
Mercoledì scorso il presidente della Repubblica di
	Panama, José Raúl Mulino, ha tracciato una linea
	precisa replicando alle mire imperialistiche del neo presidente
	americano Donald Trump. La linea coincide con la frontiera
	occidentale di Panama, che condivide con il Costa Rica. È la
	linea - ha chiarito Mulino - dove arriva il confine meridionale
	degli Stati Uniti d'America. Affermazione che, presumibilmente, non
	è stata bene accolta in Messico, Belize, Guatemala, El
	Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica. Una linea che, tuttavia,
	Mulino ha indicato a sottolineare che sin lì arriva la
	sovranità di Panama, respingendo quindi la pretesa più
	volte affermata da Trump di riprendere possesso del canale di Panama
	
(
	del 
23
	gennaio 2025).
	
	Se sulla proprietà del canale Mulino si è mostrato
	fermo, granitico, però sembra aver recepito le preoccupazioni
	espresse da Trump sull'accresciuta presenza della Cina nella nazione
	centroamericana e, in particolare, sulle attività gestite da
	società cinesi nei porti di Balboa e San Cristóbal
	posti alle due imboccature del canale panamense. Che tale allarme
	fosse già percepito anche a Panama sembra essere dimostrato
	dall'iniziativa della Contraloría General de la República
	de Panamá, che a metà gennaio ha annunciato una serie
	di misure per rafforzare il controllo sulle risorse pubbliche e
	garantire la trasparenza nella gestione dello Stato, misure che
	includono l'effettuazione di approfondite verifiche finanziarie, tra
	cui una sulla Panama Ports Company (PPC), società che -
	attraverso la Hutchison Port Holdings che ne possiede il 90% del
	capitale - fa parte del gruppo CK Hutchison di Hong Kong che, oltre
	che in quello portuale, è attivo nei settori della vendita al
	dettaglio, delle infrastrutture e delle telecomunicazioni.
	
	Annunciando l'audit, il neo controllore generale, Anel Flores,
	ha specificato che Panama Ports Company movimenta un traffico
	containerizzato annuo pari ad oltre otto milioni di teu ma genera
	scarsi benefici per la Repubblica di Panama. Il 20 gennaio Flores ha
	incontrato l'amministratore e il direttore dei porti dell'Autorità
	Marittima di Panama.
	
	Intanto, nella conferenza stampa di mercoledì scorso la
	portavoce del Ministero degli Affari esteri di Pechino, Mao Ning, ha
	affermato che l'amministrazione cinese è «d'accordo con
	il presidente di Panama José Raúl Mulino sul fatto che
	la sovranità e l'indipendenza di Panama non sono negoziabili
	e che il canale di Panama non è sotto il controllo diretto o
	indiretto di alcuna potenza. La Cina - ha specificato - non
	partecipa alla gestione o all'operatività del canale. La Cina
	non ha mai interferito. Rispettiamo la sovranità di Panama
	sul canale e lo riconosciamo come una via d'acqua internazionale
	permanentemente neutrale».