porto di transhipment che, tuttavia, come
visto, è elemento essenziale di questa catena. Aggiungo,
inoltre, che dei 3,9 milioni di teus movimentati, circa 800mila sono
contenitori che arrivano o vanno verso i porti nazionali: da questo
punto di vista dire che il porto di Gioia Tauro sia un porto di
transhipment è vero, ma forse è riduttivo perché
bisogna considerare che senza il porto di Gioia Tauro circa
800-900mila teus di merce non arriverebbe in altri porti d'Italia e
quindi nel mercato nazionale».
Le ambizioni, comunque, sono assai grandi: «io penso - ha
affermato Piacenza - che il porto di Gioia Tauro sia un porto
essenziale che crescerà ulteriormente, tant'è vero che
le nostre previsioni di traffico puntano ai sette milioni di teus
entro il 2029. Tutto questo, però, lo si può
raggiungere con investimenti in infrastrutture che devono essere
finanziati. Mi riferisco all'ampliamento dei piazzali, alla velocità
di movimentazione dei container, alla digitalizzazione e sicurezza
dei sistemi informatici. E poi anche alla capacità di
attrarre ed esportare merci via treno. Abbiamo un parco ferroviario
di sei binari da 750 metri che, nei primi nove mesi dell'anno, ha
movimentato 616 coppie di treni destinati a crescere. Anche questi
dati, riferiti alla merce che arriva da altre realtà
nazionali, che grazie alle navi giganti di Gioia Tauro può
avere un mercato internazionale, deve servire ad aprire una
riflessione complessiva di sistema, affinché un porto di
transhipment abbia una rilevanza assoluta sull'economia nazionale
della portualità».
Piacenza ha concluso citando anche la possibilità di
sviluppo del retroporto di Gioia Tauro: «l'obiettivo che mi
pongo in questo momento - ha spiegato - è verificare come
poter riuscire a sviluppare le aree retroportuali portando valore
aggiunto al nostro porto e al territorio. Penso che avere un porto
di tali capacità fisiche e non sfruttare la zona portuale
adiacente, che non è interrotta come in altri porti d'Italia
da autostrade e colline, sia un'occasione da non poter perdere per
assicurare maggiore sviluppo al territorio».
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