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Porto di Bombay, 30.000 lavoratori per movimentare 13,3 milioni di tonnellate di merce varia
Il potente sindacato dei portuali si è sempre opposto all'introduzione di innovazioni tecnologiche nell'handling delle merci varie
4 marzo 2000
Bombay ha oltrepassato i centotrenta anni di attività, ma è già un porto in piena decadenza. Nell'anno aprile 1998 - marzo 1999 lo scalo ha realizzato un traffico di 30,97 milioni di tonnellate impiegando il 30% della mano d'opera portuale del paese per svolgere solamente il 12,3% dell'intero traffico marittimo indiano.
Nel 1995-1996 Bombay era ancora il primo porto dell'India; ora è al quarto posto dopo Kandla, Visakhapatnam e Chennai (Madras). Il suo traffico container è stato di 601.000 teu nel 1997-98, di 509.000 teu l'anno seguente e per l'esercizio in corso, che si concluderà il 31 marzo, scenderà ancora secondo le previsioni a 480.000 teu. La società americana di consulenza portuale Cornell Group ha inoltre annunciato che la sua importanza scemerà ancora a causa dello sviluppo del vicino porto di Jawaharlal Nehru (si trova a sole sei miglia marine).
Costruito nel 1873 e gestito dall'ente pubblico Mumbai Port Trust, il porto occupa una grande area della parte meridionale e centrale della città di Bombay, che ha 16 milioni di abitanti. La profondità d'acqua agli ormeggi operativi varia da 6,5 a quasi 10 metri. Le navi che lo scalano devono mettere in conto cinque giorni in media prima di raggiungere un ormeggio operativo.
I camion che devono raggiungere il porto sono inoltre costretti ad attraversare tutta la città, incappando in molti controlli delle forze dell'ordine, tanto che sovente il tragitto cittadino per giungere al porto dura anche cinque ore.
I lavoratori portuali sono 32.000, di cui 2.000 impegnati nel settore delle rinfuse liquide (17,7 milioni di tonnellate nell'ultimo esercizio) e 30.000 in quello delle merci varie (13,3 milioni di tonnellate). L'alto numero di lavoratori in questo settore è determinato dalla necessità di svolgere operazioni di sbarco e imbarco "a dorso d'uomo". La Mumbai Port Trust si è sforzata di introdurre nelle operazioni portuali attrezzature automatizzate, ma il potente sindacato dei portuali si è sempre opposto a questa iniziativa. Negli scorsi anni 2.000 portuali hanno accettato di lasciare anticipatamente il lavoro, ma un nuovo piano di ritiro anticipato compensato con due mesi di salario per anno di lavoro è stato respinto dal sindacato.
L'accanita difesa del posto di lavoro dei 32.000 portuali sembra essere portata avanti dal sindacato solo tramite l'opposizione a qualsiasi innovazione. Una strategia che potrà dare qualche frutto ancora per poco tempo, poi l'avanzata dei porti concorrenti relegherà Bombay agli ultimi posti della classifica dei porti del subcontinente indiano.
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