 In Europa le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto marittimo,
	dopo il calo coincidente con la diffusione globale della pandemia di
	Covid-19, sono tornate ai livelli precedenti la crisi sanitaria
	raggiungendo un nuovo massimo storico. Lo evidenzia un'analisi di
	Transport & Environment (T&E), l'organizzazione
	ambientalista il cui scopo è promuovere la riduzione
	dell'impatto inquinante del settore dei trasporti, che rende noto
	come nel 2022 il volume di emissioni di anidride carbonica generato
	dai servizi dell'industria dello shipping che opera in Europa sia
	risultato pari a 135,5 milioni di tonnellate rispetto a 126,3
	milioni di tonnellate di CO2 nell'anno precedente e rispetto alle
	133,7 milioni di tonnellate prodotte nel 2019 prima di scendere a
	117,7 milioni di tonnellate nel 2020 in coincidenza con la
	diffusione mondiale della pandemia. 
	 
	 
	Ricordando che annualmente gli operatori marittimi europei
	devono per legge trasmettere i propri dati sulle emissioni all'UE e
	che negli ultimi anni T&E utilizza questi dati per valutare come
	si sono evolute le emissioni del trasporto marittimo in Europa,
	l'organizzazione ambientalista ha specificato che i dati ottenuti
	dall'UE che ha pubblicato a luglio scorso non includono quelli di
	molti operatori che non sono riusciti a fornire i dati sulle
	emissioni in tempo, il che significa che le emissioni totali del
	trasporto marittimo europeo sono ora molto più elevate di
	quelle precedentemente riportate.
	 
	Il rapporto precisa inoltre che l'incremento di emissioni è
	dovuto anche al fatto che nel 2022 il numero di navi che scalano i
	porti europei è cresciuto notevolmente salendo a 12.953
	rispetto a 12.211 navi nel 2021, a 12.045 navi nel 2020 e a 12.395
	nell'anno pre-pandemia del 2019.
	 
	L'analisi di T&E sottolinea come ai primi posti tra i più
	grande produttori di emissioni di carbonio del continente figurino
	le principali compagnie di navigazione containerizzate a partire
	dalla MSC, che è leader mondiale del settore e che nel 2022
	ha emesso oltre 10,5 milioni di tonnellate di CO2, volume seguito da
	quelli di altri primari vettori del settore: CMA CGM (5,4 milioni di
	tonnellate di CO2), Maersk (5,3 milioni), COSCO (3,8 milioni) e
	Hapag-Lloyd (3,3 milioni).
	 
	Il documento rileva anche come nel 2022 le emissioni delle navi
	da crociera siano state più del doppio rispetto all'anno
	precedente quando l'attività crocieristica era fortemente
	ridotta a causa della crisi sanitaria. In notevole crescita sono
	risultate anche le emissioni prodotte dalle navi per il trasporto di
	gas naturale liquefatto, tipologia di carichi che lo scorso anno è
	aumentata del +60% dato che l'Europa stava intensificando le
	sanzioni sul petrolio russo, con un conseguente impulso alle
	importazioni di GNL in Europa via mare.
	 
	Al primo posto tra le tipologie di navi che nel 2022 hanno
	prodotto il maggior quantitativo di emissioni di CO2 sono tuttavia
	rimaste le portacontainer con 37,9 milioni di tonnellate di anidride
	carbonica seguite dalle rinfusiere con 18,3 milioni di tonnellate,
	dalle petroliere con 16,7 milioni, dai traghetti con 13,5 milioni,
	dalle navi GNL con 10,7 milioni di tonnellate, dalle chimichiere con
	8,7 milioni, dalle navi da crociera con 6,9 milioni e dalle navi
	ro-ro con 5,5 milioni di tonnellate.
	 
	L'analisi specifica anche il quantitativo di emissioni di CO2
	prodotte dalle navi nei porti europei, volume che nel 2022 è
	risultato di 8,6 milioni di tonnellate, nel 2021 di 8,0 milioni, nel
	2020 di 7,5 milioni e nel 2019 di 9,5 milioni di tonnellate. 
															 
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