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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 4/2008 - APRILE 2008
Industria
Nuove prospettive per i contenitori pallet-wide
E' facile capire perché agli importatori ed esportatori
europei piacciano i contenitori pallet-wide.
Le rastrelliere nella maggior parte dei loro magazzini sono
progettate per le dimensioni standard dei pallet europei da 1.200 x
800 mm, di modo che le dimensioni interne dei camion a loro adibiti
possono caricarne comodamente due in larghezza.
Qualsiasi dimensione inferiore comporterebbe uno stivaggio meno
che ottimale.
Le merci importate possono, perciò, essere trasferite
direttamente al magazzinaggio e poi ricaricate su camion per la
consegna ad utenti finali con un ammontare minimo di movimentazioni,
danni e costi.
La maggior parte dei contenitori e delle casse mobili marittimi
utilizzati dagli operatori di short-sea infra-europei sono, perciò,
larghi esternamente almeno 2,5 metri, anche se i loro ganci d'angolo
restano alla distanza standard per agevolarne la movimentazione.
Questo rappresenta un problema per alcuni vettori marittimi a
lungo raggio, poiché la larghezza esterna standard dei
container consentita dalla maggior parte delle loro navi è
ancora di poco superiore ai 2,4 metri.
Se i normali contenitori pallet-wide vengono strizzati sotto
coperta, perciò, possono bloccarsi; le navi europee adibite
allo short-sea non hanno questo problema, perchè le guide
delle loro celle sono costruite più larghe.
Gli esportatori d'oltremare che spediscono merci in Europa non
vengono di conseguenza incoraggiati ad utilizzare i pallet europei,
di modo che occorre provvedere ad un sacco di doppie movimentazioni
al momento dell'arrivo.
Questo, però, non è ciò cui si puntava in
origine, né per l'industria dei contenitori, né per la
gestione della filiera organizzativa just-in-time.
L'industria containerizzata per il trasporto marittimo a lungo
raggio, tuttavia, è assolutamente piena di risorse, tanto che
una prima soluzione era stata proposta dalla Bell Lines sin dagli
inizi degli anni '90.
In seguito al ritiro di quel vettore, il suo modello di
pallet-wide cellulare venne poi adottato dalla Cronos ed oggi esiste
ancora.
Successivamente, la Sea Containers introdusse un nuovo modello
progettuale nel 1997, che venne rilevato dalla GeSeaCo dopo la
fusione tra Sea Containers e GE nel 1998.
Mediante l'utilizzazione di pannelli laterali in acciaio
ondulato, l'esigenza di un rafforzamento strutturale interno venne
meno.
L'ondulazione su un lato dev'essere necessariamente sfasata
rispetto all'altro lato, di modo che quando due unità vengono
stivate affiancate possano incastrarsi l'una nell'altra.
Dopo averli denominati SeaCell, la GeSeaCo ha cercato di
noleggiarli da allora, ma, com'era successo con il modello della
Cronos, con risultati assai limitati (v. Tabella 1).
Tabella 1: Pallet-wide cellulari TEU 2002-07
Metà 2002
94.500
Metà 2003
101.000
Metà 2004
111.000
Metà 2005
119.000
Metà 2006
127.500
Metà 2007
141.500
Fonte: Censimento mondiale contenitori 2008 - Analisi di
mercato di Containerisation International
Malgrado ciò, un'altra società, la Sea Axis, ha
appena lanciato un nuovo container pallet-wide europeo chiamato
SeaCell2.
Si tratta di un modello dalla progettazione simile a quella del
SeaCell della GeSeaCo, a parte il fatto di essere equipaggiata con
un normale portellone da contenitore che si dice essere più
robusto.
La sua struttura ondulata consente ugualmente di caricare
cinque pallet europei ovvero 2,7 m3 di carico utile in più in
un contenitore da 40 piedi high-cube, rispetto all'unità
standard.
Lo scarso tasso di diffusione del SeaCell comporta naturalmente
la domanda sul perché venga ritenuta necessaria una maggiore
concorrenza.
James Coulson, ex dipendente della GeSeaCo ed ora direttore
della Sea Axis, commenta al riguardo: "Il vero cambiamento sta
nel fatto che il mondo sta diventando più consapevole dal
punto di vista ambientale.
I costi aggiuntivi del leasing del SeaCell sono di soli 0,10
euro (0,15 dollari statunitensi) al giorno, il che equivale
approssimativamente a 15 dollari in più per un viaggio di
andata e ritorno dall'Estremo Oriente all'Europa.
"Si tratta di una somma molto piccola da pagare per lo
spazio di carico in più a disposizione, in particolar modo
data la sempre maggiore enfasi che adesso viene posta sulla
riduzione della congestione e dell'inquinamento.
Ad esempio, 10.000 europallets richiedono solo 167 unità
SeaCell2 da 40 piedi in confronto a 200 contenitori standard da 40
piedi.
Ciò significa minori emissioni di carbonio dalle navi e
meno intasamenti sulle nostre strade" afferma Coulson.
L'argomentazione del risparmio sui costi non è nuova, di
modo che è lecito chiedersi perché i vettori marittimi
abbiano trascinato così a lungo la questione.
Ignorando i costi aggiuntivi, essi sostengono che la larghezza
in eccesso dei SeaCell li rende ancora difficili da stivare a bordo,
anche se Coulson sostiene che le moderne navi portacontainer
dispongono di guide cellulari dotate di uno spazio più che
ampio sotto coperta.
Si ammette che lo stivaggio in coperta è marginalmente
più difficile, ma l'unità SeaCell è stata
progettata in modo tale da rendere la differenza quasi irrilevante.
Tabella 2: Dimensioni critiche
Tipo di contenitore
Larghezza esterna massima (in metri)
SeaCell
2,48
Contenitore standard ISO per carichi secchi
2,45
Contenitore per carichi secchi Euro pallet
2,50
Contenitore per carichi refrigerati Euro pallet
2,55
Fonte: Containerisation International
I vettori marittimi sostengono altresì che, poiché
si tratta di contenitori speciali, con loro si possono effettuare
operazioni solamente nel contesto di viaggi definiti, il che rende
il riposizionamento più costoso.
I box normali possono essere interscambiati fra le diverse
direttrici di traffico in modo di gran lunga più facile.
Ad esempio, un container standard spedito da Shanghai a Monaco
in Germania può essere utilizzato in seguito per carichi di
esportazione negli Stati Uniti invece di dover tornare vuoto in
Asia.
Data la varietà in continuo aumento di contenitori
richiesti dalla clientela, è facile capire perché i
vettori marittimi si ritengano frustrati da questa situazione.
Oltre al vasto schieramento di contenitori marittimi standard
da 20 e 40 piedi che adesso devono essere messi a disposizione dei
clienti, fra cui occorre considerare la crescente domanda di
high-cube, gli americani desiderano box da 53 piedi per i propri
traffici nazionali, mentre gli europei vogliono quelli da 45 piedi
per i propri.
Tuttavia, Coulson sostiene che, in una direttrice di traffico
quale la rotta Estremo Oriente/Europa, nella quale moltissimi box
devono comunque tornare indietro vuoti in Asia, l'argomentazione non
è sufficiente a negare ai caricatori i vantaggi ambientali ed
in termini di costi del nuovo container.
Lamenta infatti Coulson: "Le regole del gioco sono
cambiate perché l'atteggiamento dei caricatori nei confronti
dell'ambiente è cambiato, di modo che anche i vettori
marittimi dovrebbero cambiarlo".
Si può sostenere che i vettori marittimi possano
affermare di averlo già cambiato quando le condizioni lo
richiedevano, mediante la crescente fornitura di contenitori
high-cube da 40 piedi.
Secondo l'ultimo "Censimento mondiale contenitori 2008"
contenuto nell'Analisi di mercato di Containerisation
International, la percentuale di questa unità nella
flotta globale di contenitori per carichi secchi è cresciuta
dal 20,6% nel 2000 al 38,5% alla metà del 2007, con un
incremento di 5.729.808 TEU; ci si aspetta che essa aumenti sino al
45,8% entro il 2012.
In altre parole, l'enfasi sull'aumento del carico utile dei
contenitori è andata in crescendo, il che ben si attaglia al
numero sempre maggiore di clienti che preferiscono imballare i
propri cartoni senza nessun pallet del tutto.
Sarà interessante vedere il ruolo della Sea Axis nella
crescita della futura domanda, dal momento che essa costituisce una
nuova divisione per il leasing dei contenitori della Axis
Intermodal, specializzata nella fornitura di camion, semirimorchi
stradali ed equipaggiamento del tipo casse mobili.
La sua dirigenza di vertice comprende il veterano del settore
Robert Montague, già alla Tiphook, che è tornato a
lavorare nell'industria del trasporto di contenitori dopo un'assenza
di 13 anni.
Alla richiesta di commentare l'immissione sul mercato di un
prodotto rivale che sembrerebbe simile al suo, Paul Merritt, vice
presidente della gestione prodotti della GeSeaCo, dichiara: "Per
quanto avremmo potuto insistere nell'intento di restare il solo
fornitore del modello brevettato SeaCell, abbiamo ritenuto che vi
fosse abbastanza spazio nel mercato per un altro fornitore e che
potremmo trarre vantaggio dalla loro promozione aggiuntiva.
Sebbene ci siano approssimativamente 40.000 SeaCell in
circolazione, questa è solo la punta dell'iceberg.
Si potrebbe ottenere molto di più se i caricatori
dovessero insistere per la loro fornitura, invece di consentire ai
vettori marittimi di continuare a rincorrere le ombre".
Mark Trundle, dirigente per la logistica delle importazioni
della Kingfisher, con sede nel Regno Unito, osserva: "Non c'è
dubbio che i vettori marittimi potrebbero fare di più per
mettere i SeaCell a disposizione dei clienti al di fuori dell'Europa
ed un costo realistico nonché ad un livello di servizio che
supporterebbero i potenziali vantaggi che essi apportano.
Tuttavia, anche i caricatori potrebbero fare di più per
incoraggiare il loro uso.
Spedire i carichi in pallet di dimensioni europee assicura
l'opportunità di portare il prodotto al cliente finale più
alla svelta e quei caricatori che riescono a sfruttare il valore di
questo fattore con carichi adatti sono nella migliore condizione per
essere persuasivi.
Noi abbiamo collaudato la base al riguardo qualche tempo fa
utilizzando l'equipaggiamento dall'Asia, ma ancora dobbiamo
sviluppare qualche elemento delle nostre filiere organizzative al
fine di ottimizzare tale approccio".
Riassumendo, la Sea Axis deve senza dubbio scalare una montagna
con il suo nuovo equipaggiamento, ma sa che Roma non è stata
fatta in un giorno, anche se agli azionisti piacerebbe tanto che lo
fosse. (da: Containerisation International, marzo 2008, pagg.
69-71)
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che opera servizi di trasporto marittimo containerizzato con ...
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